Per assumere 148.100 nuovi docenti saranno necessari circa 3 miliardi di euro. Per l’esercizio finanziario 2015, primo anno di attuazione del piano, sarà necessario impegnare 1 miliardo da settembre a dicembre. In una simulazione inserita nel volume «La buona scuola» il costo immediato sarà di 3 miliardi di euro, che in 10 anni salirà a 4,1 miliardi (per contributi ecc). Il governo dice che prenderà i soldi dal risparmio delle supplenze. Una previsione che al momento sembra ottimistica, ma che spiega anche l’idea di sostituire gli scatti di anzianità con quelli «di competenza».
Dal 15 settembre al 15 novembre partirà inoltre il «piano di ascolto» sul progetto di riforma della scuola presentato ieri dal governo Renzi. Il presidente del Consiglio preferisce non chiamarla «consultazione» ma «co-progettazione» che avverrà in «co-design jams, barcamp o world cafès». Agli sudenti verrà fornito il kit «La Buona Scuola» con il quale organizzare «dibattiti» negli istituti. «La scuola — si legge nel opuscolo “La buona scuola” consultabile sul sito passodopopasso.italia.it — deve diventare una vera risposta strutturale alla disoccupazione giovanile e l’avamposto del rilancio del Made in Italy».
Per il momento, il dato più concreto è l’assunzione dei 150 mila precari a settembre 2015 e il concorso per altri 40 mila abilitati all’insegnamento tra il 2016 e il 2019. Il costo sarà, a regime, di 4 miliardi di euro che il governo intende trovare con dal risparmio sulle supplenze e dalla spending review.
Forte è lo scetticismo tra i sindacati e i presidi, immediata è stata la reazione negativa degli studenti che scenderanno in piazza il 10 ottobre. Piero Bernocchi dei Cobas, giudica positivamente l’annuncio sui precari, ma critica la competizione tra i docenti prevista dalla riforma «meritocratica» e la sollecitazione agli investimenti privati, in un quadro di potenziamento dei rapporti con le imprese. «In termini generali è un piano ambizioso, ma ci sono degli aspetti di difficilissima applicazione». Così Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola. L’Unicobas conferma lo sciopero del 17 settembre e critica il sistema di valutazione dei docenti. Il Codacons ricorrerà contro lo strapotere dei presidi, mentre i presidi rimandano a settembre la riforma. Per loro, oggi, la valutazione degli insegnanti non è possibile. Gli studenti dell’Uds mancano misure per il diritto allo studio. «La riforma privatizza sostanzialmente l’istruzione».
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