Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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martedì 1 ottobre 2024

DAL GENERE ALLA CLASSE TO BACK - Per una prospettiva marxista del femminismo

 


Il femminismo internazionalista guarda alla sperimentazione del confederalismo democratico del Rojava, all’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord-Est, dove centrale è la prassi della parità assoluta di genere, obiettivo del socialismo. Il femminismo internazionalista guarda, nella prassi e nella teoria, alla coniugazione della lotta di classe con la parità di genere, nè patriarcale nè matriarcale, termini dell’antropologia culturale che indicano la preminenza sociale di un genere sull’altro. L’ottica di classe è fondamentale anche nelle tesi subalterniste dell’analisi postcoloniale della Gayatry Spivak. Il femminismo internazionalista non è subalterno alla woke-culture, tipica delle società occidentali capitalistiche ad egemonia borghese. Generi di tutto il mondo, unitevi. / fe.d.

 

- A Roma dicono: "Famo a chiarisse". Per tutte quelle compagne che hanno salutato positivamente l'ascesa al "trono" di Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ribadisco che hanno tralignato dalla retta via o, nel caso delle giovanissime, mancano di una minima conoscenza storica. Per essere sintetica:

l'intersezionalismo, difeso dai movimenti femministi, nega il carattere classista dell'oppressione della donna promuovendo una lotta che si dovrebbe intersecare con una serie di lotte particolari tra le quali anche la lotta di classe. Ma, ahimè, quest'ultima non è intesa come lotta contro lo Stato, ma semplicemente come lotta economica e sindacale con la conseguente costruzione di movimenti di opinioni che non scalfiscono minimamente la classe dominante. Anzi, questi movimenti consentono a donne borghesi e piccolo borghesi di rompere il soffitto di cristallo occupando posti di potere nella società civile e nella politica. Indirizzare la lotta delle donne esclusivamente sul piano rivendicativo, di cui si riconosce l'importanza, non pone le basi per una reale liberazione ed emancipazione realizzabile solo con un'organizzazione di massa con orientamento di classe che miri alla costruzione di un governo socialista, democratico e popolare.

Le conquiste delle donne italiane, avvenute in un passato molto recente, diritto all'aborto, al divorzio, al voto, nell'Urss erano presenti già dopo la Rivoluzione di Ottobre. Mi si obietterà che alcune di tali conquiste vennero abolite o messe in discussione sotto Stalin. Ma anche qui, alla luce di un'analisi marxista, possiamo individuare le cause di tale regresso. Concludo dicendo che ignorare le contraddizioni di classe e di genere nel nostro sistema capitalistico e di imperialismo straccione, lottare per l'uguaglianza uomo-donna in contrapposizione fra loro, è un errore gravissimo e imperdonabile. L'uguaglianza di genere non è realizzabile nell'attuale sistema senza il suo abbattimento, senza una lotta che accomuni uomini e donne. Questo sistema imperialista e guerrafondaio, basato sul sangue delle classi più povere, per garantirsi la sopravvivenza ci sta spingendo sul precipizio di una terza guerra mondiale. Nello specifico, la Meloni, donna, madre e cristiana, conduce una guerra senza sosta in modo particolare contro le donne degli strati popolari. Care compagne della sedicente sinistra, non basta essere donne per condurre una lotta di liberazione della donna . La Meloni, da post fascista, cresciuta nell'ideologia fascio-razzista, pratica una politica di emarginazione delle donne delle fasce più deboli perchè lei è lei e non non siamo un .... Capito?




CHE GENERE DI DONNA

Meloni: una donna contro le donne.

