Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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venerdì 7 febbraio 2020

‘General intellect’ e “anteriore coscienza filosofica”



ovvero OLISMO NATURALISTICO e UMANESIMO MARXISTA

perché la filosofia della praxis è una concezione olistica della natura dell’uomo, interna [psiche-spirito e materia] ed esterna [relazione e ambiente]

- Premesso che intendiamo per

olismo quella concezione gestaltica dell’indissolubile unità dell’intero, della totalità inscindibile perché interconnessa, del corpo e della mente, così come delle pluralità particolari (il “molteplice”) che caratterizza la natura e gli infiniti universi e l’opera e le relazioni dell’essere umano in essi, tant’è che le trasformazioni e dunque le rivoluzioni avvengono in più punti ma si sviluppano nell’intero;
naturalismo la natura esterna, interna e “natura naturans” e “naturata” nonché la loro relazione interna/esterna con l’ambiente e la loro connessione;
antropologia l’universalizzante, la storia il relativizzante, l’antropologia culturale la dialettica dell’universale concreto.

“Se si prende il pensiero in senso naturalistico, ovvero come qualcosa di contrapposto alla natura e volto a interpretarla, allora non si comprende come mai le leggi della natura e quelle che regolano il pensiero siano sostanzialmente le stesse. Per questo Marx rinnegò, fin dagli inizi della sua opera filosofica, ogni forma di interpretazione della realtà fondata sull’opposizione tra pensiero e natura, tra coscienza ed essere ; al contrario, l’identificazione tra la coscienza dell’uomo e la realtà che lo circonda è il punto di partenza di tutto il suo lavoro.”
Le sovrastrutture ideologiche nella concezione materialista della storia, di Franz Jakubowski (1912-1970). reductio Daniele Mansuino, eBook

Indubbiamente l’essere umano determina la realtà e trasforma con il lavoro la natura esterna, costruendo la storia. Ma uomo-realtà-lavoro-natura sono dialetticamente unite nella storia. “Condizioni materiali di vita”, “rapporti di produzione” e “forze produttive” sono le categorie centrali dell’analisi marxiana, che concepisce la ‘natura interna’ umana non assoluta, ma relativa alle modalità sociali delle relazioni.
Senonche’ Alfred Schmidt, il successore di Horkheimer alla cattedra di Francoforte, parla del metodo critico/logico-dialettico dell”esposizione”, e cioè quell’esposizione concettuale che consente di pensare il reale senza che la realtà divenga categoria astratta, ma per come la realtà si presenta, come totalità, come intero, cioè con approccio olistico: “in Marx il discorso sul metodo non si dà separatamente e in astratto, ma soltanto in relazione stretta con l’oggetto indagato. (..) L’effettivo ‘oggetto di conoscenza’ e’ l’intero della società, e dunque il capitale come totalità.”,
Riccardo Bellofiore, Materialismo, dialettica e prassi emancipatrice: l’attualità inattuale di Alfred Schmidt, in A.Schmidt, Il concetto di natura in Marx, punto rosso - 2017, (1ed. or.1962-1ed.it., Laterza, 1969).
La considerazione è che entrambe le tradizioni (ortodosse e critiche) del marxismo accademico e militante, quando trattano del rapporto uomo-natura, escludono la natura interna, il se stesso in relazione (dialettica) con gli altri. Inoltre, rimane parimenti fuori, il nesso tra storicità e antropologia, vale a dire il che si fa , la “natura” che si fa “cultura”, l’evidenza de “tutto quello che è nella storia e che è nella natura”, nella natura umana, esterna e interna.
La domanda non può più essere se il nostro pensiero è in grado di conoscere il mondo reale, domanda classica della filosofia e delle sue ipotesi teoretiche e gnoseologiche, ma se l’intelletto collettivo può trasformarlo in armonia con la natura esterna, costruendo, nella storia, una natura interna che esalti lo spirito di cooperazione e collaborazione già insito come componente fondamentale di essa.

“Se per Hegel l’uomo era il mezzo tramite il quale l’idea si svelava, per Marx l’idea non è altro che l’idea dell’uomo ; se l’uomo per Hegel era lo strumento della coscienza di sé, questa è per Marx la coscienza di sé dell’uomo.” Daniele Mansuino, cit., pos.125

La concezione materialistica della storia è un umanismo, il marxismo è un umanismo, la filosofia della praxis è una concezione olistica della natura dell’uomo, interna ed esterna.

L’olismo naturalistico è dunque un umanismo, il socialismo come edificazione stabile, ma in perenne trasformazione, del pensiero sociale.
Rintracciare tratti comuni o analogici, di pensatori olistici precedenti a Marx, come Giordano Bruno e Spinoza, è assumere lo stesso sguardo di Marx nei confronti della sua “anteriore coscienza filosofica”, ed evitare che l’umanesimo marxista si rifondi attraverso l’hegelismo sia pure criticato o “rovesciato” e come fondamento del socialismo prescientifico, come unico orizzonte di formazione del necessario ‘general intellect’.

Ferdinando Dubla, Lavoro Politico nr.2/2020 -- febbraio
 



Karl Marx (1818/1883) 

Baruch Spinoza (1632/1677)

Giordano Bruno (1548/1600) 

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