la narrazione dei margini e il ‘terzo spazio’, ibridita’ e ambivalenza dello stato-nazione
di Ferdinando Dubla, Mariella Pandolfi, Homi K.Bhabha
La coscienza nazionale, che è cosa diversa dal nazionalismo, è la sola cosa che potrà darci una dimensione internazionale. Franz Fanon, I dannati della terra, Feltrinelli,1966, pag.251
- Il lavoro
di ricerca di Bhabha si incentra sulla possibilità di ridefinire il canone
della modernità occidentale attraverso la prospettiva degli studi
postcoloniali. Un ruolo centrale nella sua analisi è ricoperto dalla
teorizzazione di un ‘terzo spazio’, un luogo teorico e simbolico dove gli
antagonismi tra dominatori e dominati si annullano nel concetto di ‘ibridità
culturale’, che include la differenza e rappresenta il presupposto per un
incontro costruttivo tra culture senza più gerarchie imposte. La crisi dello
stato-nazione non è dunque un assioma, ma si palesa non solo con la
limitazione della sovranità politica di ogni singolo paese per poteri
sovranazionali tipici del colonialismo, ma con la difesa sterile dei propri
confini presunti ’identitari’ dalle altre culture. Sullo sfondo, irrisolta
politicamente nelle analisi di Bhabha, è la questione dell’egemonia nei
rapporti di potere internazionali, dell’imperialismo e dei contrasti
interimperialistici, di cui però il discorso culturale non è mero riflesso, ma
parte fondamentale dell’analisi. - (Ferdinando Dubla)
- IL TERZO
SPAZIO NON E’ ESCLUSO
L'altro
sguardo e il paradosso antropologico
di Mariella
Pandolfi
- Il
paradosso antropologico
La carta
"costituzionale" di ogni percorso antropologico sembra contenere fin
dalle sue origini un double bind o un paradosso che, in quest'ultimo decennio,
ha provocato reazioni e attacchi pressanti da parte del pensiero
post-strutturalista.
Il paradosso
è di avere costruito da un lato una teoria capace di sfidare tutti gli
etnocentrismi prodotti lungo il cammino del pensiero europeo e dall'altro di
aver messo in atto pratiche che, anche se in modo non esplicito o sapientemente
occultato, hanno in ultima analisi aderito al "progetto coloniale".
Se vogliamo
seguire la linea della sfida del pensiero di Homi Bhabha e non perdere il senso
politico espresso dalle sue opere dobbiamo lasciarci guidare dai mille granuli
di quelle teorie radicali, oggi in larga misura prodotte da pensatori non
occidentali, che ci spingono a non nasconderci più dietro i veli di raffinate
produzioni letterarie o di neutrali metodologie scientifiche.
Le teorie e
gli studi postcoloniali si inseriscono infatti in un ampio dibattito che nelle
ultime due decadi ha attraversato e scosso le università americane, assediando
le scienze sociali in particolare e, più in generale, tutta la produzione del
sapere occidentale.
Homi Bhabha
costruisce attraverso i suoi scritti provocatori e seducenti un progetto
politico culturale certo non estraneo a quella tradizione antropologica
italiana che, in prima linea fin dagli anni '50, combattè il lato
"oscuro" della pretesa neutralità delle scienze sociali. Ma su questi
ritorneremo.
Quindi le
teorie dell'etnocentrismo critico (De Martino) e del terzo spazio (Bhabha) sono
destinate nel prossimo futuro ad un dialogo "forte", così come la
lettura di Gramsci che, lasciata l'Italia, trova oggi maggior fortuna e
originalità nell’India contemporanea. -
* Mariella
Pandolfi - Introduzione all’edizione italiana (Meltemi, 1997) di Nazione e
narrazione, a cura di Homi K. Bhabha, una raccolta di saggi curata dal
sociologo indo-statunitense dei cultural studies che, interrogandosi sulla
narrazione della storia dei popoli, ha dimostrato che i processi del dominio
globale imperialista priva di senso culturale, e di classe, i limes dello
stato-nazione.
- Maria Rosaria (Mariella) Pandolfi,
già full Professor ora Professore emerito presso Université-de-Montréal,
antropologa, filosofa e psicologa, ha studiato Cultural anthropology presso l’
École des hautes études en sciences sociales (EHESS) e filosofia all’Orientale
di Napoli, dove è tornata a risiedere. I suoi interessi di ricerca includono
teorie contemporanee in antropologia, antropologia medica, politica del corpo,
violenza e passioni sociali, intervento umanitario e militare nei Balcani
postbellici ed ex-socialisti. -
POST/MODERN - POST/COLONIAL - POST/
- Negli
‘interstizi’ della ‘ibridita’ culturale’: HOMI K. BHABHA
Un maestro
della critica postcoloniale che riconfigura il linguaggio decostruendo il
lessico della storia dominante. Anche il senso dell'appartenenza
politico-statuale, come quello culturale, è costruito discorsivamente: è
narrativizzato. E’ in questa stessa narrazione che va individuata la nuova
soggettività dei subalterni.
