venerdì 1 luglio 2016
Antonio Banfi: il marxismo come..."fuor dell'abisso della tragica crisi" (1946)
"FUOR DELL'ABISSO DELLA TRAGICA CRISI"
IL MARXISMO COME...
distruzione teoretica del
dogmatismo metafisico ed estremo
sviluppo della coscienza storica. La
filosofia diviene l’aperta sistematica in cui si attua la libera, universale
esigenza teoretica. Il materialismo dialettico ha presupposto un razionalismo critico ed è esso
stesso un realismo critico
di
Antonio Banfi
(1) (2)
Consideriamo dunque il marxismo come l'ideologia della classe
lavoratrice in quanto essa lotta ed opera nella concretezza della realtà
storica, per la liberazione dell'uomo dallo sfruttamento dell'uomo e per la
creazione di una società senza classi, insomma per un umanesimo aperto e
costruttivo.(..)
[Così appare qui il terzo aspetto dell’ideologia marxista, il
suo fondamentale carattere critico.]Per carattere critico del sapere nelle sue varie forme noi
dobbiamo intendere la presenza, in esso esplicita od implicita come metodo,
della coscienza della sua natura che dissolve nella ricerca, perciò infinita ed
aperta, ogni fissità dell’esperienza comune, ogni limite di risoluzione
metafisica. Implicitamente critico è il pensiero scientifico e il pensiero
storico, in quanto di principio rinuncia ad ogni presupposto dogmatico e si
affida al proprio metodo che in forma diversa rappresenta il processo di
elaborazione razionale dell’esperienza. Ma questa sua criticità che è una cosa
sola con la sua fecondità è condizionata dal fatto che tutti i presupposti e i limiti dogmatici, anche impliciti, siano
di massima dissolti. E poiché questi presupposti e questi limiti derivano da una tacita,
consuetudinaria o da una manifesta, esplicita, metafisica visione unitaria
idealmente conclusa dal reale, la libertà ed efficacia del sapere scientifico e
storico dipendono dalla distruzione
teoretica del dogmatismo e in particolare del dogmatismo metafisico. Non è senza ragione infatti che il fiorire
della coscienza scientifica e storica nell’età moderna si accompagni con la
dissoluzione della metafisica classica, con lo sviluppo della conoscenza
critica nel pensiero speculativo e dei metodi che vi corrispondono. Seguendo
questo sviluppo, se non fosse qui fuori di luogo, potremmo vedere farsi strada
via via, sempre più pura, attraverso a residui dogmatici e forme ancora
implicitamente metafisiche, la coscienza critica sul piano filosofico. Per
essa, per i metodi in cui si esprime, la filosofia diviene non il chiuso
sistema di una concettualità dogmatica ma l’aperta sistematica in cui si attua
la libera, universale esigenza teoretica e per cui si garantisce l’infinito
sviluppo dell’esperienza. Lungi dal concludere questa nel rigido scheletro di
una realtà assoluta la filosofia riconosce la varietà di piani e di passaggi
della realtà concreta o, in altre parole, la sua natura dialettica, in cui sono
implicite ed attive la conoscenza e l’azione umana. Ora il marxismo, come materialismo storico, è anzi tutto l’estremo
sviluppo della coscienza storica che, con la coscienza scientifica,
costituisce la duplice via di liberazione del sapere, fin dall’inizio dell’età
moderna, del vincolo dogmatico-metafisico. E proprio perché realizza in sé
l’assoluto storicismo esso è il sapere storico in quanto riconosce ed attua in
sé criticamente la propria natura, al di là
di ogni presupposto e ogni limite. Ma perciò appunto esso implica una
posizione critica in generale del pensiero, una radicale opposizione contro
ogni dogmatismo metafisico che riduca o sformi la sua visione della realtà
storica e la sua azione in essa, si tratti di idealismo o di spiritualismo, di
irrazionalismo o di materialismo deterministico, di empirismo o di razionalismo
dogmatico. Il materialismo dialettico ha per presupposto un razionalismo
critico e perciò, come vedemmo, dialettico. Il termine di “materialismo”, che
sarebbe errore patente assumere in senso ingenuamente empirico o dogmaticamente
metafisico, aggiunge al termine “realismo” una duplice nota. Esso esprime anzi
tutto, da un punto di vista storico, la posizione polemica nei riguardi
dell'idealismo; dal punto di vista speculativo l’opposizione radicale ad ogni
velleità metafisica in quanto il concetto di materia, mentre vale per il
pensiero metafisico classico come il non-essere, esprime per il pensiero
moderno il piano su cui si esercita la ragione scientifica e in cui si realizza
l’attività tecnica e con essa la vita tutta dell’uomo. Ed è proprio questo
passaggio ad un valore concretamente positivo del concetto di materia, dalla
sua vanità metafisica alla sua concretezza implicante il pensiero e l’azione
dell’uomo, che si esprime nel termine “dialettico”. [..]
