Per esegesi di un testo intendiamo la sua
spiegazione didattica in un’interpretazione (ermeneutica); per “sinossi”
un’esposizione sintetica e schematica, un compendio della critica che lo
riguarda. Rimandiamo anche a SINOSSI DELLA LOTTA DELLE CLASSI - da Domenico
Losurdo,
http://ferdinandodubla.blogspot.com/2024/10/sinossi-della-lotta-delle-classi-da.html
Difesa
“allarmata” e “vittoria permanente”
“Criteri
metodologici. La storia dei gruppi sociali subalterni è necessariamente
disgregata ed episodica. È indubbio che nell’attività storica di questi gruppi
c’è la tendenza all’unificazione sia pure su piani provvisori, ma questa
tendenza è continuamente spezzata dall’iniziativa dei gruppi dominanti, e
pertanto può essere dimostrata solo a ciclo storico compiuto, se esso si
conchiude con un successo. I gruppi subalterni subiscono sempre l’iniziativa
dei gruppi dominanti, anche quando si ribellano e insorgono: solo la vittoria
«permanente» spezza, e non immediatamente, la subordinazione. In realtà, anche
quando paiono trionfanti, i gruppi subalterni sono solo in istato di difesa
allarmata (questa verità si può dimostrare con la storia della Rivoluzione
francese fino al 1830 almeno). Ogni traccia di iniziativa autonoma da parte dei
gruppi subalterni dovrebbe perciò essere di valore inestimabile per lo storico
integrale; da ciò risulta che una tale storia non può essere trattata che per
monografie e che ogni monografia domanda un cumulo molto grande di materiali
spesso difficili da raccogliere.”
Antonio Gramsci, Q.25,
§2, Ai margini della storia, 1934, pag. 2841. È uno sviluppo della nota 14
presente nel Quaderno 3 (1930):
“§ ⟨14⟩.
Storia della classe dominante e storia delle classi subalterne.
La
storia delle classi subalterne è necessariamente disgregata ed episodica: c’è
nell’attività di queste classi una tendenza all’unificazione sia pure su piani
provvisori, ma essa è la parte meno appariscente e che si dimostra solo a
vittoria ottenuta. Le classi subalterne subiscono l’iniziativa della classe
dominante, anche quando si ribellano; sono in istato di difesa allarmata. Ogni
traccia di iniziativa autonoma è perciò di inestimabile valore. In ogni modo la
monografia è la forma piú adatta di questa storia, che domanda un cumulo molto
grande di materiali parziali.”
Ivi,
pag. 365.
In Gramsci non c’è una
teoria della subalternità, ma un legame stretto tra classe/classi, autonomia ed
egemonia. Nel corso di sviluppo del suo pensiero, la centralità della classe
operaia si deve all’”americanismo e fordismo” nel ciclo capitalista (Q.22),
pervasivo in fabbrica e fuori della fabbrica, nella società, dove operano i
fattori sovrastrutturali per rendere permanente il primato degli assetti
produttivi che alimentano la riproduzione e accumulazione di capitale. La
“vittoria permanente”, in questo, si definisce come tale per le classi
dominanti. Ma “permanente” non può essere, per le ricorrenti crisi di sistema
che attraversano i rapporti sociali capitalisti (è qui che si inserisce anche
la “rivoluzione passiva”, una trasformazione-superamento dei cicli attraverso
la ‘passivizzazione delle masse”) che si rende funzionale alla ripresa nella
contesa egemonica del dominio della borghesia e delle sue frazioni anche in lotta
tra loro, direttamente impegnate nella produzione o nelle istituzioni
sovrastrutturali.
Le crisi cicliche
permettono potenzialmente l’iniziativa autonoma delle classi subalterne. Il
soggetto che unifica i gruppi subalterni ‘frammentati’ si costituisce
politicamente come soggetto della trasformazione rivoluzionaria.
“Gramsci, infatti, non
è un teorico della subalternità ma, al contrario, del superamento della
condizione subalterna, della costruzione storica di un soggetto sociale e
politico post-subalterno, cioè autonomo e, quindi, dotato di poteri e capace di
contestare ed esercitare l’egemonia”, Modonesi, 47
Le
classi inferiori, essendo storicamente sulla difensiva, non possono acquistare
coscienza di sé che per negazioni, attraverso la coscienza della personalità e
dei limiti di classe dell’avversario,
Antonio Gramsci, Q.3, 46,
pag. 323-324
Massimo Modonesi, Gramsci e il soggetto politico, Bordeaux, 2024
Le citazioni dai "Quaderni
dal carcere" di Gramsci sono tratte dall'edizione Einaudi, 1975, a cura di
Valentino Gerratana, nell'ed.digitale.
sul
Quaderno 25 vedi anche, in questo blog:
CRISTO
SI E' FERMATO AD ARCIDOSSO: IL LAZZARETTI DI GRAMSCI
IL
PARAGRAFO 5 del QUADERNO 25
I QUADERNI DI SUBALTERN STUDIES ITALIA - il primo numero
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