1. da I fatti di Casignana
2. L'amica - romanzo postumo del grande
scrittore calabrese
Dalle terre
incolte si sarebbe passati a quelle che col loro sudore avevano fecondato.
“Vedete quanti alberi? Vedete quante pietre raccolte nelle macerie? Quante
stradelle calpestate dai vostri piedi nei lunghi cammini. Quanto sole vi siete
preso o freddo o pioggia nei vostri lavori? Chi vi ricompenserà? Nessuno.
Sarete voi a strappare il nefasto potere; e lo gestirete nell’interesse di
tutti quelli che producono e lavorano! -
- L’animo
suo era combattivo per la speranza che aveva di cambiare le cose del mondo. In
guerra aveva acquistato coscienza che niente poteva essere peggiore di quel
sistema che aveva dato quei risultati. E qual era il sistema di vita che
bisognava abolire? Quello in cui vi erano da una parte i padroni e dall’altra
gli schiavi. Gli schiavi facevano la guerra per conto dei padroni e credevano
che la facessero per sè. Sempre era stato così. Ma la rivoluzione russa aveva
provato che le sorti potevano invertirsi. Gli schiavi erano diventati padroni.
E quelli che erano padroni, che cosa erano diventati? Nulla, erano diventati i
rottami di un mondo scomparso. -
L'IDEA
- Certi mali
non potevano essere sanati che da un nuovo ordinamento del mondo. La conquista
delle terre in favore di chi intendeva lavorarle, il mutuo aiuto tra i
contadini, l'abbassamento del potere padronale erano i primi passi nel cammino
che la società avrebbe seguito per rendersi sempre più giusta e umana: e
questo, Casignana aveva incominciato a farlo, con ardimento. -
SENZA
RISCATTO
- Tutto era
stato perduto, e perduto per sempre. Le speranze erano cadute, non restava che
l'odio impotente. (..) I pastori lo avevano sempre detto: e quanto avevano
detto era tornato in faccia ai contadini che avevano creduto di potere a loro
arbitrio mutare la legge eterna delle cose, che riservava ai padroni il
comando, e ai servi l'ubbidienza. (..) Non c'era altra lotta che quella
dell'uomo isolato contro il suo destino.(..)
LA SPERANZA
Quello che
non si fosse fatto oggi, sarebbe stato compiuto domani. L'azione infruttuosa di
oggi, sarebbe maturata vittoriosamente domani nella coscienza degli individui e
dei popoli.
Mario La
Cava, (1)
I fatti di Casignana, Rubbettino, 2018, pag.46,52,98,195,197,199,201
[1.ed.1974, Einaudi, (Premio Sila sezione narrativa 1975)] "uno dei libri
più belli e significativi sulle lotte contadine nel Meridione", Roberto
Casalini su 'Fronte popolare' del 23 febbraio 1975.
I titoli dei
passi scelti sono di Subaltern studies Italia.
In foto,
composizione Subaltern studies Italia ‘Novecento.Meridiano Sud’, scatti di
Mario Carbone - Lucania,1960
(1) Mario La Cava (Bovalino,
1908-1988), narratore e saggista. Tra le sue opere ricordiamo: Caratteri (1939;
n. ed. 1953), Colloqui con Antonuzza (1954), Le memorie del vecchio maresciallo
(1958), Mimì Cafiero (1959; n. ed. Rubbettino-Ilisso 2016), Vita di Stefano
(1962; n. ed. Rubbettino-Ilisso 2006), Una storia d’amore (1973). Per
Rubbettino sono inoltre usciti, postumi, I racconti di Bovalino (2008), il
carteggio con Leonardo Sciascia, Lettere dal centro del mondo, 1951-1988 (2012)
e la riedizione de I fatti di Casignana (2018).
L’AMICA” di
MARIO LA CAVA, romanzo postumo del grande scrittore calabrese / #MarioLaCava
- In un
paesino della Calabria degli anni Trenta, la giovane Giuditta sposa –
nonostante l’opposizione del padre, emigrato in Argentina in cerca di fortuna –
lo spiantato Pietrino, che spera di potersi sottrarre al lavoro grazie ai
servigi resi alle autorità del regime fascista. Dopo tre figli in omaggio alla
patria, la quotidianità dei due sposi viene sconvolta dall’arrivo di una coppia
del Nord Italia, l’antifascista convinto Milone e la moglie Olga. Inizia allora
un gioco di tentazioni e vendette, di prevaricazioni che scatena voci e malizie
nella piccola comunità. La situazione precipita quando l’Italia entra in
guerra: è la fine di un mondo e l’inizio di un altro. Con ritmo serrato tipico
della prosa lacaviana, i personaggi si delineano in tutta la loro complessità
attraverso il prepotente fascino della seduzione, il folle potere
dell’illusione, i drammatici conflitti sociali ed esistenziali. “L’amica” è uno
spaccato della decadenza morale in epoca fascista, un intreccio di sincerità e
di bieco cinismo, l’affresco di un Paese costretto a voltare pagina
all’improvviso.
/Scheda del
libro editato da Castelvecchi, agosto 2022, dello scrittore ’subalternist’
Mario La Cava di Bovalino/
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antologico di un intellettuale tra i più significativi del Mezzogiorno d’Italia
e tematiche care a #MeridianoSUD e agli studi subalterni.
servizio
canale video Subaltern Studies Italia - L’altro corriere TV https://youtu.be/tTLtN2ZefXM
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