Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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lunedì 9 febbraio 2015

Enrico Berlinguer: il partito come formazione pedagogica


Forte tensione ideale, prospettiva rivoluzionaria e il partito come “scuola” e intellettuale collettivo

 dall’intervento al CC del PCI del 15 gennaio 1970

Enrico Berlinguer (1922-1984)

(..)Non basta che una prospettiva sia in sè rivoluzionaria: occorre che sia riconosciuta e sentita come tale da grande masse. Ecco il punto da cui dobbiamo partire. Ora, questo problema ci si propone oggi in termini che, in parte, sono del tutto nuovi, anche perché esso è strettamente unito allo sforzo che vogliamo compiere in modo sempre più coerente per affermare una visione della lotta per il socialismo che comporta la liberazione da elementi messianici, di utopia. Ma, anche e proprio perché riteniamo necessario compiere questo sforzo, dobbiamo in pari tempo proporci con forza il problema del mantenimento e del recupero su terreni che in parte devono essere necessariamente diversi da quelli del passato, di valori e sentimenti che restano e sempre saranno essenziali per la lotta rivoluzionaria della classe operaia e dei suoi alleati, perché il movimento di emancipazione dei lavoratori non può vivere ed avanzare se viene privato della carica di una forte tensione ideale.
(..)
Su questi terreni, che sono di lotta politica e di cultura insieme, sono convinto che possiamo collegarci più saldamente e ampiamente a tutte quelle forze e a quelle spinte che si ribellano, che respingono i modi di vita e l'assenza di valori dell'attuale civiltà capitalistica e cercano una via di uscita; e che, nella ricerca di questa via di uscita, nella lotta e costruzione di una società nuova possano portare un loro peculiare apporto non solo di lotta, ma anche di valori. Io credo però che anche all'assolvimento di questi compiti è affidata in larga misura, e più in generale, l'affermazione di quel ruolo insostituibile che ha nella situazione italiana il partito comunista, in quanto partito diverso da tutti gli altri. Partito capace, ceto, prima di tutti, di essere l'animatore, l'organizzatore delle lotte; di essere uno degli elementi fondamentali dell'unificazione, della sintesi politica, del raggruppamento delle alleanze attorno alla classe operaia; ma capace anche di proporre sempre col respiro necessario una generale prospettiva rivoluzionaria che sia riconosciuta e sentita. (..) la prospettiva rivoluzionaria richiede sempre un grado di elaborazione politica ed ideale elevata che solo un partito concepito e costruito come intellettuale collettivo può assicurare.
(..) Bisogna cioè ricordare sempre che il partito, se è certo, e prima di tutto, organizzazione di lotta o politica, è anche " scuola". E scuola deve essere anche la Federazione giovanile comunista. Tutti dobbiamo impegnarci alla costruzione di una grande autonoma organizzazione giovanile comunista di masse e di lotta. (..) Lenin non aveva esitazioni a mettere in luce l'importanza che deve avere per un partito rivoluzionario il momento della pedagogia. Noi tutti sappiamo bene, del resto, quale rilievo questo momento ha avuto negli scritti di un altro nostro grande maestro, Antonio Gramsci, e quale contributo Gramsci abbia dato alla elaborazione non solo della pedagogia in generale, ma anche al modo specifico con cui i problemi della pedagogia si pongono per il partito politico del proletariato.
 
Sull'ultimo numero di Lavoro Politico
 
di estrema attualità per noi e il nostro impegno (fe.d.)

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