LE LETTERE DAL CENTRO DEL MONDO - MARIO LA CAVA E
LEONARDO SCIASCIA
1951-1988
Mario La Cava - Leonardo Sciascia, Lettere dal centro del mondo, 1951-1988 - A cura di e con un saggio introduttivo di Milly Curcio e Luigi Tassoni, Rubettino, 2012
II cop. - La
fitta corrispondenza che impegna fra il 1951 e il 1988 Mario La Cava e Leonardo
Sciascia introduce il lettore nel pieno della vita culturale della seconda metà
del Novecento, rivelando i retroscena privati, le difficoltà, persino il freddo
e la solitudine, che danno origine alle opere di due maestri del romanzo e del
racconto europeo. La quasi quotidiana conversazione fra i due narratori si
legge oggi come un dialogo sulle prove dirette dell'esistenza e sulla coerenza
di scelte non facili, non arrendevoli, non di superficie, che assumono i
connotati di una costante prospettiva etica posta alla base del lavoro della
scrittura. Molte sono le somiglianze tra il più giovane scrittore siciliano e
l'amico maestro calabrese sin dagli esordi: l'essenzialità dei mezzi economici,
la spinta del viaggio faticoso e necessario per gli incontri che scongiurino il
possibile isolamento in provincia, la pubblicazione dei propri libri in un
contesto editoriale appropriato, nonché lo scambio puntuale di pareri, valutazioni,
impressioni sulle letture e sulle fisionomie umane, confessioni familiari, e
anche di desideri, aspettative, e progetti futuri. Questo singolare libro
racconta dell'incontro fra due personalità esemplari, nell'intreccio fra due
grandi opere narrative, accomunate da scelte di un linguaggio rigoroso ed
essenziale, come raro punto di riferimento per il lettore d'oggi, e come
approccio informato e guida alla riscoperta dei due grandi narratori. /
servizio
fototestuale a cura di #SubalternStudiesItalia
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Il
centro del mondo è il cuore dell'invenzione creativa di uno scrittore. Il luogo
da cui parte e a cui ritorna comunque costantemente, questo nocciolo incandescente
che non smette di far ribollire il suo relazionarsi al mondo e, insieme,
l'invenzione del proprio mondo, e la chiave o prospettiva da cui si guardano le
cose, fuori. Fuori perchè invece il punto di partenza è, in entrambe le
esperienze narrative che qui stiamo considerando, un piccolo mondo chiuso,
silenzioso, forse avvilente, forse divertente, ma comunque una ristretta
cerchia delle possibilità di cui discutono spesso i due scrittori (..) Ora, dal
terremoto dello sguardo indagatore che estrae dalle macerie ciò che rimaneva
davvero sepolto nella storia di un mondo, dal centro della terra, da questo
taccuino di incontri, evasioni, ritorni, da questa accurata speleologia della
vita, nascono le riflessioni, i richiami, gli ammiccamenti, gli avvertimenti, gli
umori, le confessioni, e persino i silenzi, che animano queste lettere.
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