Roberto Ciccarelli su 'Il Manifesto' di oggi:
lunedì 25 agosto 2014
Ennesimo tentativo controriformistico sulla scuola: i piani dell'accoppiata Renzi-Giannini per trasformarla definitivamente in azienda al servizio del mercato
Roberto Ciccarelli su 'Il Manifesto' di oggi:
Roberto Ciccarelli3 m
ROMA
Istituzione della «meritocrazia» tra gli insegnanti e riforma della professione docente su tre fasce stipendiali: insegnanti ordinari, esperti e senior. Lo stipendio dei professori a scuola sarà così legato al «merito» e non all’anzianità di servizio. Da istituzione pubblica, la scuola italiana verrà trasformata secondo i criteri aziendalistici dove c’è la concorrenza tra i dipendenti e i dirigenti sulla base del loro rendimento nella formazione degli studenti e della «produttività» degli istituti in cui lavorano. «Chi fa di più prende più soldi» è l’idea di fondo dell’esecutivo.
Poi c’è l’eliminazione delle supplenze brevi per 400 mila docenti precari iscritti alle graduatorie di istituto e creazione dell’«organico funzionale». Quello «di fatto», sul quale è organizzata la scuola italiana dovrebbe andare in soffitta. Sono i punti principali della «riforma» della scuola alla quale starebbe lavorando il governo Renzi in vista dell’atteso Consiglio dei ministri di venerdì 29 agosto.
In quella occasione, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini presenterà una «visione» articolata in «29 linee guida». «I supplenti non saranno eliminati fisicamente» ha precisato ieri Giannini al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.
Per Giannini le supplenze andranno «riconsiderate», anche perché «si sa già dall’inizio dell’anno scolastico quali sono i posti da sostituire stabilmente» ma «un meccanismo perverso che ci trasciniamo da decenni non ci consente di lavorare se non con l’organico di diritto e quindi di riempirlo attraverso le graduatorie». Il suo obiettivo è «ragionare in termini di organico funzionale e non di organico di diritto che si distingue dall’organico funzionale. Le supplenze non fanno bene nè a chi le fa nè a chi le riceve».
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