PEDAGOGIA E ANTIPEDAGOGIA – post su FB
Con la protervia e l'arroganza tipiche di dittatorelli truffaldini, il Ministero dell'Istruzione continua a imporre con violenza quiz e quizzetti dell'INVALSI e con forza modalità insopportabili della cosiddetta alternanza scuola/lavoro, nonostante il parere negativo di studenti, docenti e famiglie, cioè i protagonisti dell'ISTITUZIONE scolastica, non dell'AZIENDA-scuola.
Da studenti di 'movimento', odiavamo IL NOZIONISMO, il formalismo retorico dell'eloquenza "estetica", la mnemotecnica sterile, il bacchettonismo cattedratico. Per questo ci piaceva, e ci piace ancora, LA PEDAGOGIA DELLA LIBERAZIONE.
Questi insulsi burocrati al servizio dei potenti dubito che comprendano di che parliamo: per loro valgono le carte, quel MOLOCH BUROCRATICO che soffoca il lavoro docente (e anche dei presidi-"manager", ieri il decreto dell'inizio degli esami di Stato al 21 giugno, era di 46 pagine!!), che ben si sposa con il quizzume e il caporalismo della vuotaggine contenutistica.
Questi falsi rinnovatori sono così vecchi, da far pensare all'ellenismo romano, il tardo ellenismo, con le figure incartapecorite dei maestri-retori che imponevano esercizi di sola abilità mnemonica e privi di DIDATTICA DEI CONTENUTI, e contro cui lanciarono i loro strali sia Luciano di Samosata che Sesto Empirico. Quest'ultimo, in particolare, in "Contro i dogmatici", si scagliava contro la stolta imposizione della "verità" da parte dei "sapientoni insipienti", e dunque, scetticamente, ribaltò l'esigenza pedagogica in ANTIPEDAGOGIA.
Niente di nuovo sotto il sole, dunque, ma i livelli di sopportazione tracimano. (fe.d.)
INVALSI, STRUMENTO DI CLASSE
I caporali INVALSI della scuola aziendalista vogliono omogenizzare, standardizzare, senza lo spirito critico, sempre proni al comando. I poteri forti hanno bisogno di servi, la politica delle classi dominanti di sudditi, chi si crede padrone del mondo, di schiavi. La liberazione inizia con il rifiutare che il sapere, la conoscenza, sia ridotta ad un quiz, insulso e nozionistico come la forma mentis che vogliono "inculcare". Il pensiero liberista non lascia liberi, siamo tutti uguali, l'eguaglianza del supermercato, l'homo consumens, pastorizzati e serializzati, ciò che conta è l'apparire non l'essenza, la forma non il contenuto, i bisogni indotti non quelli naturali, l'avere non l'essere.
La pedagogia della liberazione è rivolta contro lo stato di cose presenti. (Dublicius)
DIALOGO FRA SCETTICI (integrale)
Lo incontrai all'Accademia, dove era scolarca, ma era di Pitane dove aveva seguito le lezioni di Autolico.
- Non possiamo essere certi di nulla, neanche delle affermazioni più banali, esordì
- Tutto è incerto, ma anche questo non è certo. Dunque?
- Che gli umani muoiano è certo, ma quando e come, essi mai lo sapranno, dunque la morte, per loro stessi, non c'è
- ciò che appare non è, ma ciò che è, potrebbe non essere? gli dissi
- non c'è dubbio - rispose
@Dublicius
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