Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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sabato 8 novembre 2025

E LA RIVOLUZIONE FU INTERROTTA

 

Il nodo storico critico della “rivoluzione culturale” o GRCP (“Grande Rivoluzione Culturale Proletaria”) - in cinese: "产阶级文化大革命\" (Wúchǎn Jiējí Wénhuà Dàgémìng)






In premessa:


Il nodo storico-politico è piuttosto complesso: Mao si appoggia a Lin Piao (cioè all’esercito di liberazione popolare) per riprendere in mano il partito e ripristinare lo ‘spirito rivoluzionario‘ attraverso una ‘mobilitazione delle masse’: due finalità dunque, interne ed esterne, si coagulano nella ‘rivoluzione culturale proletaria’ a partire dal 1966 (ma un’anticipazione di questa linea si era avuta dieci anni prima con la “campagna dei Centofiori“ - 1956-prima metà 1957). L’obiettivo è quello di rinnovare il gruppo dirigente e riprendere la strada della comune di Chayashan, senza gli errori commessi riconosciuti, ma anche senza ‘restaurazione’ di sistema, quello capitalista. La situazione però sfugge di mano per l’infantile estremismo scatenato e paradossalmente Mao usa il “culto della personalità” pianificato con Lin Piao per la stabilizzazione dello Stato socialista. Anche questo è “lunga marcia”, ma culturale; o, se si vuole, momenti della “rivoluzione di lunga durata”. Il libro più interessante su questi temi rimane ancora quello di Enrica Collotti Pischel, Le origini ideologiche della rivoluzione cinese, Einaudi, 1979, ma la prima ed. è dopo i “Centofiori”, 1959 e in genere la sua Storia della rivoluzione cinese, Editori Riuniti, 1972. / fe.d.

 

“Agli albori della rivoluzione cinese: Il movimento contadino a Hai-Feng" di Peng Pai fu edito da Feltrinelli nel 1974.

Si tratta della relazione sul movimento contadino a Haifeng scritta da Peng Pai nel 1926 , Hai-feng nung-min yüntung (Il movimento contadino a Hai-feng). Questa relazione, originariamente pubblicata a puntate sulla rivista “Chung-Kuo nung-min “ nel 1926, non è altro che il materiale di studio proposto e utilizzato da Peng Pai come tema del suo insegnamento nell’Istituto di Addestramento per il movimento contadino a Canton. (Cfr. “China Monthly”, nr.69, 1969, pp.17-19). Un’altra serie di articoli e di libri su Peng Pai fu pubblicata negli anni della Rivoluzione culturale proletaria: si tratta, per lo più, di stampa anticomunista apparsa a Hong Kong in seguito alle critiche di cui furono fatti oggetto il figlio di Peng Pai, Peng Hung, e sua madre, Chou Feng. Fatto gravissimo e antimaoista, se si pensa che nel 1956 Chou Feng era stata ricevuta da Mao e l’anno successivo vi erano stati solenni festeggiamenti ad Haifeng per il trentesimo anniversario del soviet (cfr. Peng Pai, Lucia Caterina, op.cit., pag.10).

 su Peng Pai in questo blog: 

IL RURALISTA_ PENG PAI, "il re del movimento contadino" - (MAO) 

 

- Durante la Rivoluzione Culturale cinese, un movimento avviato da Mao Zedong nel 1966 per consolidare la transizione al socialismo e riaffermare il primato culturale comunista, ma che aveva anche finalità politiche di egemonia nella lotta politica all’interno del partito, le Guardie Rosse, formate principalmente da giovani sventolanti il libretto rosso furono incoraggiate a perseguire i cosiddetti nemici del popolo. Questo spesso portava a eccessi violenti e/o a vere e proprie provocazioni di infiltrati reazionari.

