Testo del volantino che sarà distribuito al banchetto di piazza della Vittoria, domenica 6 ottobre c.a., dalle ore 9.30 -- a cura della Federazione Provinciale del Partito dei Comunisti Italiani di Taranto
lunedì 30 settembre 2013
PER UNA SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE
Testo del volantino che sarà distribuito al banchetto di piazza della Vittoria, domenica 6 ottobre c.a., dalle ore 9.30 -- a cura della Federazione Provinciale del Partito dei Comunisti Italiani di Taranto
PER UNA SANA E ROBUSTA
COSTITUZIONE
Di fronte alle miserie, alle ambizioni
personali e alle rivalità di gruppi spacciate per affari di Stato, invitiamo i
cittadini a non farsi distrarre. Li invitiamo a interrogarsi sui grandi
problemi della nostra società e a riscoprire la politica e la sua bussola: la
Costituzione. La dignità delle persone, la giustizia sociale e la solidarietà
verso i deboli e gli emarginati, la legalità e l’abolizione dei privilegi,
l’equità nella distribuzione dei pesi e dei sacrifici imposti dalla crisi
economica, la speranza di libertà, lavoro e cultura per le giovani generazioni,
la giustizia e la democrazia in Europa, la pace: questo sta nella Costituzione.
La difesa della Costituzione non è uno stanco richiamo a un testo scritto tanti
anni fa. Non è un assurdo atteggiamento conservatore, superato dai tempi. Non
abbiamo forse, oggi più che mai, nella vita d’ogni giorno di tante persone,
bisogno di dignità, legalità, giustizia, libertà? Non abbiamo bisogno di
politica orientata alla Costituzione? Non abbiamo bisogno d’una profonda
rigenerazione bonificante nel nome dei principi e della partecipazione
democratica ch’essa sancisce?
Invece,
si è fatta strada, non per caso e non innocentemente, l’idea che questa
Costituzione sia superata; che essa impedisca l’ammodernamento del nostro
Paese; che i diritti individuali e collettivi siano un freno allo sviluppo
economico; che la solidarietà sia parola vuota; che i drammi e la disperazione
di individui e famiglie siano un prezzo inevitabile da pagare; che la
partecipazione politica e il Parlamento siano ostacoli; che il governo debba
essere solo efficienza della politica economica al servizio degli investitori;
che la vera costituzione sia, dunque, un’altra: sia il Diktat dei mercati al
quale tutto il resto deve subordinarsi. In una parola: s’è fatta strada l’idea
che la democrazia abbia fatto il suo tempo e che si sia ormai in un tempo
post-democratico: il tempo della sostituzione del governo della “tecnica”
economico-finanziaria al governo della “politica” democratica. Così, si
spiegano le “ineludibili riforme” – come sono state definite –, ineludibili per
passare da una costituzione all’altra.
La
difesa della Costituzione è dunque innanzitutto la promozione di un’idea di
società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente
per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. È un impegno, al
tempo stesso, culturale e politico che richiede sia messa in chiaro la natura
della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile
raggiungere e mobilitare. Non è la difesa d’un passato che non può ritornare,
ma un programma per un futuro da costruire.
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