Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

Powered By Blogger

martedì 3 dicembre 2024

IL "NESSO" DIALETTICO

 


Una nota “didattica” di Gramsci che, attraverso una metafora efficace e semplice, spiega un concetto fondamentale del marxismo, il nesso dialettico tra struttura e sovrastruttura, un legame affatto meccanico su cui costruire automatismi di ‘riflesso’, ma intreccio indissolubile interno ai sistemi sociali di cui si vogliono ‘svelare’ le apparenze fenomeniche, come il sistema originato dall’accumulazione capitalista e dalla proprietà privata dei mezzi della produzione e la ricerca dell’egemonia (categoria che diventerà centrale dell’analisi di Gramsci) attraverso forme e istituzioni sovrastrutturali. / fe.d.

 

STRUTTURA E SOVRASTRUTTURA - lo scheletro e la pelle

“Se gli uomini prendono coscienza del loro compito nel terreno delle superstrutture, ciò significa che tra struttura e superstrutture c’è un nesso necessario e vitale, cosí come nel corpo umano tra la pelle e lo scheletro: si direbbe uno sproposito se si affermasse che l’uomo si mantiene eretto sulla pelle e non sullo scheletro, e tuttavia ciò non significa che la pelle sia una cosa apparente e illusoria, tanto vero che non è molto gradevole la situazione dell’uomo scorticato. Cosí sarebbe uno sproposito dire che il colore delle guance sia la causa della salute e non viceversa ecc. (Il paragone del corpo umano può servire per rendere popolari questi concetti, come metafora appropriata). Non ci si innamora di una donna per la forma dello scheletro e tuttavia anche questa forma contribuendo all’armonia generale delle forme esterne e persino alla disposizione della pelle, è un elemento di attrazione sessuale. Semplice metafora perché mentre la storia registra mutamenti radicali di strutture sociali, nel regno animale si può parlare solo, caso mai, di lentissime evoluzioni.”

Antonio Gramsci, Quaderno 4 §8, 1930-1932, ed. Einaudi (a cura di) Valentino Gerratana 1975, ed. dig., pag. 506

 

Il pensiero gramsciano ha attraversato diverse sfide,  riuscendo non solo a sopravvivere alle macerie del 1989, ma addirittura ad uscirne rafforzato. Si è assistito, infatti, al moltiplicarsi di letture che, ‘liberate’ dai vincoli ideologici imposti dalla storia novecentesca, hanno incominciato un lavoro di “restauro” – come lo definisce Gerratana – capace di donare ancora più vigore all’opera di Gramsci.

Accanto a questa linea ‘filologica’ di interesse, ve n’è stata un’altra dettata da alcuni autori, i quali, interpretando il pensiero di Gramsci in modo originale, hanno tratto da esso tali spunti di riflessione e critici da influenzare profondamente i contesti nazionali in cui operavano.

Tra questi, di particolare importanza è il lavoro svolto da Esward Said per gli Stati Uniti; Ranajit Ghua per l’India; José Aricó, Juan Carlos Portantiero e il gruppo formatosi attorno alla rivista «Pasado y Presente» e «La Città futura», che influenzarono significativamente non solo l’Argentina, ma anche tutta l’America latina; Dora Kanoussi per il Messico; Carlos Nelson Coutinho in Brasile; Robert Cox e Stephen Gill per il Canada; Eisude Takemura e Hiroshi Matsuda in Giappone; Choi Jang-jip in Corea del Sud e Tian Shigang e Mao Yunze in Cina.

Cfr. V. Gerratana, Gramsci. Problemi di metodo, Roma, Editori Riuniti, 1997.

da Diego Lazzarich, Gramsci nella prospettiva di Stuart Hall, in Comunicazioni Sociali. Rivista Di Media, Spettacolo E Studi Culturali, Anno XXX, N. 2 (Maggio agosto),Vita E Pensiero, Milano 2008, Pp. 140 149.

 

a cura di Ferdinando Dubla

 

vedi anche in questo blog:

LA CONQUISTA DELLA COSCIENZA di CLASSE per ANTONIO GRAMSCI



Nessun commento:

Posta un commento