Storia, fato e libertà
V'è per l'umanità oggi una sola via di salvezza ed è
l'affermarsi della classe lavoratrice, attraverso la lotta contro
l'imperialismo, come storicamente universale e progressiva, come tale da
risolvere i contrasti della società borghese in una società senza classi,
aperta allo sviluppo di tutte le energie umane, principio di un nuovo periodo storico, ove la storia non sia fato, ma libertà degli uomini. (..)Così il marxismo è l'ideologia che illumina la ricostruzione
umana fuor dell'abisso della tragica
crisi, che salva, compie e concreta l'ideale
dell'uomo copernicano, dell'uomo
che si sa nel mondo a costruire con la scienza e la tecnica il suo mondo, che
riconosce il valore del suo lavoro, della comunità in cui esso si attua, della
storia, di cui non è più vittima, ma libero fattore. (..)
(1) stralci da Saggio
sul marxismo, da Società, n.4, anno XIV, luglio-agosto 1958. Lo scritto,
pubblicato postumo, è del 1946, sta in Antonio Banfi, Saggi sul marxismo, Ed.Riuniti, 1960, pag.31,36-38,42-44
(2) post, titoli, corsivi e grassetto sono a cura di ferdinando
dubla
POST
A fronte delle correnti filosofiche che si erano affermate
nella prima metà del '900 (fra tutte, l'esistenzialismo e la fenomenologia),
Banfi, pur interloquendo intensamente con esse, rivendica l'autonomia della
ricerca marxista, l'efficacia sul piano dell'interpretazione delle vicende
umane della concezione materialistica della storia. Il marxismo come filosofia
a pieno titolo, dunque, purchè si pensi continuamente come ricerca, che ponga
in dubbio la teoria in quanto tale a favore della prassi concreta finalizzata
ad una profonda trasformazione del mondo. Filosofia della praxis, aveva
indicato Antonio Gramsci, compiuta in sè ma attraversata dal metodo della
destrutturazione dell'apparenza fenomenica, cioè di come i fatti sociali sono e
di come essi appaiono agli occhi delle grandi masse attraverso l'interpolazione
ideologica delle classi dominanti. Banfi, nel mantenere inalterato il metodo
destrutturante e di disvelamento (si pensi solo ai concetti di alienazione, di
mercificazione in Marx, di senso comune in Gramsci) dei fenomeni sociali,
necessario per la natura contraddittoria del capitalismo e dell'imperialismo, pone
punti di partenza irrinunciabili e finalità costitutive. L'unico punto
irrinunciabile, per una filosofia rivoluzionaria, è l'epochè scettica: porre in
dubbio l'esistente e come si manifesta nell'ambito storico-concreto. Per non
cadere nello scetticismo e/o nel relativismo, Banfi colloca la ragione come
facoltà razionale al centro delle disamine critiche, per cui ogni metafisica che
si nutre di certezze apodittiche è destinata a cedere il terreno alla
consapevolezza responsabile sul reale destino degli uomini nella storia (umanesimo
storico più che storicistico, nuovo umanesimo materialistico), la coscienza di
classe resa universalisticamente. Il dogmatismo non può innervare il marxismo,
pena la sua stessa dissoluzione: è l'altra faccia dell'empirismo e del
determinismo, per cui mai si comprenderebbe il caos dell'esperienza. Se Socrate
è la ricerca filosofica continuamente aperta tramite le definizioni ma guidata
dall'eticità, Galilei e Copernico sono
l'uomo "onnilaterale" e politecnico della finalità pedagogica
marxista.
..e a voi che
criticate il dubbio io dico: non partì Marx da quello? e a voi che amate le
certezze, io dico, ora scegliete tra il progresso scientifico e i miracoli, tra
l'infinita ricerca che si nutre di epoché scettica e la barbarie
dell'Inquisizione..
[ferdinando dubla]
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