martedì 10 giugno 2025

COMUNISMO, SUBALTERN STUDIES E TEORIA POSTCOLONIALE

 



Nissim Mannathukkaren Communism, Subaltern Studies and Postcolonial Theory: The Left in South India (English Edition), Routledge India, 2021

 

Il volume (450 pag.) presenta un nuovo approccio empirico alle critiche teoriche degli Studi Subalterni e della teoria postcoloniale, nel contesto della loro pluridecennale attività di ricerca in India. Esamina importanti momenti tematici della storia comunista del Kerala, tra cui i processi attraverso i quali ha stabilito la propria egemonia, i suoi interventi culturali, l'istituzione delle riforme agrarie e dei diritti dei lavoratori, il progetto di decentralizzazione democratica e, in ultima analisi, affronta la questione delle caste.

Un contributo significativo agli studi sulla democrazia e il concetto di modernità nel Sud del mondo, questo volume sarà di grande interesse per studiosi e ricercatori di politica, in particolare di teoria politica, democrazia e partecipazione politica, sociologia politica, studi sullo sviluppo, teoria postcoloniale, studi subalterni, studi sul Sud del mondo e studi sull'Asia meridionale.

Nissim Mannathukkaren is Associate Professor in the International Development Studies Department at Dalhousie University, Canada. He is the author of the book The Rupture with Memory: Derrida and the Specters that Haunt Marxism (2006). His research has been published in journals such as Citizenship Studies, Journal of Peasant Studies, Third World Quarterly, Economic and Political Weekly, Journal of Critical Realism, International Journal of the History of Sport, Dialectical Anthropology, Inter-Asia Cultural Studies, and Sikh Formations. He is a regular op-ed contributor to the English-language press in India.

“Questo libro è una storia tematica del movimento comunista in Kerala, la prima grande regione (in termini di popolazione) al mondo ad eleggere democraticamente un governo comunista. Analizza la natura della trasformazione portata dal movimento comunista in Kerala e le sue possibili implicazioni per altre società postcoloniali. Il volume affronta i concetti teorici chiave della teoria postcoloniale e degli Studi Subalterni, contribuendo al dibattito tra marxismo e teoria postcoloniale, in particolare nelle sue articolazioni più recenti.”, cit. pag. 4

“Il progetto Subaltern Studies fu fondato in India verso la fine degli anni Settanta da un gruppo di storici disillusi dalle tendenze storiografiche indiane esistenti. Ranajit Guha, il padre fondatore del progetto Subaltern Studies, sosteneva che una nuova forma di scrittura storica fosse un imperativo assoluto, poiché la storiografia del nazionalismo indiano fino ad allora era dominata da "elitarismo: elitarismo colonialista ed elitarismo nazionalista-borghese". Se la storiografia colonialista riduceva la storia del nazionalismo indiano agli sforzi dei "governanti, amministratori, politiche, istituzioni e cultura coloniali britannici", nella versione nazionalista, essa veniva "scritta come una sorta di biografia spirituale dell'élite indiana". D'altro canto, ciò che gli studi subalterni cercavano di realizzare era scrivere una storia che mettesse in primo piano "il contributo dato dal popolo da solo, cioè indipendentemente dall'élite, alla creazione e allo sviluppo del nazionalismo [indiano]". Anche la storiografia marxista fu oggetto di aspre critiche da parte dei subalternisti per il suo presunto riduzionismo di classe che non riesce a comprendere le modalità uniche di resistenza subalterna sotto il colonialismo.”, cit. da e.book, pos. 1163 e 1180

Il Kèrala o Keralam (in malayalam കേരളം, Kēraḷaṁ) è uno Stato dell'India meridionale, che occupa una stretta striscia della costa sud-occidentale del Paese. Chiamato Keralam dai suoi abitanti, il Kèrala è lo Stato indiano con il tasso di alfabetizzazione più elevato (oltre il 90% della popolazione).

L'attuale primo ministro è Pinarayi Vijayan del Partito Comunista d'India (Marxista) (CPI(M)) che guida il Fronte Democratico di Sinistra (LDF), a partire dal 2016 coalizione di governo, mentre all'opposizione c'è Ramesh Chennithala che è il capo del Fronte democratico unito (UDF), guidato dal Partito del Congresso Indiano. Il Kerala è stato il primo Stato al mondo ad aver eletto democraticamente un candidato comunista (E.M.S. Nampoothiripad), che divenne il primo ministro del Kerala nel 1956, dopo la riorganizzazione dei confini dello Stato, in seguito all'indipendenza ottenuta dall'India nel 1947.

La politica e l'essere membro di partito sono concetti molto sentiti in Kerala. Questo senso di appartenenza ed emancipazione si estende anche ai sindacati e alle unioni studentesche di movimento. Grazie alla politica avanzata di Welfare e alla partecipazione democratica promossa costantemente dal CPI(M) il Kerala vanta un tasso di alfabetizzazione del 91% (il più alto dell'India)e il più basso tasso di corruzione dell'intero Paese. Usando termini per lo più occidentali, potremmo dire che il Kerala costituisce una vera e propria "roccaforte rossa”.

