Il
raccordo della "questione meridionale" con il tema dei subalterni del
Quaderno 25 di Gramsci
composizione
foto Mario Carbone
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Questa categoria di
derivazione soreliana, che Gramsci sviluppa nei Quaderni (vedi Q.4) è
fondamentale per comprendere la sua impostazione metodologica per un
meridionalismo di tipo nuovo. Infatti si tratta proprio di unificare i gruppi
sociali subalterni in un’alleanza sociale per la trasformazione rivoluzionaria
e condurre il “blocco” ad essere il motore della lotta di classe. Non la
preminenza operaia, dunque, sempre presunta a priori come ipotesi storica, ma
la ‘contesa egemonica’ diventa già il cuore della riflessione gramsciana nel
1926.
- Si confonde spesso il
concetto gramsciano di “blocco storico“, che è un concetto analitico, in cui
forte è il nesso dialettico fra struttura e sovrastruttura, con quello di
alleanze sociali, o di blocco sociale. Gramsci aveva posto con grande chiarezza
il problema delle alleanze della classe operaia nella sua azione di dirigente
del partito comunista, e specialmente negli ultimi anni prima dell'arresto.
Nelle tesi del congresso di Lione (gennaio 1926) è affermata la necessità di
porre in prima linea, fra gli alleati del proletariato industriale e agricolo,
i contadini del Mezzogiorno e delle Isole. Nello scritto sulla “Questione
meridionale” (ottobre 1926) Gramsci indica «il consenso delle larghe masse
contadine» come la condizione per mobilitare contro il capitalismo la
maggioranza della popolazione lavoratrice.
[cit. da Renato Zangheri]
https://www.nilalienum.com/gramsci/0_Glossario/GBlocco%20storico.html
Ricordiamo
tante discussioni ai tempi della linea del “compromesso storico” nel PCI: in
estrema sintesi, si “giustificava” la linea con la categoria gramsciana,
astraendo completamente però dalle sue origini, quelle del 1926 nelle note
sulla ‘questione meridionale’. / fe.d.
Il primo richiamo alla
nozione di blocco storico trova uno svolgimento in note successive, più
meditate e riepilogative, come quelle contenute nel Quaderno 10 (che ha per
titolo "La filosofia di Benedetto Croce"), compilate nella seconda
metà del 1932. Nello sviluppare la critica contro le posizioni
teorico-politiche crociane, Gramsci utilizza il concetto di "blocco
storico" per i seguenti obiettivi: a) riconoscere l'importanza della
direzione culturale e morale come aspetto dell'egemonia della classe operaia;
b) respingere le posizioni che interpretano le ideologie alla stregua di
arbitrarie illusioni ed apparenze; c) rispondere alle accuse secondo cui la
relazione fra base e sovrastruttura nel marxismo non sarebbe dialettica, cosa
che comporterebbe il ritorno al vecchio dualismo teologico, con l'economia che
starebbe dietro la scena come una sorta di forza misteriosa ed occulta (il
"dio ascoso" di Croce); d) introdurre in modo critico, all'interno
del sistema di concezioni marxiste, il criterio di "distinzione"
(critica della "dialettica dei distinti" di Croce). Con la nozione di
"blocco storico", Gramsci vuole dunque indicare l'unità dialettica e
la particolare relazione che si stabilisce nelle diverse fasi storico-politiche
fra la struttura economica (il complesso dei rapporti di produzione, quindi la
configurazione di classe di una società, che è l'elemento "meno
variabile" del blocco) e la sovrastruttura (le istituzioni politiche,
giuridiche, le diverse ideologie, che costituiscono dialetticamente il riflesso
dell'insieme dei rapporti sociali di produzione e sono l'elemento più variabile
in seno al blocco storico). In sostanza Gramsci afferma che si ha blocco
storico quando si stabilisce, all'interno di determinate situazioni storiche,
un rapporto omogeneo, un legame organico, un'effettiva integrazione tra
struttura e sovrastruttura (cioè fra base economica ed istituzioni
politico-sociali, correnti ideologiche e culturali dominanti).
La nozione di blocco
storico è pertanto evidentemente connessa all'esercizio ed all'organizzazione
del potere delle classi dominanti, e quindi alla teoria dello stato e della
rivoluzione. Nel pensiero gramsciano, l'anello che assicura il rapporto organico
struttura-sovrastruttura ed allaccia le diverse sfere sovrastrutturali è dato
dagli "intellettuali". Il rapporto organico struttura-sovrastruttura
assume dunque per il tramite degli intellettuali - veri e propri
"funzionari" della classe dominante (anche se provengono in parte da
classi alleate) nell'ambito delle sovrastrutture - una dimensione ed
un'articolazione concreta, non solo teorica, ma politica-pratica. Essi sono il
tramite di un indirizzo ideologico, politico, culturale e morale senza il quale
non può esservi classe dirigente ed il blocco storico non può costruirsi né
consolidarsi. Per i comunisti ad essere decisivo è quell'intellettuale organico
e collettivo che è il "moderno Principe", cioè il partito comunista,
che tramite i suoi membri (quadri forgiati nella lotta pratica e nella teoria
rivoluzionaria, intellettuali socialisti sotto ogni aspetto) diffonde ed
elabora l'ideologia proletaria, svolge un ruolo di direzione ideale, morale e
culturale, compiendo la missione specifica di tessere la tela organica che
unisce e mobilita gli elementi del blocco storico. Con ciò svolgendo una
funzione decisiva per l'affermazione dell'egemonia della classe operaia e lo
sviluppo del progresso culturale e materiale delle masse, vere protagoniste di
tutto il processo.
