Whatever it takes Costi quel che costi è il motto del drago dei poteri forti / sempre la sinistra di classe deve ripartire dalla mobilitazione popolare —ora, più di prima, bisogna difendersi dal virus e dai poteri delle oligarchie capitaliste.
Mauro Alboresi, segretario naz. del PCI, 3 febbraio 2021
(..) Oggi la posta in palio è ancora quella del chi sarà chiamato a pagare il prezzo di quella crisi per tanta parte mai risolta, e da un anno drammaticamente amplificata sul piano economico e sociale dalla pandemia da Covid-19, del chi sarà chiamato a gestire le politiche largamente eterodirette dall’Unione Europea attraverso il “combinato-disposto” rappresentato dal Recovery fund e dal Recovery plan, a garantirne la finalizzazione a favore di quegli stessi gruppi.
Politiche largamente finanziate attingendo a prestiti, alla cui restituzione l’Italia, che evidenzia un debito pubblico in rilevante crescita, sarà comunque chiamata, e sullo sfondo, con la riproposizione del “ce lo chiede l’Europa”, aleggia il ripristino del patto di stabilità europeo ad oggi sospeso.
Il venire meno del governo Conte bis, stante anche alcune sue eterodossie (si al memorandum con la Cina relativamente alla nuova via della seta, no al ricorso al MES per la spesa sanitaria) suona anche come una scelta volta a normalizzare il quadro politico dato in una chiave pienamente europeista ed atlantista.
Da più parti si sottolinea che l’affermazione del governo “tecnico” rappresenta una sorta di “abdicazione della politica” dal proprio ruolo, dalla propria funzione, in realtà quanto si prospetta, al di là del carattere che gli si attribuisce, è un atto compiutamente politico, pienamente dentro la logica che sostanzia il processo di Unione Europea affermatosi, che contempla tra l’altro una progressiva riduzione del ruolo e della funzione dei governi, dei parlamenti.
(..) Ciò che serve, lo abbiamo più volte sottolineato, non sono generici appelli agli interessi del Paese, all’unità, né la promozione di governi cosiddetti tecnici.
Servono politiche in assoluta discontinuità rispetto a quelle date, a quelle prospettate, le une e le altre, infatti, muovono all’interno di un quadro di compatibilità dato dai cosiddetti poteri forti, entro cui gli interessi del blocco sociale al quale noi guardiamo, che assumiamo come riferimento, non possono trovare risposta.
Insistiamo: occorre promuovere, attorno ad una qualificata piattaforma alternativa, la più ampia unità d’azione possibile tra tutte le soggettività politiche e sindacali che non si rassegnano alla situazione data, la più ampia mobilitazione sociale, proporsi di acquisire il massimo consenso. (..)
da "Un altro Mario a garanzia dell'Unione Europea"
https://www.ilpartitocomunistaitaliano.it/un-altro-mario-a-garanzia-dellunione-europea/
LA RESA dei
CONTE
l’inettitudine
dei 5stelle, che si scinderanno ulteriormente, è direttamente proporzionale
alla protervia delle oligarchie capitaliste, di cui Draghi è espressione
massima. Hanno avuto gioco facile con l’eclettismo parolaio grillino, un
miscuglio di demagogia anticasta e populismo penale qualunquista, con i
Bonafede, il poltronista Di Maio, l’Azzolina, il già Toninelli e compagnia
cantando, con i massimi teologi sacerdoti inforca-forca a senso unico Travaglio
e Scanzi, personaggi culturalmente di destra estrema. Renzi il saudita, ex
demagogo di provincia neopopulista al servizio dei poteri forti in servizio
permanente (ricordate l’abolizione dell’art.18, il Job act, la legge sulla
scuola-azienda, ecc..?) partorito dai boy-scout, dalla DC e dal PD, votato nel
2014 dal 40% degli elettori, gli stessi che lo schifano adesso, ha fatto leva
sull’intransigenza, non certo sui principi o sulle timide misure assistenziali
confuse e insufficienti ma comunque positive (reddito di cittadinanza, ristori,
proroghe fiscali) o sui tenui primi tentativi di smarcarsi dagli interessi
delle multinazionali aprendosi a Cina e Russia, varati dal governo Conte, ma
sugli insulsi attacchi allo stato di diritto e alle prerogative costituzionali
nonché all’attaccamento ai posti di potere dei pentastellati.
Whatever it
takes Costi quel che costi è il motto del drago dei poteri forti /
sempre la sinistra di classe deve ripartire dalla mobilitazione popolare —ora,
più di prima, bisogna difendersi dal virus e dai poteri delle oligarchie
capitaliste. fe.d.
da https://www.facebook.com/ferdidubla
Fosco Giannini, direttore di CUMPANIS
editoriale
“Dopo Conte, l’avvento dei Draghi” (..) possiamo razionalmente definire l’attacco al governo Conte 2 un ulteriore attacco del fronte USA-NATO alla nostra autonomia nazionale; che possiamo definire l’avvento di Draghi (l’uomo dell’Euro, delle grandi banche mondiali, degli USA e della NATO) come una “strana” commistione unificante di interessi del doppio imperialismo USA-Ue; che possiamo definire Renzi come un meschino e pavido strumento in mano a queste due potenze; che possiamo anche definire le forze, come il PD, che spostano tutto il male sulle spalle di Renzi, (dio acceca chi non vuole vedere) come le forze servili che continueranno, con Draghi, a genuflettersi ai due padroni. Fine ingloriosa che non auspichiamo per il M5S, che ha la possibilità di riscattarsi, opponendosi al governo Draghi, e recuperare e rafforzare una propria identità anticapitalista.
Per ultimo un monito alle forze comuniste e antimperialiste : esse dovrebbero, in una fase così problematica, segnata dal “golpe” strisciante perpetrato dai poteri forti internazionali e dall’immensa sofferenza sociale presente nel Paese, avviare - ora! - seri processi di unificazione, a cominciare dalla lotta unitaria contro l’inquietante stato di cose presenti. Se non ora quando? Così, spesso, si chiudeva, un tempo. E oggi più che mai questa domanda si fa pregnante.
da https://www.cumpanis.net/dopo-conte%2c-l%e2%80%99avvento-dei-draghi.html
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