Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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martedì 10 dicembre 2024

ALLE ORIGINI DEL GRAMSCIANO “BLOCCO STORICO”

 

Il raccordo della "questione meridionale" con il tema dei subalterni del Quaderno 25 di Gramsci



composizione foto Mario Carbone

http://www.archiviomariocarbone.com/artista-it.php

 

Questa categoria di derivazione soreliana, che Gramsci sviluppa nei Quaderni (vedi Q.4) è fondamentale per comprendere la sua impostazione metodologica per un meridionalismo di tipo nuovo. Infatti si tratta proprio di unificare i gruppi sociali subalterni in un’alleanza sociale per la trasformazione rivoluzionaria e condurre il “blocco” ad essere il motore della lotta di classe. Non la preminenza operaia, dunque, sempre presunta a priori come ipotesi storica, ma la ‘contesa egemonica’ diventa già il cuore della riflessione gramsciana nel 1926.

- Si confonde spesso il concetto gramsciano di “blocco storico“, che è un concetto analitico, in cui forte è il nesso dialettico fra struttura e sovrastruttura, con quello di alleanze sociali, o di blocco sociale. Gramsci aveva posto con grande chiarezza il problema delle alleanze della classe operaia nella sua azione di dirigente del partito comunista, e specialmente negli ultimi anni prima dell'arresto. Nelle tesi del congresso di Lione (gennaio 1926) è affermata la necessità di porre in prima linea, fra gli alleati del proletariato industriale e agricolo, i contadini del Mezzogiorno e delle Isole. Nello scritto sulla “Questione meridionale” (ottobre 1926) Gramsci indica «il consenso delle larghe masse contadine» come la condizione per mobilitare contro il capitalismo la maggioranza della popolazione lavoratrice.

[cit. da Renato Zangheri]

https://www.nilalienum.com/gramsci/0_Glossario/GBlocco%20storico.html

 

Ricordiamo tante discussioni ai tempi della linea del “compromesso storico” nel PCI: in estrema sintesi, si “giustificava” la linea con la categoria gramsciana, astraendo completamente però dalle sue origini, quelle del 1926 nelle note sulla ‘questione meridionale’. / fe.d.

Il primo richiamo alla nozione di blocco storico trova uno svolgimento in note successive, più meditate e riepilogative, come quelle contenute nel Quaderno 10 (che ha per titolo "La filosofia di Benedetto Croce"), compilate nella seconda metà del 1932. Nello sviluppare la critica contro le posizioni teorico-politiche crociane, Gramsci utilizza il concetto di "blocco storico" per i seguenti obiettivi: a) riconoscere l'importanza della direzione culturale e morale come aspetto dell'egemonia della classe operaia; b) respingere le posizioni che interpretano le ideologie alla stregua di arbitrarie illusioni ed apparenze; c) rispondere alle accuse secondo cui la relazione fra base e sovrastruttura nel marxismo non sarebbe dialettica, cosa che comporterebbe il ritorno al vecchio dualismo teologico, con l'economia che starebbe dietro la scena come una sorta di forza misteriosa ed occulta (il "dio ascoso" di Croce); d) introdurre in modo critico, all'interno del sistema di concezioni marxiste, il criterio di "distinzione" (critica della "dialettica dei distinti" di Croce). Con la nozione di "blocco storico", Gramsci vuole dunque indicare l'unità dialettica e la particolare relazione che si stabilisce nelle diverse fasi storico-politiche fra la struttura economica (il complesso dei rapporti di produzione, quindi la configurazione di classe di una società, che è l'elemento "meno variabile" del blocco) e la sovrastruttura (le istituzioni politiche, giuridiche, le diverse ideologie, che costituiscono dialetticamente il riflesso dell'insieme dei rapporti sociali di produzione e sono l'elemento più variabile in seno al blocco storico). In sostanza Gramsci afferma che si ha blocco storico quando si stabilisce, all'interno di determinate situazioni storiche, un rapporto omogeneo, un legame organico, un'effettiva integrazione tra struttura e sovrastruttura (cioè fra base economica ed istituzioni politico-sociali, correnti ideologiche e culturali dominanti).

 

La nozione di blocco storico è pertanto evidentemente connessa all'esercizio ed all'organizzazione del potere delle classi dominanti, e quindi alla teoria dello stato e della rivoluzione. Nel pensiero gramsciano, l'anello che assicura il rapporto organico struttura-sovrastruttura ed allaccia le diverse sfere sovrastrutturali è dato dagli "intellettuali". Il rapporto organico struttura-sovrastruttura assume dunque per il tramite degli intellettuali - veri e propri "funzionari" della classe dominante (anche se provengono in parte da classi alleate) nell'ambito delle sovrastrutture - una dimensione ed un'articolazione concreta, non solo teorica, ma politica-pratica. Essi sono il tramite di un indirizzo ideologico, politico, culturale e morale senza il quale non può esservi classe dirigente ed il blocco storico non può costruirsi né consolidarsi. Per i comunisti ad essere decisivo è quell'intellettuale organico e collettivo che è il "moderno Principe", cioè il partito comunista, che tramite i suoi membri (quadri forgiati nella lotta pratica e nella teoria rivoluzionaria, intellettuali socialisti sotto ogni aspetto) diffonde ed elabora l'ideologia proletaria, svolge un ruolo di direzione ideale, morale e culturale, compiendo la missione specifica di tessere la tela organica che unisce e mobilita gli elementi del blocco storico. Con ciò svolgendo una funzione decisiva per l'affermazione dell'egemonia della classe operaia e lo sviluppo del progresso culturale e materiale delle masse, vere protagoniste di tutto il processo. 