In sintesi: Quaderno 10 (XXXIII)
§ (13)
1. Elementi di storia etico-politica nella
filosofia della praxis: concetto di egemonia, rivalutazione del fronte
filosofico, studio sistematico della funzione degli intellettuali nella vita
statale e storica, dottrina del partito politico come avanguardia di ogni
movimento storico progressivo.
“L’uomo è da concepire
come un blocco storico di elementi puramente individuali e soggettivi e di
elementi di massa e oggettivi o materiali coi quali l’individuo è in rapporto
attivo. Trasformare il mondo esterno, i rapporti generali, significa potenziare
se stesso, sviluppare se stesso. Che il «miglioramento» etico sia puramente
individuale è illusione ed errore: la sintesi degli elementi costitutivi
dell’individualità è «individuale», ma essa non si realizza e sviluppa senza
un’attività verso l’esterno, modificatrice dei rapporti esterni, da quelli
verso la natura a quelli verso gli altri uomini in vari gradi, nelle diverse
cerchie sociali in cui si vive, fino al rapporto massimo, che abbraccia tutto
il genere umano.”
Antonio Gramsci, Q.10, pag. 1705
Cfr. https://piattaformacomunista.com/BLOCCO_STORICO_GRAMSCI.pdf
- La civiltà contadina
ha millenni di storia. Essa, nella società del positivismo capitalista
colonialista dell’occidente industrialista, lascia tracce disseminate per
coniugarsi con la modernità. La civiltà contadina è intrecciata alla storia dei
gruppi subalterni attraverso la lotta delle classi. Le materiali condizioni
dell’esistenza connotano lo stigma della subalternità e lo storico “integrale”
ne ricostruisce l’appartenenza culturale prima che politica. L’appartenenza
politica, infatti, sconta la frantumazione e disgregazione dei gruppi
subalterni. Le tracce di “autonomia politica” sono prezioso materiale dunque,
per lo storico “integrale”.
Ogni
traccia di iniziativa autonoma da parte dei gruppi subalterni dovrebbe perciò
essere di valore inestimabile per lo storico integrale; da ciò risulta che una
tale storia non può essere trattata che per monografie e che ogni monografia
domanda un cumulo molto grande di materiali spesso difficili da raccogliere.
Ivi,
Q.25, §2, Ai margini della storia,
1934, pag. 2841
Possono esserci
elementi di ‘direzione cosciente’, ma non c’è coscienza di classe e dunque ne
svaniscono anche le tracce documentarie. Il sovversivismo spontaneo senza
volontà politica collettiva è una traccia comunque di ‘iniziativa autonoma’,
sebbene sottoposta all’egemonia dei gruppi delle classi dominanti: autonomia di
‘istinto’ di classe che diventa strumentale, in assenza di un soggetto politico
della trasformazione rivoluzionaria cosciente ‘per sè’, delle frazioni più
organizzate dei gruppi politici che esercitano il dominio. *
*si parla di «lotta di
classe» anche in relazione ai conflitti tra le «diverse frazioni della
borghesia», a conflitti cioè che contrappongono classi sfruttatrici o loro
frazioni. Come sottolinea Il Manifesto
(di Marx ed Engels, ndr) «la
borghesia è sempre in lotta: dapprima contro l’aristocrazia, poi contro quelle
parti della borghesia stessa i cui interessi sono in contraddizione col
progresso dell’industria, e sempre contro la borghesia di tutti i paesi
stranieri», Losurdo, pos.530, ed. digitale La
lotta di classe: una storia politica e filosofica, Laterza, 2015. Cit. da
Enzensberger H.M. (a cura di) (1977), Colloqui
con Marx e Engels (1973), Einaudi, Torino.
“ Il concetto di
subalterno si colloca tra l’essere sociale e la coscienza sociale, allude a
un’esperienza di subordinazione e resistenza, una combinazione di spontaneità e
coscienza che si manifesta in modo tendenziale e progressivo”,
In questo blog vedi: Aldo Serafini, Alleanze e
blocco storico in Gramsci
a cura di Ferdinando Dubla, Subaltern studies Italia
https://www.facebook.com/p/Subaltern-studies-Italia-100071061380125/
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