Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

Powered By Blogger

giovedì 10 dicembre 2020

F. Engels compie 200 anni


appunti su: 

-il pensiero ecologico di F.Engels -


Più si conosce la natura e si diradano i misteri degli universi, più è necessaria la socializzazione delle conoscenze e l’universalizzazione delle sue applicazioni. A partire da “La situazione della classe operaia in Inghilterra”, scritto nel 1843/44 frequentando la Manchester di Mary Burns e pubblicato nel 1845, in cui il nesso ambiente/salute/lavoro e sfruttamento viene a porsi come indice della civiltà industrialista del capitalismo, per finire alla serie di saggi tra filosofia della scienza e scienza della logica rimasti inediti e pubblicati solo nel 1925 in URSS con il titolo di “Dialettica della natura”, il fraterno compagno di Marx viene ad assumere profilo autonomo nel marxismo per la sensibilità naturalistica della concezione materialistica della storia.

- Dialettica della natura e natura della dialettica -


Engels, dopo il suo trasferimento a Londra nel 1870, meno oberato da compiti lavorativi e da affari, si impegnò nello studio assiduo e sistematico delle scienze. L’opera risultante da quello studio, “Dialettica della natura” (1883), e’ una serie dunque di saggi stilati in quel periodo storico ed è tra le più controverse all’interno stesso del marxismo, in quanto in essa si potrebbe intravedere la pretesa della concezione materialistica della storia di trasformarsi in concezione materialistica della natura, tramite la dialettica, che, da dialettica storica di lotta di classe, si estenderebbe a dialettica, appunto, della natura. Complice fu la vulgata del DIAMAT, la lettura metastorica e dogmatica che negli anni ‘30 fu, su indicazioni di Lyssenko, predominante in URSS. 

Ma se si pensa che tutto ciò che è nella storia è inevitabilmente nella natura  degli umani e del loro rapporto con la natura esterna, può comprendersi che il movimento dialettico non sia “legge” della natura, non sia di essa interpretazione meccanicista (contro Dühring e la sua ‘imago mundi’), determinista e dogmatica di “rispecchiamento” tra struttura e sovrastruttura, ma sia il modo di intenderla a partire dalle reali e materiali condizioni di esistenza degli esseri umani e della loro intelligenza collettiva trasformatrice.

 Nella Dialettica della natura Engels scrive che «tanto la scienza che la filosofia hanno finora trascurato completamente l'influsso dell'attività umana sul suo pensiero: esse conoscono soltanto la natura da una parte e il pensiero dall'altra. Ma il fondamento più essenziale e immediato del pensiero umano è proprio la modificazione della natura a opera dell'uomo, non già la natura in quanto tale e l'intelligenza dell'uomo crebbe nella misura in cui l'uomo apprese a modificare la natura».

Ad ogni passo ci vien ricordato che noi non dominiamo la natura come un conquistatore domina un popolo straniero soggiogato, che non la dominiamo come chi è estraneo ad essa, ma che noi le apparteniamo con carne e sangue e cervello e viviamo nel suo grembo: tutto il nostro dominio sulla natura consiste nella capacità, che ci eleva al di sopra delle altre creature, di conoscere le sue leggi e di impiegarle nel modo più appropriato.

Friedrich Engels, Dialettica della natura.

Più si conosce la natura e si diradano i misteri degli universi, più è necessaria la socializzazione delle conoscenze e la riappropriazione collettiva di tutte le sue applicazioni. 

-  L’interesse di Friedrich Engels per le scoperte scientifiche della sua epoca fu appassionato, innanzitutto per il primo principio della termodinamica e il principio della selezione naturale nell’origine delle specie darwiniana. Costante la ricerca dei nessi intercorrenti tra filosofia e scienza, tra elaborazione filosofica ed epistemologia, tra teoria e metodo. Lontano dallo speculativismo astratto autosussistente così come del mero empirismo solo induttivo, concepì la natura come svolgimento dialettico, non però in base a deduzioni e schemi teoretici da ricercare in essa (un a posteriori che diverrebbe a priori), semmai “cerca di cogliere i tratti specifici della dialettica della natura (..) si sforza di enucleare la dialettica propria di questo o quel processo naturale. “, (..) non si trattava di costruire le leggi dialettiche introducendole nella natura, ma di rintracciarle in essa e di svilupparla da essa”,  Lucio Lombardo-Radice, Prefazione a F.E., “Dialettica della natura”, Ed.Riuniti, IV ed. 1978, pag.18. 

Sia la natura esterna (ambiente) sia la realizzazione della natura umana attraverso il lavoro, sono un costante processo dialettico, che, proprio perché nella natura (esterna-interna e il loro rapporto trasformativo), si esprimono nella storia. 

fe.d., per i 200 anni di Engels


Friedrich Engels (1820/1895)


 

Nessun commento:

Posta un commento