Uno degli episodi significativi degli eccessi delle Guardie Rosse fu la persecuzione dei familiari di Peng Pai. Peng Pai era un importante leader comunista considerato un eroe per il suo contributo alla rivoluzione maoista e alla lotta per i diritti dei contadini. Tuttavia, durante la Rivoluzione Culturale, i legami familiari non bastavano a proteggere i suoi eredi, che furono vittime di vessazioni e violenze. 


Mao primo critico del ‘maoismo’ inteso come liturgia dogmatica


 - La brutalità e l'ingiustizia di tali azioni, compresa la flagellazione dei familiari di figure storicamente significative come Peng Pai, evidenziarono gli eccessi pericolosi e fuori controllo del movimento. Questi avvenimenti, tra molti altri, convinsero alla fine Mao Ze Dong della necessità di porre un freno agli estremismi delle Guardie Rosse, ritenendo che l'anarchia e il caos generati rischiassero di favorire i reazionari. Mao decise quindi di ripristinare un minimo di ordine e legalità per limitare le ingiustizie, un passo considerato come una mossa rivoluzionaria volta a proteggere i principi fondamentali della transizione del processo della ‘rivoluzione ininterrotta’. Questo portò progressivamente a un ridimensionamento del potere delle Guardie Rosse e all'avvio di una fase di stabilizzazione politica.

 

Il Ruolo di Lin Piao nella diffusione del Libretto Rosso 



Lin Piao (o Lin Biao) fu un importante generale e politico cinese, strettamente associato al Partito Comunista Cinese (PCC) sotto la leadership di Mao Zedong. Lin svolse un ruolo cruciale, soprattutto negli anni '60, nella promozione del "Libretto Rosso" di Mao Zedong, ufficialmente noto come "Citazioni del Presidente Mao Tse-tung".


Lin Piao fu Ministro della Difesa dal 1959 e, in quanto tale, ebbe una notevole influenza sull'Esercito Popolare di Liberazione (EPL). Fu lui a introdurre l'uso del Libretto Rosso tra i militari come parte di un programma di formazione di una coscienza politica. Lin credeva infatti che la conoscenza degli ideali comunisti nella formulazione maoista sarebbe stata unificatrice e motivante per l'esercito.

 Il Libretto Rosso divenne quindi lettura pedagogico-politica per i soldati, ma presto la sua diffusione superò l'ambito militare, espandendosi a tutta la popolazione cinese. Lin utilizzò il libro come strumento per promuovere un “culto della personalità” esasperato di Mao, facendolo diventare un simbolo di fedeltà ideologica e adesione ai pensieri della guida politica, ma in senso liturgico e rituale piuttosto che consapevole, in quanto Mao veniva elevato a figura di maestro ‘ipse dixit’, le cui parole venivano considerate infallibili. Una filosofia ‘trascendentale’ piuttosto che materialista soggetta alle verifiche della storia, una modalità di obbedienza ‘confuciana’, modalità (e contenuti) che era stata da sempre criticata dallo stesso Mao. Il riverbero sul dibattito interno e sul necessario confronto dialettico all’interno del PCC fu l’inconfutabilità delle tesi del ‘capo’ che riprendeva un ‘comando’ piuttosto che la posizione di ‘garante di un’elaborazione collettiva’. Molti, troppi, iniziarono a rintuzzare le tesi considerate contrarie come “deviazione dai principi tradizionali del marxismo-leninismo” sostituendo la dialettica politica con lo stereotipo, manicheo e schematico piuttosto che marxista dialettico e critico.

Paradossalmente, l’”apologia del capo” non era (e non è) maoista.

