Lev Vygotskij fu lo studioso sovietico che individuò nella Zona di Sviluppo Prossimale quelle potenzialità che nel bambino possono svilupparsi o meno e in misura variabile a seconda di quanto vengano stimolate dall’ambiente circostante, in particolare nel rapporto con le persone che gli sono vicine e che già hanno acquisito competenze in quello stesso ambito.
La peculiarità della pedagogia di Vygotskij è infatti quella di mettere in luce il rapporto tra educato ed educatore e il progressivo dispiegarsi delle potenzialità che andranno ad accrescersi progressivamente sino alla maturità del soggetto e ancora oltre. La sua non fu dunque una fascinazione verso l’infanzia, ma verso le potenzialità dell’essere umano. Questo gli permise di mettere in luce, con particolare evidenza, le responsabilità educative e il ruolo degli adulti, senza dimenticare quanto i ragazzi sappiano aiutarsi vicendevolmente.
Ma di più, Vygotskij fu lo studioso che più di ogni altro mise il bambino all’interno del suo contesto sociale e l’uomo nel suo contesto storico, evidenziando come la formazione stessa della coscienza e le possibilità linguistiche di concepirla ed esprimarla siano atti possibili per l’essere umano sono all’interno del contesto sociale e di come questo contesto sociale muti costantemente.
La raffinatezza e la profondità della sua visione, dei suoi studi e delle sue sperimentazioni - sempre lontana da ogni tentazione puramente deterministica e meccanicistica - non si astrasse mai dal momento storico che stava vivendo e dall’impegno che assunse nella costruzione concreta del socialismo. Il suo impegno lo portò a spaziare, fin dove fosse necessario, tra arte, psicologia e pedagogia, seguendo le tracce che potessero svelare i meccanismi del linguaggio e del pensiero per poi utilizzare quella chiarezza nei compiti concreti che l’Unione Sovietica doveva affrontare nell’educazione del popolo.
La sua acutezza lo portò a vedere possibilità e a distinguere così sottilmente, che non tutti furono in grado ed ebbero il tempo, in quegli anni convulsi, di valutare appieno il suo apporto alla causa sovietica. Restano però i suoi scritti. A noi il compito di farli nuovamente vivere, nell’orizzonte politico e umano che lui scelse: la costruzione del socialismo.
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