Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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mercoledì 6 luglio 2022

Can San Luca Speak?

 


“Proveremo a pensare la storia del mondo come l’impensabile che è racchiuso all’interno dei suoi confini, (..) Ranajit Guha, La storia ai limiti della storia del mondo, 2003

SUD ASPRO MONTANO: San Luca ai confini della storia


Siamo la #gentediAspromonte [a San Luca] “il mare si indovinava nel grande vuoto dell’orizzonte”, Corrado Alvaro, 1930 /

 

Come Alvaro, così San Luca. Il paese natale dello scrittore porta le stimmate di epicentro della 'ndrangheta, delle faide malavitose, dei proiettili sul cartello di entrata, dei commissariamenti comunali per infiltrazioni mafiose. Spariscono le ragioni sociali, rientrano le tesi lombrosiane dell'antropologia criminale. Alvaro è calabrese e il suo Cristo si è fermato a San Luca. L'autore di Gente in Aspromonte è indiziato di meridionalismo, di aver narrato i senza voce, i subalterni dell'Aspro Montano. Datato, certo, come tutta la questione storico-sociale del Mezzogiorno. La connessione, però, si fa evidente: le aspettative di un popolo diventano frustrazione della propria condizione sociale, l'atavico retaggio tradizionale senza escatòn (il riscatto di de Martino) l'insediamento nel nuovo capitalismo finanziario con la critica delle armi.

San Luca può parlare?- fe.d.

 

 

NEL NOSTRO PASSATO è RACCHIUSO IL FUTURO


epilogo di “Gente in Aspromonte” di Corrado Alvaro: “Aspettava la sua sorte. Quando vide i berretti dei carabinieri, e i moschetti puntati su di lui di dietro agli alberi, buttò il fucile e andò loro incontro. ‘Finalmente,’ disse, ‘potrò parlare con la Giustizia. Chè ci è voluto per poterla incontrare e dirle il fatto mio!”.


Quello che di San Luca (RC) ci ha consegnato la società dello spettacolo descritta da Debord è l’immagine stereotipata di una caratterizzazione antropologica degna della pseudo-“genosomatica” di Cesare Lombroso e che è entrata nelle narrazioni dominanti della “questione meridionale” come “questione criminale”, quella che Gramsci denunciava per riproporla come “questione sociale”. La terra natale di Corrado Alvaro genera però anche la sua contronarrazione, non edulcorata nè retorica, ma incisa nella sofferenza e nel riscatto possibile del mondo subalterno. I volti, le mani, il lavoro e l’arte come cultura dell’appartenenza, come soglia di un altro mondo possibile. - #subalternstudiesitalia

 

“Avevamo un’identità di popolo che purtroppo abbiamo perso; non siamo più noi, ma gareggiamo tra noi per diventare ‘altri’”.

Fortunato Nocera (San Luca, 1938), scrittore e saggista.

 

Non è molto raro, in Italia, che si parli e si accusi per sentito dire. Non si può definire timido o rassegnato chi, a soli 27 anni firma assieme ad altri 52  illustri intellettuali coraggiosi, tra cui Umberto Zanotti Bianco, Eugenio Montale, Piero Calamandrei, e lo stesso Giovanni Amendola, il manifesto antifascista che Benedetto Croce scrisse in risposta a quello pro fascismo di Giovanni Gentile; chi, nel Mondo dello stesso Amendola, giornale apertamente antifascista, continuò a scrivere contro il nascente regime totalitario: “Nel 1922 ero al Mondo il giornale di opposizione al fascismo. Vi scrissi volontariamente cose che mi costarono poi molti guai… Gli attacchi che mi facevano i giornali mi impedivano di vivere e riparai a Berlino…Ero antifascista per temperamento, per cultura, per indole, per inclinazione, per natura.” A causa di questa persecuzione, per la quale i giornali e le riviste rifiutavano ogni suo scritto, Alvaro precipitò addirittura nell’indigenza e nella disperazione morale ed economica. Minacciato parecchie volte dagli squadristi, fu aggredito fisicamente dagli stessi il 16 dicembre 1925, mentre passeggiava con l’amico filosofo e critico Adriano Tilgher, pure lui malmenato. Riparò a Berlino dove l’aveva invitato Luigi Pirandello ed altri intellettuali rifugiati nella Repubblica di Weimar. Qui, riuscì a trovare lavoro in vari giornali e riviste, anche francesi, e a completare Gente in Aspromonte, La signora dell’isola e altri scritti e a pubblicare L’amata alla finestra

Ma anche leggendo le opere di Alvaro si riesce a capire il suo carattere non rinunciatario o rassegnato: Antonello Argirò, il protagonista del suo racconto più conosciuto ed apprezzato, Gente in Aspromonte, reagisce in maniera anche violenta alle angherie perpetrate dai padroni contro la sua famiglia che, per distruggerla economicamente, bruciano la stalla e la mula che ci sta dentro, unica fonte di entrata della famiglia. Antonello dà fuoco ai boschi e alle mandrie dei padroni. Mario La Cava commenta così l’episodio: Nel racconto i fatti si svolgono con alto senso di drammaticità. Una burla atroce è al centro dell’azione. I nobili fannulloni mettono fuoco alla capanna in cui è custodita la mula del povero Argirò, unica risorsa per mantenere il figlio agli studi. Un altro suo figlio si sacrificava lavorando lontano nell’impegno di aiutare il padre a mantenere il figlio studente. Distrutte le loro speranze, il figlio che lavorava appicca il fuoco ai boschi dei nobili, nel vano tentativo di liberare il popolo oppresso. Non riesce a nulla, riesce soltanto a gridare alto il suo bisogno di giustizia di fronte al mondo.

 Questo non è certo un atteggiamento di cultura della rassegnazione.   

da Calabria Post https://www.calabriapost.net/cultura/corrado-alvaro-tutt-altro-che-rassegnato?fbclid=IwAR341YBLHzxru0Q5ZhkNFtstHBNCvWT0Hy6-eix-4GcIfM0oGxGnXHKrRw0


#fortunatonocera



Video realizzato dal centro culturale San Luca Illustrato. #sanlucaillustrato

https://youtu.be/IJ-UmROQ25c

 

 

Qui, in questo luogo di abbandoni e di rovine, di bellezze e di devastazioni, bisogna fare i conti con la storia profonda e sotterranea, bisogna ascoltare e decifrare le voci di quelli che hanno raccontato e inventato i luoghi, occorre cercare un nuovo modo di relazionarsi con loro.

Vito Teti, Il senso dei luoghi, Donzelli (2004). e.book 2014, referre, pos.332

 

racconto fotografico #casanatale #corradoalvaro antica.sartoria.sanluchese di via san sebastiano / incontro di Subaltern studies Italia con San Luca e l’aspra controstoria dei subalterni, 3 giugno 2022

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=pfbid029DMBma2hYsZgEGEkyCrk1subkoXHZbKKh3WoAwPx15BTaX9oYY6VJwBK17kqqwsJl&id=102006355428935



San Luca (RC)


Corrado Alvaro (San Luca, 1895 - Roma, 1956)







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