martedì 10 settembre 2013
Anief. Decreto-legge Scuola: pasticcio del Governo sui precari
Anief - Ignorata la giurisprudenza nazionale e comunitaria. Pronta una nuova stagione di ricorsi in tribunale. Per Anief-Confedir è illegittimo assumere un precario a condizione di non pagargli l’anzianità di servizio, confermare i tagli delle scuole autonome cancellati dalla Consulta, escludere dalle nuove procedure concorsuali per dirigente i docenti con servizio pre-ruolo come indicato dal Tar Lazio o esonerare dei docenti per reggere le scuole scoperte mentre non si paga l’indennità di reggenza ai vicari, ritardare la stabilizzazione dell’organico di sostegno.
Scuola: sulle assunzioni Anief-Confedir ricorrerà alla Corte di giustizia europea
Il Governo prevede la stabilizzazione dei precari a condizione che siano pagati come supplenti, senza progressione di carriera, per evitare la condanna della UE. Programma un piano triennale di immissioni in ruolo dai numeri indefiniti ma congela gli aumenti di stipendio che spettano dopo anni di servizio. Plaudono quei sindacati che hanno già bloccato gli aumenti ai 90.000 assunti negli ultimi due anni con la firma del contratto del 4 agosto 2011.
Anief-Confedir non può barattare il diritto alla parità di trattamento tra i lavoratori alla base del decreto legislativo 29/93 che ha privatizzato il rapporto di lavoro nel pubblico impiego, tanto più se su richiesta del datore di lavoro che intende aggirare il principio di non discriminazione stabilito dalla normativa comunitaria (direttiva 1999/70/CE).
Grazie all’azione dell’Anief-Confedir, oggi, un supplente dopo quattro anni di servizio su posto vacante e disponibile ricorre al tribunale del lavoro per ottenere un risarcimento danno per la mancata stabilizzazione e gli scatti biennali di anzianità; ora per evitare nuove condanne il Governo interviene per assumere quel precario ma pagandolo sempre con lo stipendio iniziale per i prossimi dieci anni. Questo è un vero e proprio imbroglio. Se i posti sono vuoti si devono fare le immissioni e l’amministrazione non può fare quello che viene vietato dai giudici ad un’azienda privata, sfruttare i lavoratori precari. Da quanto l’ultima volta, infatti, i sindacati in un contratto hanno realizzato l’invarianza finanziaria come previsto dal decreto legge, è stata congelata la ricostruzione degli ultimi dieci anni di servizio. Non è precarizzando il rapporto di lavoro dei neo-immessi in ruolo che si combatte la piega del precariato.
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