Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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giovedì 8 dicembre 2016

Mario Capanna: vittorie e speranze

Sonante la vittoria del No! La Costituzione antifascista è salva.

Rinfranca il cuore la decisione della maggioranza del nostro popolo, che non si è lasciato intimidire né fuorviare… dal resto del mondo: gli endorsement per il sì alla controriforma da parte di tutte le cancellerie europee e d’oltre Atlantico, dei poteri finanziari internazionali e, in Italia, di tutti quelli partecipi al blocco dominante di turno, la quasi totalità dei media, Marchionne, Confindustria, Coldiretti ecc. ecc.

Renzi si è costruita la sua Caporetto con abilità scientifica…: dopo avere triturato l’art. 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori, distribuito a iosa mance elettorali (l’ultima, a pochi giorni dal voto, gli 80 euro agli statali), non aver fatto alcuna politica di investimenti volta a creare posti di lavoro – in particolare per i giovani – avere bloccato il Paese per un anno sulla controriforma della Carta, congegnata da un governo sorretto da un Parlamento illegittimo, eletto sulla base di una legge dichiarata “truffa” dalla Corte costituzionale, è rimasto vittima della sua “hybris” (“arroganza”, “alterigia”, “prepotenza”). (1)

Le bugie intensive e proterve che ha detto, secondo gli schemi della post-verità (!?!), non sono state bevute dalla grande maggioranza dei cittadini.

E’ questo il dato storico del 4 dicembre 2016: la maggioranza del popolo ha sconfitto il “populismo dall’alto” e ha decretato che non si può attaccare impunemente la Costituzione. Un bel segnale per l’Italia e l’Europa.

Certo, la vittoria è figlia di cento padri… Che le forze conservatrici cerchino di cavalcarla è naturale.
Ma è importante la porta che si apre per le forze democratico-progressive, che hanno avuto un ruolo di primo piano nel successo referendario: la ricostruzione di un tessuto condiviso di partecipazione diretta e consapevole dei cittadini alla gestione della cosa pubblica.

Fatica di lunga lena, che rifugge da scorciatoie semplicistiche e da cortocircuiti di assemblaggi di vertici.
La crisi del Pd, per esempio, potrà essere feconda o involutiva: il primo esito richiede l’irruzione di un nuovo modo di pensare da parte di tutta la costellazione dei segmenti di sinistra e di movimento.

Una speranza, questa, oggi praticabile, che non ci sarebbe affatto stata con una prevalenza di sì sul referendum.

Strada difficile, ma entusiasmante. Dipende da noi, dai molti che non si rassegnano allo stato presente delle cose.

(1) Hybris, per i greci, genera “àte”: la “privazione del discernimento”, in definitiva l’ “accecamento” di chi la pratica. E’ precisamente quanto è accaduto.

                                                              Mario Capanna, 5 dicembre 2016

         

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