 

PENG ZHEN E CHEN BODA 



1956 ROMA - Il  Partito Comunista Italiano accoglie Peng ZHEN


Peng Zhen (1902-1997): nel febbraio del 1966, agli albori della Rivoluzione Culturale, fece parte del cosiddetto “Gruppo dei Cinque” del Comitato Centrale, incaricato di redigere i primi documenti per il lancio della rivoluzione. Il documento redatto dal “Gruppo dei Cinque” fu considerato in contrasto con le idee di Mao Zedong, in particolare perché non riconosceva il carattere di classe della letteratura e dell'arte, un aspetto fondamentale per i maoisti. Così, nel maggio 1966, Peng Zhen fu destituito dai suoi incarichi. Nell'aprile del 1967, ricevette severe critiche dalle Guardie Rosse. Peng scomparve dalla scena politica fino al 1979, quando fu riabilitato da Deng Xiaoping e nominato membro del Comitato Centrale e dell'Ufficio Politico. Dal 1983, Peng Zhen fu presidente dell'Assemblea Nazionale del Popolo e, verso la fine degli anni Ottanta, si ritirò dalla politica. 


§

 Nel periodo del maoismo militante in Italia (cfr. § In Italia alla voce ‘Maoismo’ su Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Maoismo , il paragrafo è stato scritto e viene ‘monitorato’ quasi integralmente da noi) Chen Boda era il prototipo dell’intellettuale ‘organico’ alla rivoluzione maoista, un redattore entusiasta del libretto rosso, il braccio destro di Lin Piao, che aveva pianificato la diffusione capillare del prezioso volumetto non solo tra i soldati delle Guardie Rosse, che sarebbero diventate il braccio operativo della rivoluzione culturale; proletarizzandola, cioè ripristinando lo spirito della fase storica rivoluzionaria, delle origini ruraliste di Peng Pai, della ‘lunga marcia’ del 1934-35, delle repubbliche sovietiche cinesi, delle grotte di Yen’an. Anche fisicamente, con quei suoi occhialini tondi, Chen Boda si prestava bene all’iconografia della purezza ideologica dell’intellettuale “al servizio delle masse popolari“. MA…

 

CHEN BODA, ANIMATORE DELLA “RIVOLUZIONE CULTURALE” 



Chen Boda è stato un importante teorico e politico cinese, strettamente associato a Mao Zedong e al Partito Comunista Cinese. Nato nel 1904, Chen divenne uno dei principali ideologi del Partito e un importante collaboratore e consigliere di Mao. Era noto per essere un abile propagandista e teorico comunista.


Durante la Rivoluzione Culturale, che ebbe inizio nel 1966, Chen Boda svolse un ruolo significativo. La Rivoluzione Culturale fu lanciata da Mao Zedong con l'intento di preservare il comunismo cinese da influenze borghesi e ‘revisioniste’ degli ideali che avevano animato la fase rivoluzionaria. La sua caratterizzazione fu di intensa lotta politica, ideologica e sociale, che Chen Boda attraversò tutte al fianco di Mao e di Lin Piao.

Chen Boda divenne il presidente del Gruppo della Rivoluzione Culturale della Cina, una posizione cruciale per l'attuazione delle politiche della rivoluzione. Fu uno degli architetti delle campagne ideologiche che caratterizzarono il periodo, contribuendo a diffondere capillarmente il pensiero di Mao Zedong e sostenendo l'idea di una rivoluzione continua e ininterrotta per scongiurare una restaurazione capitalista. Fu dunque coinvolto nella redazione del "Libretto rosso”, che divenne ben presto il simbolo della stessa Rivoluzione Culturale.

Chen Boda giocò un ruolo chiave anche nel controllo dei media, in particolare del “Quotidiano del Popolo” (Renmin Ribao), il giornale ufficiale del Partito Comunista Cinese e uno degli organi di stampa più pervasivi nel Paese. Chen assunse il controllo del “Quotidiano del Popolo”, che sotto la sua direzione divenne uno strumento centrale per diffondere tutte le istanze politico-ideali della Rivoluzione Culturale e promuovere così la linea politica di Mao. Sotto la sua influenza, il giornale si concentrò sulla “mobilitazione delle masse” come architrave per mantenere costante lo spirito rivoluzionario e sull'attacco alle idee e istituzioni che Mao riteneva ostili alla rivoluzione socialista.





Alla vigilia della Rivoluzione Culturale, Chen Boda (1904-1989) nonostante avesse precedentemente collaborato con Liu Shaoqi e non avesse criticato un'opera considerata ostile a Mao, +nota+ si allineò alle posizioni di Mao Zedong. Nel maggio 1966, divenne presidente del Gruppo Centrale per la Rivoluzione Culturale e assunse il controllo del Renmin Ribao. Ad agosto, entrò nel Comitato Permanente dell'Ufficio Politico.

 

Tuttavia, il suo rapporto con Mao si deteriorò a partire dalla preparazione del IX Congresso del Partito nel 1969. Mao non fu soddisfatto della bozza di rapporto politico di Chen, poiché era focalizzata sullo sviluppo economico piuttosto che sulla lotta di classe. Questo portò Mao a sostituire Chen nel processo di revisione del rapporto.

Nonostante ciò, Chen mantenne un ruolo importante all'interno del Comitato Permanente e si alleò con Lin Piao, il successore designato di Mao. Nel 1970, Chen sostenne Lin nel tentativo di restaurare la carica di Presidente della Repubblica, in opposizione ai maoisti. Questo portò Mao a concentrare attacchi su Chen, accusandolo di ignorare il marxismo, e a escluderlo dalla direzione del partito.

 

LA FINE DI CHEN BODA, “SOFISTA IGNORANTE”

 Tuttavia, la sua carriera subì una svolta negativa alla fine degli anni '60. Nel 1970, al IX Congresso del Partito Comunista Cinese, Chen cadde in disgrazia, fu definito da Mao un ‘sofista ignorante’, e destituito dai suoi incarichi, accusato di faziosità e di aver sostenuto Lin Piao, un altro leader caduto in disgrazia. Venne arrestato nel 1971 e, dopo il crollo della “Banda dei Quattro”, fu processato e condannato durante i primi anni '80.

Chen Boda, l’”estremista della rivoluzione culturale”, uno dei redattori e diffusori del “libretto rosso” e della sua ricezione in Occidente nelle forme e nei modi della militanza marxista-leninista, trascorse il resto della sua vita in detenzione e morì nel 1989.

  

+nota+ L'opera che Chen Boda non aveva criticato si intitolava La destituzione di Hai Rui.  Era un dramma storico scritto da Wu Han, un accademico e drammaturgo cinese, ed era stato pubblicato e messo in scena nell'agosto 1965. L'opera era considerata da molti come un'allegoria contro Mao Zedong e la sua politica, in quanto il protagonista, Hai Rui, era visto come un funzionario onesto ingiustamente deposto, il che poteva essere interpretato come una critica alle destituzioni-sostituzioni politiche del periodo della rivoluzione culturale in gestazione. Il 25 maggio 1966, all'Università di Pechino, la giovane insegnante di filosofia Niè Yuánzǐ critica il presidente dell'università Lu Ping tramite un dazibao (manifesto murale), perché egli non ha preso una ferma posizione politica contro la "destituzione di Hai Rui" (non ha quindi appoggiato Mao). Il testo, ufficialmente approvato da Mao e trasmesso per radio il 1º giugno, è considerato il primo dazibao della Rivoluzione Culturale. Niè Yuanzi diventerà leader di uno dei principali gruppi di Guardie rosse.

 

A cura di Ferdinando Dubla

 


Consultati anche:


 Guido Samarani, Mao Zedong. Il Grande Timoniere che guidò la Cina dalla rivoluzione al socialismo, Salerno ed., 2024


Enrica Collotti Pischel, La Cina rivoluzionaria - Esperienze e sviluppi della “Rivoluzione ininterrotta”, Einaudi, 1965

 

 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE FONTI MAOISMO CRITICO

 

Maoismo critico è la pagina di supporto della rivista storica on line Lavoro Politico e di Subaltern studies Italia

https://www.facebook.com/people/Maoismo-critico/61578791308175/ 










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