giovedì 20 ottobre 2011
Appello in favore del proporzionale
L’iniziativa referendaria di Arturo Parisi, Antonio Di Pietro, Niki Vendola, strumentalizzando il diffuso rifiuto della presente legge elettorale, il cd “Porcellum”, propone il ripristino della precedente legge, il cd “Mattarellum”, tutta interna anch’essa alla logica del bipolarismo maggioritario e profondamente avversa ai principi ispiratori della Costituzione repubblicana del 1948, fondata sul proporzionale integrale e la centralità del parlamento. Occorre che i comunisti e tutti gli autentici democratici escano, dalla subalternità e dal silenzio e assumano l’iniziativa politica e culturale. L’appello che qui pubblichiamo, elaborato dal Comitato antifascista per la difesa e il rilancio della Costituzione, con le prime adesioni della Rete 28 aprile e della L.O.C. - Lega degli obbiettori di coscienza, è un buon viatico per la ripresa di una battaglia essenziale per la democrazia e la lotta di classe nel nostro paese.
Per le adesioni scrivere a appelloproporzionale@libero.it
APPELLO - Per una legge elettorale ispirata al principio proporzionale integrale per rilanciare il pluralismo sociale e politico necessario alla lotta contro il dominio capitalistico
Nel pieno della crisi organica del sistema capitalistico mondiale, in Italia necessita oggi, traendo nuova ispirazione dalla democrazia sociale posta dalla Costituzione antifascista, impegnarsi ad unificare le lotte sul terreno politico-istituzionale con quelle sul terreno economico-sociale per contrastare il governo tecnocratico della crisi - funzionale ai disegni strategici di profitto economico e di dominio politico-sociale delle imprese transnazionali europee – e per rilanciare il governo democratico dell’economia, che, intervenendo sui rapporti di proprietà, impedisca che le imprese pubbliche e private operino in contrasto con gli interessi sociali generali, così come prevede l’art. 41 della Carta, che ora subisce l’attacco degli apparati economico-finanziari della UE.
In questo contesto è decisiva la battaglia per una nuova legge elettorale ispirata al principio proporzionale "integrale" (puro, senza sbarramenti, che distorcono il principio di rappresentanza e finiscono con l’essere un maggioritario mascherato), seguito subito dopo la Liberazione, per le prime elezioni degli enti locali e dell’Assemblea costituente ed accolto dalla Costituzione, per la quale la pluralità di forze presenti nella società deve trovare piena rappresentanza politica, dandosi in tal modo effettività al principio "una testa un voto", vanto delle democrazie liberali che, tuttavia, escludendo per oltre un secolo le masse popolari dal diritto di voto, lo privarono di qualsiasi pregnante significato.
Di pari importanza è il rilancio del principio proporzionale a livello delle forze sociali, dovendosi affermare il contrasto tra la Costituzione ed il principio maggioritario – i sindacati c.d. “maggiormente rappresentativi” -, applicando il quale si è finito con l’incidere sull’effettivo potere dei lavoratori di esercitare il diritto di sciopero, di nominare e revocare le proprie rappresentanze e di approvare i contratti collettivi, con disastrosi risultati in termini di crisi della democrazia e dell’unità sindacale.
Bisogna porsi in netta antitesi sia contro la burocratizzazione delle organizzazioni sindacali, cui si è pervenuti in nome della "concertazione", sia contro il sistema bipolare che, in nome della "governabilità e delle "compatibilità" finanziarie, è stato avviato dal 1993, prima col "Mattarellum" e poi col "Porcellum": attraverso di essi si è disarmato il lavoro, privandolo – prima ancora che della "dignità" - di un’autonoma rappresentanza politica e sociale, e cioè di quel potere sull’economia - programmazione, controllo sui piani d’impresa - venuto a mancare il quale si è potuta avviare la dissoluzione delle riforme conquistate negli anni ‘70, col conseguente pesante arretramento subìto negli ultimi 20 anni dai lavoratori e dalle masse popolari sul terreno economico-sociale.
Bisogna quindi respingere sia i recenti accordi concertativi (Confindustria/Sindacati), quali ulteriori passi verso l’istituzionalizzazione neocorporativa dei sindacati confederali, così come l’iniziativa referendaria sul sistema elettorale (Parisi-Veltroni-Vendola), volta a mantenere il bipolarismo maggioritario.
