In un Paese dove la povertà economica colpisce già un 1 milione di minori, è troppo alto il tasso di dispersione scolastica italiana e in particolare è nelle regioni del Sud che l’offerta educativa per bambini e adolescenti è «scarsa e inadeguata». La regione con la maglia nera è la Campania, dove solo nel 6,5% delle scuole primarie è garantito il tempo pieno. Sono solo alcuni dei dati rivelati dallo studio di Save The Children, nel primo rapporto intitolato «La Lampada di Aladino — L’Indice per misurare le povertà educative e illuminare il futuro dei bambini in Italia». In Calabria, per esempio, gli asili nido pubblici sono sufficienti solo per il 2,8% dei bambini fino a 2 anni di età. Fa peggio la Calabria con il 2,5% e si registrano valori bassi anche in Puglia (4,5%), Sicilia (5,3%), Basilicata (7,3%), Abruzzo (9,5%). L’Emilia Romagna è prima per copertura di nidi pubblici (26,5%) e tra le prime per partecipazione al teatro dei ragazzi (ci sono stati nell’ultimo anno il 38,7%) e pratica sportiva (57,8%).
Meno di un terzo dei minori italiani fa sport. I libri e l’arte occupano il tempo libero di pochi: appena il 16% dei minori campani ha visitato un monumento nell’ultimo anno, e ancora meno i ragazzi in Calabria, il 12%. La situazione è più grave e diffusa al Sud, ma perfino Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Emilia Romagna, le regioni italiane più «ricche» di servizi e opportunità educative per bambini e adolescenti, non reggono il confronto con l’Europa: nessuna regione italiana è in linea con alcuni obiettivi europei quali, per esempio, la copertura degli asili nido che dovrebbe essere del 33% (nella fascia di età 0–2 anni), ma arriva a stento al 26,5% in Emilia Romagna. E, per esempio, la dispersione scolastica, che ha numeri altissimi in Campania e Sicilia (22 e 25,8%), arriva anche in Valle d’Aosta al 19% (l’Ue ha posto obiettivo del 10% al 2020).
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