/Subaltern
studies Italia/ rassegna di studi culturali
/scheda/
The Location of Culture - Homi K. Bhabha
Copyright
Year 1994, by Routledge
Homi K.
Bhabha, I luoghi della cultura, Meltemi, 2006 - traduzione di Antonio Perri
- Le
riflessioni di uno tra i maggiori theorist del nostro tempo, in una
straordinaria raccolta di saggi. Questo libro è di altissimo livello sia per la
vastità dei riferimenti letterari - Toni Morrison, Nadine Gordimer, Conrad,
Walcott - sia per lo spessore dei teorici analizzati - Benjamin, Said,
Foucault, Fanon - sia infine per la capacità di Bhabha di ri-definire la
modernità occidentale a partire dalla prospettiva postcoloniale, la prospettiva
delle comunità marginali, che vivono "negli interstizi" del
sistema-mondo. Con questo obiettivo l'autore elabora una genealogia della
postmodernità: i testi coloniali e postcoloniali infatti - dai documenti
d'archivio della ribellione indiana alle pagine de I versi satanici - non ci
raccontano la storia dello "sviluppo ineguale". Eppure dobbiamo pur
rappresentarlo quest'universo che esprime una nuova consapevolezza - di razza,
genere, generazione, istituzioni, ambiente geopolitico, orientamento sessuale -
e nuova rivendicazione identitaria. E perché dobbiamo rappresentare questo
insopprimibile bisogno di pensare a una teoria dell'ibridità culturale e della
differenza sociale che vada oltre il rapporto Sé/Altro. In conclusione, è ormai
urgente individuare i veri luoghi della cultura: quegli spazi in cui si
sviluppano innovative forme di solidarietà e di conflitto lungo il processo in
cui si costruisce una nuova società.
Così ha
recensito il libro Toni Morrison: "Bhabha appartiene a quel piccolo gruppo
di intellettuali che occupa le posizioni più avanzate dell'indagine teorica sul
rapporto tra letteratura e cultura. Qualunque seria riflessione sulla ricerca
poscoloniale/postmoderna non può oggi prescindere da un confronto con il suo
pensiero".
tratto da
Booklet news
- Homi K. Bhabha è nato a Bombay nel
1949, e dopo aver insegnato a Londra e in diverse università americane riveste
attualmente la prestigiosa carica di Chester D. Tripp Professor in the
Humanities all'università di Chicago, ed è considerato uno degli intellettuali
più significativi del secondo dopoguerra. Meltemi ha pubblicato nel 1997 la
traduzione del volume da lui curato Nazione e narrazione (1990).
"L'intento
di Nazione e narrazione è quello di
esplorare l'ambivalenza di Giano del linguaggio nella costruzione del discorso
della nazione, eminentemente bifronte. Questo approccio trasforma la familiare
immagine del dio bifronte in un'opera di portentoso sdoppiamento, che indaga lo
spazio della nazione nel corso
dell'articolarsi di elementi: là dove i significati possono essere parziali
perchè in medias res, la storia può
essere "a metà" perchè colta nel suo farsi e l'autorità
culturale ambivalente, perchè sorpresa nel momento ancora incerto in cui
"compone" la propria potente immagine. Se non si tiene conto di
questa performatività insita nel linguaggio delle narrazioni della nazione, è
difficile comprendere perchè Edward Said
indichi una sorta di "pluralismo analitico" come la forma di attenzione critica che consente
di cogliere gli effetti culturali della
nazione: quest'ultima infatti, in quanto forma di elaborazione culturale (in senso gramsciano) dà impulso ad una
narrazione ambivalente che sviluppa
al massimo l'aspetto produttivo della cultura come forza di "subordinazione,
rottura, diffusione e riproduzione come pure di produzione, creazione, impulso
e guida". [E.Said, The World, The Text and The Critic
(Cambridge, Mass, Harvard University Press, 1983), pag.171].
"E' solo quando la nazione occidentale diventa uno degli angoli bui della terra - per riprendere la famosa frase di Conrad - che possiamo iniziare ad esplorare nuovi luoghi, dai quali scrivere storie di popoli e costruire teorie della narrazione. Ad ogni istante, la questione della differenza culturale emerge come sfida alle nozioni relativistiche di diversità delle culture, rivelando i limiti della modernità. (..) L'America conduce all'Africa; le nazioni dell'Europa e dell'Asia si incontrano in Australia, i margini della nazione ne spostano il centro; le genti della periferia ritornano per riscrivere la storia e la narrativa della metropoli." Homi K. Bhabha
da Nazione e narrazione (a cura di Homi K. Bhabha), Meltemi, 1997, pp.36-37, 40-41.
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