Krupskaja: teoria e pratica pedagogica, 1917/1939
In questi anni, assieme a figure come Lenin e Lunačarskij, partecipa come pedagogista alla realizzazione di una nuova scuola, cercando di rendere attuale la riflessione di Marx sull'esigenza di un "uomo nuovo" sviluppato "onnilateralmente" attraverso l'abitudine al lavoro collettivo e una preparazione politecnica, prendendo le distanze dalla "scuola del lavoro" di Kerschensteiner. Questa scuola viene definita di "cultura generale e politecnica" e si propone di integrare lavoro intellettuale e lavoro manuale (produttivo). Secondo alcuni studiosi, questo progetto ebbe difficoltà nell'integrazione con il lavoro intellettuale sistematico e non direttamente finalizzato alla produzione, artigianale o su scala industriale, che avrebbe portato alla realizzazione pratica degli ideali marxisti. (1)
Per tutto il periodo dell'edificazione socialista, e in particolare dopo la morte di Lenin nel 1924, cercò di stimolare la formazione politecnica, l'educazione sociale e la pedagogia del collettivo. Il suo sforzo di pedagogista fu volto a indirizzare e rafforzare le strutture giovanili come l'Organizzazione dei pionieri di tutta l'Unione, che raggruppava bambini dai 9 ai 14 anni e il Komsomol, l'Unione comunista leninista della gioventù pansovietica, nell'intento di attualizzare nel concreto il leninismo attraverso metodologie pedagogiche finalizzate al primato della politecnicizzazione. La K. teorizzava il superamento della separazione tra teoria e prassi, scienza, tecnica e cultura, proprie, a suo parere, delle pedagogie praticate nel mondo capitalista borghese, funzionali alla divisione in classi della società.
Una Risoluzione del Partito Comunista del 4 luglio 1936, escluse le ore di lavoro dal piano didattico delle scuole, riequilibrando il rapporto a favore dello studio e dell’istruzione non direttamente finalizzata alla professionalizzazione, rendendo più efficiente l’intero sistema scolastico. La cosiddetta “pedologia”, termine con cui si intendeva la psicologia sperimentale applicata alle metodologie didattiche attiviste, fu dichiarata una “pseudoscienza”, ed anche la K., aperta, seppur criticamente, ai contributi della pedagogia attivistica, prese le distanze da essa, continuando a sviluppare l’idea del politecnicismo. (2)
L'"uomo collettivo", sviluppato "onnilateralmente", doveva divenire l'"uomo nuovo" dell'epoca della società comunista.
Negli anni 1937-38, la K. redasse anche lo Statuto del giardino d'infanzia, approvato dal Commissariato del popolo per l'istruzione, in cui sottolineava la necessità, anche per l'attività prescolastica, dell'educazione sociale, "perché il gioco e tutte le altre attività sviluppino [nei bambini] il senso del collettivismo, li abituino ad agire in modo organizzato, a rispettare le regole interne." (3)
- ^ F.
Cambi, Le pedagogie del Novecento, 2006.
- Andrea Daziano,, La scuola nell’Unione Sovietica,
Feltrinelli ed., 1963, pag. 17
- ^
N.K.Krupskaja, Scritti di pedagogia, ed. Progress Mosca, 1978, pag.
74.
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