In particolare, quanto alla nuova legge elettorale - chiave, ad un tempo, per la decomposizione e ricomposizione delle maggioranze di governo e degli spazi di agibilità nei quali si svolge la battaglia delle opposizioni - chiediamo a tutte le forze politiche e sociali impegnate a difesa dei lavoratori e delle masse popolari, ai sinceri democratici, ai movimenti che si battono – a partire dall’acqua – a difesa dei beni pubblici di uso collettivo, di ingaggiare la battaglia per il proporzionale integrale.
Per le adesioni scrivere a appelloproporzionale@libero.it
APPELLO - Per una legge elettorale ispirata al principio proporzionale integrale per rilanciare il pluralismo sociale e politico necessario alla lotta contro il dominio capitalistico
Nel pieno della crisi organica del sistema capitalistico mondiale, in Italia necessita oggi, traendo nuova ispirazione dalla democrazia sociale posta dalla Costituzione antifascista, impegnarsi ad unificare le lotte sul terreno politico-istituzionale con quelle sul terreno economico-sociale per contrastare il governo tecnocratico della crisi - funzionale ai disegni strategici di profitto economico e di dominio politico-sociale delle imprese transnazionali europee – e per rilanciare il governo democratico dell’economia, che, intervenendo sui rapporti di proprietà, impedisca che le imprese pubbliche e private operino in contrasto con gli interessi sociali generali, così come prevede l’art. 41 della Carta, che ora subisce l’attacco degli apparati economico-finanziari della UE.
In questo contesto è decisiva la battaglia per una nuova legge elettorale ispirata al principio proporzionale "integrale" (puro, senza sbarramenti, che distorcono il principio di rappresentanza e finiscono con l’essere un maggioritario mascherato), seguito subito dopo la Liberazione, per le prime elezioni degli enti locali e dell’Assemblea costituente ed accolto dalla Costituzione, per la quale la pluralità di forze presenti nella società deve trovare piena rappresentanza politica, dandosi in tal modo effettività al principio "una testa un voto", vanto delle democrazie liberali che, tuttavia, escludendo per oltre un secolo le masse popolari dal diritto di voto, lo privarono di qualsiasi pregnante significato.
Di pari importanza è il rilancio del principio proporzionale a livello delle forze sociali, dovendosi affermare il contrasto tra la Costituzione ed il principio maggioritario – i sindacati c.d. “maggiormente rappresentativi” -, applicando il quale si è finito con l’incidere sull’effettivo potere dei lavoratori di esercitare il diritto di sciopero, di nominare e revocare le proprie rappresentanze e di approvare i contratti collettivi, con disastrosi risultati in termini di crisi della democrazia e dell’unità sindacale.
Bisogna porsi in netta antitesi sia contro la burocratizzazione delle organizzazioni sindacali, cui si è pervenuti in nome della "concertazione", sia contro il sistema bipolare che, in nome della "governabilità e delle "compatibilità" finanziarie, è stato avviato dal 1993, prima col "Mattarellum" e poi col "Porcellum": attraverso di essi si è disarmato il lavoro, privandolo – prima ancora che della "dignità" - di un’autonoma rappresentanza politica e sociale, e cioè di quel potere sull’economia - programmazione, controllo sui piani d’impresa - venuto a mancare il quale si è potuta avviare la dissoluzione delle riforme conquistate negli anni ‘70, col conseguente pesante arretramento subìto negli ultimi 20 anni dai lavoratori e dalle masse popolari sul terreno economico-sociale.
Bisogna quindi respingere sia i recenti accordi concertativi (Confindustria/Sindacati), quali ulteriori passi verso l’istituzionalizzazione neocorporativa dei sindacati confederali, così come l’iniziativa referendaria sul sistema elettorale (Parisi-Veltroni-Vendola), volta a mantenere il bipolarismo maggioritario.
In particolare, quanto alla nuova legge elettorale - chiave, ad un tempo, per la decomposizione e ricomposizione delle maggioranze di governo e degli spazi di agibilità nei quali si svolge la battaglia delle opposizioni - chiediamo a tutte le forze politiche e sociali impegnate a difesa dei lavoratori e delle masse popolari, ai sinceri democratici, ai movimenti che si battono – a partire dall’acqua – a difesa dei beni pubblici di uso collettivo, di ingaggiare la battaglia per il proporzionale integrale.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento