lunedì 6 febbraio 2017
PIETRO CARUCCI da Martina Franca -- il partigiano 'Gregorio' -- il libro (2)
Universo concentrazionario,
discriminazione politica, centralità della classe operaia nella resistenza
antifascista, il ruolo degli uomini e
delle donne del Mezzogiorno d’Italia per la liberazione del nostro paese, delusione
per lo stato della memoria negli assetti postbellici, c’è tutto questo nel
testo che Pietro Carucci, di Martina Franca (TA) e internato a Gusen, uno dei
sottocampi di Mauthausen, ha consegnato alla storia e alle giovani generazioni.
La parabola di una vita, di una singola biografia, anche di una famiglia
martoriata dalle persecuzioni, attraversa la sofferenza indicibile di un’Europa
dilaniata e massacrata da una barbarie, quella nazista, che rende la memoria
uno strumento non solo per non dimenticare, ma perché i fattori scatenanti della
stessa vengano subito riconosciuti quando si presentano nella contemporaneità,
per essere combattuti, in nome di un progetto sociale profondamente
democratico, di un futuro possibile solo per essere umani liberi ed eguali. (fe.d.)
Sintesi del testo
“Da
Martina Franca a Mauthausen. Diario del partigiano Gregorio” dell’autore Pietro
Carucci con la prefazione di Armando Cossutta, edito dalla Nuova Editrice
Apulia, 2009
2 gennaio 1912: Pietro Carucci nasce a
Martina Franca (Taranto) da Giuseppe Carucci e Maria Semeraro. Nel 1927,
terminata la scuola di avviamento, a 15 anni, fu assunto presso i cantieri
navali "Franco Tosi" di Taranto dove fu destinato come aiuto
contabile all'ufficio paghe anche se la sua aspirazione era quella di diventare
tornitore. Nel 1930, a 18 anni, diede la sua adesione alla cellula comunista
dei cantieri navali.
Fine
agosto 1932: viene arrestato insieme al figlio di Odoardo Voccoli. Fu
interrogato dal commissario addetto all'ufficio personale politico e registrato
con la qualifica di "COMUNISTA PERICOLOSO"
14 settembre
1932: fu qualificato "allievo segnalatore" e destinato alla stazione
segnali di colonnello in Abruzzo, come confinato.
Marzo 1933: fece
domanda alla zona semaforica di Venezia che aveva bisogno di un dattilografo.
Fu trasferito ma dopo quindici giorni arrivò il suo foglio matricolare e fu
trasferito alla stazione segnali di torre piloti degli Alberoni, sempre a Venezia.
1933/1939
23 marzo 1933:
fu imbarcato sul dragamine n.7 della base militare in Arsenale di Venezia dove
rimase fino al 20 gennaio 1935. 21 GENNAIO 1935: venne imbarcato
sull'incrociatore "Da Barbiano". 2 agosto 1935: fu congedato. Agosto
1937: venne richiamato per istruzioni militari anche se dopo una settimana
riottenne il congedo. 19 agosto1939: venne richiamato e inviato alla base della
marina di Valona in Albania e dal 7 dicembre fu assegnato ai servizi di terra.
In seguito raggiunse il fratello Angelo che lavorava alla "Magneti
Marelli" a Sesto San Giovanni.
Febbraio 1940:
venne chiamato dal commissario dott. Giannuso, il quale gli consegnò il foglio
di via che prevedeva il rientro a Martina Franca con l'obbligo di presentarsi
al commissariato di pubblica sicurezza.
1 marzo 1940: prende servizio presso
la "Magneti Martelli" e stabilì la sua residenza a Bergamo,
presso alcuni parenti di sua cognata. La questura di Taranto passa a quella di
Bergamo il suo dossier e chiede informazioni sul suo posto di lavoro per
eventuali provvedimenti. Dopo colloquio tra un agente dell'ufficio politico e
il direttore della ditta, venne riferito a Carucci che il commendatore Massa
aveva riferito che stava svolgendo il suo lavoro e che nessuna lamentela gli
era pervenuta. Non risultava che facesse attività politica contraria al regime.
27 luglio 1943: si votò presso la
Magneti Marelli per l'elezione della commissione interna e Carucci fu nominato
segretario della commissione.
4 settembre 1943: primo sciopero contro la guerra da parte della grandi fabbriche, tenuto
dalla Magneti Marelli per "rivendicazioni economiche e fine della
guerra".
Il 6 settembre
1943: dopo essere stato chiamato dal direttore generale, Carucci venne
interrogato dal commissario Giannuso, il colonnello Nava ed il tenente
colonnello Barroncini; si stabilì che c'erano i presupposti per arrestarlo.
17 settembre 1943: fu rilasciato a seguito dello scioglimento del Tribunale
Militare Monarchico e si recò verso il suo ufficio. Il commendatore Massa riferì
a Carucci che le SS ed i fascisti lo stavano cercando. Fu inviato in
Valseriana, a Bratto della Presolana, per organizzare i primi gruppi
partigiani della bergamasca. Il propretario della casa in cui si svolgevano
le riunioni li fece arrestare tutti.
ARRESTO E DEPORTAZIONE A MAUTHAUSEN (GUSEN)
16 novembre 1943: fu interrogato e
trasferito alle carceri della stessa città insieme al compagno Ferretti. Aprile 1944: ancora con Ferretti fu
condotto dalle carceri di Clusone all'Hotel Regina di Milano, sede delle SS.
Dopo l'interrogatorio fu trasferito alle carceri di San Vittore, a Milano, al
5° raggio, dove fece la conoscenza del dott.
Indro Montanelli, corrispondente del "Corriere della Sera". 9
giugno 1944: Carucci e Ferretti furono traferiti dalle carceri di San
Vittore al campo di concentramento di Fossoli, il giorno dopo formarono dei
gruppi composti da quattro politici e ricordarono il 20° anniversario
dell'uccisione dell'onorevole Matteotti.
22 luglio 1944: furono condotti nel
campo di concentramento usato dai tedeschi per i loro smistamenti, da lì
partivano infatti i treni carichi di prigionieri verso i lager di
Mauthausen, Dachau e Auschwitz. Fine luglio 1944: partenza per Mauthausen, arrivo il 4 agosto. 17
agosto: furono trasferiti al campo di Gusen
dopo aver avanzato la richiesta di una baracca più grande.
LIBERAZIONE: 5 maggio 1945: liberazione
del campo di Gusen. Una quindicina di giorni dopo, tutti i deportati furono
traSferiti a Muthausen. In seguito venne fatto ritornare in Italia. Arrivarono
a Bolzano il 25 giugno 1945.
DOPOGUERRA: 13 luglio 1946: Carucci si
sposa con Luciana Cazzani a Gornate Olona, vicino a Varese dove si era
rifugiato suo fratello Angelo, che era ricercato dalla questura di Sesto San
Giovanni, in quanto comunista. Nel 1948 riprese il posto alla Magneti Marelli.
IL LICENZIAMENTO DISCRIMINATORIO: 15
agosto 1949: Carucci venne licenziato perché riprese a fare politica attiva.
Fece ricorso alla magistratura e vinse la causa, ma non potè riottenere il suo
posto di lavoro
Maggio 1955:
pellegrinaggio verso Linz, Mauthausen e Gusen
Pietro Carucci è
morto il primo Marzo del 1994, le sue spoglie riposano nel cimitero di Martina
Franca.
il libro di Carucci verrà presentato agli studenti, a cura dell'ANPI, MERCOLEDI 8 febbraio 2017 presso l'IISS "Leonardo da Vinci" di Martina Franca (TA), a partire dalle h.10,30.
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