IL CLASSISMO DELLE SCUOLE, una senile patologia delle politiche di questi anni che, con furore ideologico, hanno cercato di smantellare la scuola pubblica considerandola un’azienda di mercato con al vertice capi-manager che devono farsi largo nella concorrenza. Hanno imposto il primato dell’antipedagogia, con il vuoto linguaggio formalistico anglofono americanizzante, e hanno teso a rendere il lavoro degli insegnanti misurabile e valutabile come merce esposta al supermercato, con una mole burocratica degna dei racconti di Kafka. La cooperazione educativa, il dialogo formativo, la collegialità decisionale ai minimi termini e da non registrare nei libri contabili.
I poveri, i disabili, i deboli, dunque, soggetti veri della pedagogia di ogni tempo, da Comenio a Montessori a Don Milani e Makarenko, sono diventati una vergogna da nascondere. Vergognatevi, ma voi. (fe.d.)
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