In sintesi: Quaderno 10 (XXXIII)

§ (13)

 1. Elementi di storia etico-politica nella filosofia della praxis: concetto di egemonia, rivalutazione del fronte filosofico, studio sistematico della funzione degli intellettuali nella vita statale e storica, dottrina del partito politico come avanguardia di ogni movimento storico progressivo.

 

“L’uomo è da concepire come un blocco storico di elementi puramente individuali e soggettivi e di elementi di massa e oggettivi o materiali coi quali l’individuo è in rapporto attivo. Trasformare il mondo esterno, i rapporti generali, significa potenziare se stesso, sviluppare se stesso. Che il «miglioramento» etico sia puramente individuale è illusione ed errore: la sintesi degli elementi costitutivi dell’individualità è «individuale», ma essa non si realizza e sviluppa senza un’attività verso l’esterno, modificatrice dei rapporti esterni, da quelli verso la natura a quelli verso gli altri uomini in vari gradi, nelle diverse cerchie sociali in cui si vive, fino al rapporto massimo, che abbraccia tutto il genere umano.”

Antonio Gramsci, Q.10, pag. 1705

Cfr. https://piattaformacomunista.com/BLOCCO_STORICO_GRAMSCI.pdf


- La civiltà contadina ha millenni di storia. Essa, nella società del positivismo capitalista colonialista dell’occidente industrialista, lascia tracce disseminate per coniugarsi con la modernità. La civiltà contadina è intrecciata alla storia dei gruppi subalterni attraverso la lotta delle classi. Le materiali condizioni dell’esistenza connotano lo stigma della subalternità e lo storico “integrale” ne ricostruisce l’appartenenza culturale prima che politica. L’appartenenza politica, infatti, sconta la frantumazione e disgregazione dei gruppi subalterni. Le tracce di “autonomia politica” sono prezioso materiale dunque, per lo storico “integrale”.

Ogni traccia di iniziativa autonoma da parte dei gruppi subalterni dovrebbe perciò essere di valore inestimabile per lo storico integrale; da ciò risulta che una tale storia non può essere trattata che per monografie e che ogni monografia domanda un cumulo molto grande di materiali spesso difficili da raccogliere.

Ivi, Q.25, §2, Ai margini della storia, 1934, pag. 2841

Possono esserci elementi di ‘direzione cosciente’, ma non c’è coscienza di classe e dunque ne svaniscono anche le tracce documentarie. Il sovversivismo spontaneo senza volontà politica collettiva è una traccia comunque di ‘iniziativa autonoma’, sebbene sottoposta all’egemonia dei gruppi delle classi dominanti: autonomia di ‘istinto’ di classe che diventa strumentale, in assenza di un soggetto politico della trasformazione rivoluzionaria cosciente ‘per sè’, delle frazioni più organizzate dei gruppi politici che esercitano il dominio. *

*si parla di «lotta di classe» anche in relazione ai conflitti tra le «diverse frazioni della borghesia», a conflitti cioè che contrappongono classi sfruttatrici o loro frazioni. Come sottolinea Il Manifesto (di Marx ed Engels, ndr) «la borghesia è sempre in lotta: dapprima contro l’aristocrazia, poi contro quelle parti della borghesia stessa i cui interessi sono in contraddizione col progresso dell’industria, e sempre contro la borghesia di tutti i paesi stranieri», Losurdo, pos.530, ed. digitale La lotta di classe: una storia politica e filosofica, Laterza, 2015. Cit. da Enzensberger H.M. (a cura di) (1977), Colloqui con Marx e Engels (1973), Einaudi, Torino.

“ Il concetto di subalterno si colloca tra l’essere sociale e la coscienza sociale, allude a un’esperienza di subordinazione e resistenza, una combinazione di spontaneità e coscienza che si manifesta in modo tendenziale e progressivo”,

Massimo Modonesi, Gramsci e il soggetto politico, Bordeaux, 2024, pag.58

Le citazioni dai "Quaderni dal carcere" di Gramsci sono tratte dall'edizione Einaudi, 1975, a cura di Valentino Gerratana, nell'ed.digitale.

 

In questo blog vedi: Aldo Serafini, Alleanze e blocco storico in Gramsci

ALLEANZE E BLOCCO STORICO IN GRAMSCI



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