Giorgia Meloni, è stata eletta Presidente del Consiglio,, paradosso della storia, grazie alle lotte e al lavoro collettivo di migliaia di donne, fra cui le madri costituenti che si sono battute per avere il diritto di voto, il diritto di autodeterminazione , la parità uomo-donna. Fra queste ultime e Meloni non c’è e non può esserci, per ragioni anagrafiche e per le sue radici culturali fasciste, nessuna corrispondenza d’amorosi sensi, anzi è in lei   un’avversione che non riesce a celare e che è presente nelle azioni politiche.  La sua storia ha un filo conduttore che non si è mai interrotto. Ha fatto politica fra gli uomini assorbendone  un humus razzista che le impedisce di avere qualsiasi coscienza di genere; appartiene a quella destra che si caratterizza per la normatività e la rigida separazione dei ruoli del patriarcato: donne madri  e uomini condottieri con una netta divisione dei compiti e con uno sguardo alla realtà odierna: tu, donna, puoi lavorare anche fuori  fuori casa, ma non dimenticare mai che la tua missione fondamentale è fare figli per la patria e a lei si affianca il cognato Lollobrigida con la proposta di servire la patria nell’agricoltura. Chiede di essere chiamata “il presidente” rifiutando in tal modo non solo la femminilità, ma veicolando l’idea che il potere anche quando è esercitato da una donna deve avere una matrice maschile.

Se anche le parole definiscono l’individuo  e ne rivelano la storia, quale enorme differenza fra il  discorso della presidentessa del Messico Claudia Sheinbaum e quello della nostra Presidente del Consiglio! La prima : “Non sono arrivata qui da sola ma ci siamo arrivate tutte insieme, le nostre eroine che hanno creato la patria, le nostre antenate, le nostre figlie e le nostre nipoti”; la Meloni cita una serie di nomi senza cognome, Tina, Teresa, Nilde senza sottolineare che assieme a tante altre donne hanno lottato contro l’emarginazione e l’oppressione della donna durante la dittatura  fascista  di quel Mussolini che, da ragazza, definì grande statista.

Al di là degli spot elettorali  Dio, Patria e Famiglia ( Su cui ci sarebbe molto da dire) urlati con occhi fuori dalle orbite ( vi ricorda qualcuno?), a definirne l’essenza fascista sono i provvedimenti adottati in questi due anni di governo nero. Infatti, la cara estimatrice della famiglia tradizionale, ha tagliato il 70% delle risorse per la prevenzione della violenza contro le donne passando dai 17 milioni di euro stanziati dal governo Draghi ai 5 milioni del 2023 previsti soprattutto per la repressione. Prevenzione ed educazione sono state tralasciate contravvenendo alla convenzione di Istanbul.

A conti fatti la politica “Dio patria e famiglia” ha peggiorato le condizioni di vita delle donne italiane registrando un arretramento relativamente a welfare, lavoro, servizi pubblici. Ha aumentato le tasse sui beni di prima necessità per l’infanzia e per l’igiene intima  ( la legge di bilancio del 2024 ha aumentato l’Iva dal 5 al 10% per latte in polvere e pannolini e al 22%per i seggiolini  da installare nelle automobili, riportato l’Iva al 22%  sugli assorbenti), ha tolto le facilitazioni per la pensione ( Opzione donna- Ape  sociale), ha tagliato i fondi del PNNR destinati alla costruzione di asili nido e centri antiviolenza al sud utilizzando beni confiscati alle mafie. La Meloni è ossessionata dall’inverno demografico, considera le donne solo in quanto madri al pari del duce; propone il riconoscimento giuridico dell’embrione, agisce con lucida violenza obbligando le donne che vogliono abortire ad ascoltare il battito del cuore, ostacolando l’aborto farmaceutico ed introduce la presenza dei Pro vita nei consultori stanziando fondi del PNRR.

Le politiche della Presidente del Consiglio sono quelle che discendono dal MSI neofascista, un partito costituito dai sostenitori del dittatore Benito Mussolini, salito al potere grazie all’appoggio di industriali ed agrari.

La Meloni, una donna contro le donne, chiariamoci: contro le donne proletarie, le donne degli strati popolari che devono vivere per sfornare figli che siano schiavi del capitalismo, carne da cannone per le guerre di cui la Presidente è sostenitrice. Una madre a senso unico, che è incapace di empatie nei confronti delle madri palestinesi che generano figli che vedranno morire prima degli anni di Cristo e che oggi vedono la luce della vita e il buio della notte nello stesso giorno. Sotto il cielo del capitalismo nasce l’oppressione di uomini e donne proletari, lumpen e piccolo borghesi.

 

Settimia Martino, 28.09.2024




alcuni link utili per l'approfondimento in questo blog:

La Rani di Sirmur - Gayatri Chakravorty Spivak

LARANI di SIRMUR e il CANONE OCCIDENTALE

 

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