[Cfr. anche “Vaikom Viswan: Kerala, Left Democratic Front, Central Committee, Communist Party of India (Marxist), Vadayar”, a cura di Lambert M. Surhone, Mariam T. Tennoe, Susan F. Henssonow, Betascript Publishing, 2010]

 

e sull'argomento vedi anche 




Alpa Shah - Judith  Pettigrew, Windows into a Revolution Ethnographies of Maoism in India and Nepal, Routledge, 2018

Questo volume offre approfondimenti etnografici sui movimenti maoisti nell'Asia meridionale, concentrandosi in particolare sui casi di Nepal e India. Esplora l'interazione tra violenza di stato e attività rivoluzionarie, evidenziando come le dinamiche sociali all'interno dei villaggi influenzino la traiettoria di questi conflitti. Analizzando casi di studio specifici, getta luce sulle più ampie implicazioni di questi movimenti per le società rurali e l'autorità statale nella regione.

 

su Academia.edu https://www.academia.edu/4698274/Windows_into_a_revolution_ethnographies_of_Maoism_in_South_Asia?email_work_card=title

 

SUBALTERN STUDIES - la critica a Guha e Spivak: il concetto di ‘subalterno’ è troppo ampio

Chi è un subalterno? Come è ovvio dalla terminologia utilizzata, gli studi subalterni, in particolare all'inizio, trassero ispirazione da Gramsci, che affrontò la questione dell'identità subalterna in una una cornice marxista. Pandey (n1) sostiene che il termine "subalterno" sia "una posizione relazionale nella concettualizzazione del potere" e nel linguaggio comune sia associato agli "emarginati, gli impoveriti, gli oppressi, gli umiliati e i disprezzati". Ranajit Guha, concettualizzò il subalterno come "la differenza demografica tra la popolazione indiana totale e tutti coloro che abbiamo descritto come élite'". Pandey prosegue sostenendo che, sebbene la subalternità sia più comunemente associata ai più oppressi, "miseria e umiliazione, si riferisce a individui e gruppi (..) che non sono palesemente poveri e oppressi, e persino ad alcuni che potrebbero essere descritti come élite subalterne". Queste descrizioni sono in effetti molto ampie e problematiche. Mentre Gramsci concepiva il subalterno, intendeva il "proletariato e le altre classi sfruttate".  Ahmad (n2)  definisce il troppo ampio e plurimo significato  del termine subalterno nella terminologia, a una caratteristica della sociologia borghese. Tuttavia, Spivak sostiene che è proprio perché il capitalismo non poteva sussumere sotto di sé tutte le parti della società che è stato utilizzato il termine di subalterni.  Critica quindi Chibber (n3)  per aver ridotto il subalterno al proletariato, rendendolo un "proclama utopico marxista meccanico". In precedenza, aveva sostenuto che l'uso originario del termine da parte di Gramsci (per eludere la censura in carcere) "si trasformava [negli Studi Subalterni] nella descrizione di tutto ciò che non rientra in una rigorosa analisi di classe. Questo perché è privo di rigore teorico". Il termine “subalterno” risulta vago quando si analizzano le storie empiriche concrete. Invece di una formulazione molto ampia, userò il termine subalterno per riferirmi principalmente ai contadini marginali, agli operai e ad altri gruppi sfruttati, in particolare a coloro che subivano il peso delle oppressioni di casta e di classe del sistema feudale e del nascente sistema capitalista. La classe operaia può essere, soprattutto al giorno d’oggi, ulteriormente differenziata sulla base di categorie come rurale-urbano, agricolo-non agricolo, qualificato-non qualificato, ecc., con diversi livelli di stratificazione di classe appropriati per il loro lavoro.

 

n1)  Ashok Kumar Pandey è uno scrittore e storico il cui lavoro si concentra principalmente sull'India moderna. Nato a Suggi Chauri, nel distretto di Mau, Uttar Pradesh, il 24 gennaio 1975, è un ex studente dell'Università di Gorakhpur, dove ha studiato economia. È autore dei bestseller in hindi "Kashmirnama", "Kashmir aur Kashmiri Pandit" e "Marxvaad ke Moolbhoot Siddhant".

 

n2) Aijaz Ahmad (1941-2022) è stato uno studioso e critico letterario indiano noto per i suoi contributi nel campo degli studi postcoloniali e della teoria critica. Filosofo marxista, tra le sue opere si annoverano “Lineages of the Present: Ideological and Political Genealogies of Contemporary South Asia”, Verso, 2001 e “On Communalism and Globalization: Offensives of the Far Right - Three Essays Collective”,  New Delhi, 2002, a cui si riferisce il testo di Mannathukkaren

 

n3) Vivek Chibber è una figura cruciale nel dibattito accademico, noto per la sua critica degli Studi Subalterni e della teoria postcoloniale. La sua argomentazione centrale, in particolare nel suo libro "Teoria Postcoloniale e lo Spettro del Capitale" (Verso Book, 2013) mette in discussione i principi fondamentali dei Subaltern studies e della critica postcoloniale, in particolare la loro comprensione della diffusione globale del capitalismo. Chibber è teorico sociale, editore e professore di sociologia americano alla New York University.

da  Nissim Mannathukkaren,  Communism, Subaltern Studies and Postcolonial Theory: The Left in South India (English Edition), India, 2021, e.book, pos. 1181-1197.

Traduzione e note Subaltern studies Italia 





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