E oggi, la critica della ragione politica, diventa
critica della ragione democratica.
Oggi, quel che chiamiamo «politica»
è in realtà governo dello Stato. Essa è professionismo, non controllo popolare;
monopolio del potere da parte di pochi, non potere dei molti; delega a un
gruppo «eletto», non processo democratico diretto che comprenda il popolo nella
sua totalità; rappresentazione, non partecipazione. Oggi, la «politica» è una
cruda tecnica strumentale per mobilitare elettori al fine di ottenere obiettivi
pre-selezionati, non mezzo per istruire la popolazione alla cittadinanza, con i
suoi ideali di autogestione civica, oppure per formare forti personalità. I
politici trattano la gente da elettorato passivo il cui compito politico è
quello di votare ritualmente per candidati di scelta partitica, non per
delegati il cui unico mandato è di gestire le politiche formulate e deliberate
dai cittadini. I professionisti della gestione statuale vogliono obbedienza,
non impegno, distorcendone persino il significato fino a ridurlo a un
atteggiamento di pura passività, da spettatore, nel quale il singolo è smarrito
nella massa e le masse stesse sono frammentate in atomi isolati, frustrati e
impotenti.
Murray
Bookchin, filosofo anarchico (1921-2006)
da Democrazia diretta, Eleuthera, Milano
1993, cit. da formato e.book, pos.266/1462
- - Oggi, al
Communalism di Bookchin si ispira il
confederalismo democratico del Rojava (Kurdistan siriano) per il tramite della
lettura datane da Abdullah Öcalan, rinchiuso nelle carceri turche. «Il
Communalism rappresenta una critica della società gerarchica e capitalista nel
suo insieme», Murray Bookchin, The Next
Revolution. Popular
Assemblies and the Promise of Direct Democracy, a cura di
Debbie Bookchin e Blair Taylor, Verso, London-New York, 2015, pag.19.
Anche
nell’Occidente capitalista, per l’incompatibilità tra profitto privato e
benessere collettivo, dunque tra democrazia e capitalismo, la democrazia
formale si svuota di contenuti e tende a regimi oligarchici di fatto. Inserire
istituti di democrazia diretta con potere deliberativo, all’interno di
un’architettura democratica realmente rappresentativa, è la ricerca dunque
necessaria per alimentare continuamente la democrazia politica con la
democrazia sociale. La critica della ragione politica diventa critica della
ragione democratica. Per la “guerra di posizione” diventa transizione verso la
società autoregolata perchè autodeterminata (il Marx di Gramsci) con la
soggettività antagonista dell’’intellettuale collettivo’.
#MurrayBookchin, #Communalism, #criticadellaragionepolitica
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