Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

Powered By Blogger

lunedì 4 luglio 2022

I subalterni possono parlare? (Ania Loomba) 2a parte

 

 "Una delle questioni su cui il confronto è più acceso negli studi postcoloniali è se il soggetto-agente colonizzato, o "subalterno", può essere recuperato e rappresentato dagli studi postcoloniali".

Ania Loomba, 1998, 16

 

Il dibattito nella critica postcoloniale sulla costituzione della soggettività antagonista e della parola ai subalterni (2a parte). La 1a parte è stata pubblicata l'11 giugno 2022.

http://ferdinandodubla.blogspot.com/2022/06/i-subalterni-possono-parlare-ania.html

 

Ania Loomba - Colonialismo/Postcolonialismo

 

Per una élite sociale, gli elementi dei gruppi subalterni hanno sempre alcunché di barbarico e di patologico.

Antonio Gramsci, Quaderno 25 ed. 1975 pag.2279

 Siamo interessati a recuperare le voci dei subalterni perchè ci interessa cambiare le relazioni di potere contemporanee.

Ania Loomba, 1998, 236

 

La nostra sfida attuale è proprio quella di cercare di capire come le classi inferiori che vogliamo studiare siano costruite in modi conflittuali come soggetti, ma allo stesso tempo trovino anche, attraverso la lotta, il modo di realizzarsi in modi coerenti e centrati soggettivamente in qualità di soggetti-agenti.

O’Hanlon e Washbrook, After Orientalism, 1992

 

Le relazioni fra noi e i “subalterni” che cerchiamo di portare alla luce si basano anche sul fatto che le storie del passato continuano a dare forma al mondo in cui viviamo.

Ania Loomba, 1998, 237

 

 

Non bisogna pensare che solo quanti si trovano in situazioni di estrema marginalità siano i "veri" subalterni e che solo le loro voci debbano essere "recuperate". Allo stesso tempo dovremmo ricordare che quanti, sulle orme di Gramsci, hanno recuperato questo termine per gli studi storici lo hanno fatto per creare delle distinzioni all'interno delle popolazioni colonizzate, fra l'élite e il resto della società. Chiunque siano i subalterni, essi sono presenti simultaneamente in diversi discorsi sul potere e sulla resistenza. La relazione fra colonizzatore e colonizzato era, in fin dei conti, continuamente attraversata e divisa da molte altre forme di relazioni di potere. Ciò significa anche che qualunque esempio di soggettività-agente, o qualunque atto di ribellione, può essere letto in molti modi. Frederick Cooper (Conflict and Connection: Rethinking Colonial African History,  The American Historical Review, Vol.99. nr.5, dec. 1994) per esempio, ci invita a riflettere se considerare le azioni della classe operaia nell'Africa francese e britannica come un esempio di militanza africana, della lotta universale della classe operaia o della riuscita cooptazione degli africani nelle pratiche occidentali. Cooper ci ricorda che "tutte e tre le letture contengono delle verità, ma il punto importante è la loro relazione dinamica": i movimenti operai si trovavano in una tensione creativa con le lotte anticoloniali, come quelle rurali e contadine con le forme di ribellione più urbane e occidentalizzate. Si può quindi pensare ai soggetti individuali e collettivi in molti modi in uno stesso momento e dobbiamo rimanere aperti sul significato che possono assumere subalternità e dominazione. Si tratta di una questione di primaria importanza. porre i subalterni in una molteplicità di gerarchie non è abbastanza. dobbiamo pensare anche alla relazione cruciale fra queste gerarchie, fra diverse possibilità e diversi discorsi. (..)

Lata Mani sottolinea che il nostro impegno nella ricerca delle voci subalterne può spostarsi fra diverse location. Per questo la studiosa propone una distinzione tra il modo in cui il suo lavoro sulle sati messe a tacere ha trovato una risonanza nelle università americane, in Inghilterra e in India. Occuparsi di queste differenze l'ha portata a formulare in modo nuovo la domanda da cui eravamo partiti:

La domanda "I subalterni possono parlare?" dovrebbe forse essere trasformata in una serie di interrogativi: quale gruppo costituisce i subalterni in un testo dato? qual è la loro relazione vicendevole? come si può riconoscere, in un determinato insieme di materiali, se essi stiano parlando o invece tacciano? e con quale effetto?... +

+ Lata Mani, Cultural Theory, Colonial Texts: Reading Eyewitness Accounts of Widow Burning, in Cultural Studies, 1992, Routledge, pag.403

 

da Ania Loomba - Colonialismo/Postcolonialismo, Meltemi, 2000, pp. 232-233 e 237.



Ania Loomba (Delhi, 1955) è una studiosa di letteratura indiana che lavora come professoressa all'Università della Pennsylvania. Il suo lavoro si concentra sul colonialismo e sugli studi postcoloniali, sulla teoria razziale e femminista, sulla letteratura e cultura indiana contemporanea e sulla prima letteratura moderna.



Nessun commento:

Posta un commento