L’inchiesta sociale, uno dei
cardini della metodologia di ricerca e studio subalternista, diretta alle fonti
senza mediazioni per ridare la parola ai ‘margini’ della storia e alle ‘tracce’
per un inventario non ‘interpolato’ dalle classi dominanti (Gramsci)
.
Il
metodo dell'INCHIESTA consente di cogliere la realtà concreta nella sua
complessità, le caratteristiche specifiche della situazione in cui si lotta,
quelle delle forze sociali che sono in campo, le convergenze e le divergenze di
interessi, i loro problemi più urgenti, il peso dei retaggi culturali e di
tutti quei fattori che non possono essere desunti dogmaticamente dai “testi
sacri”. - Roberto Sassi, da FB
L’”OPERAISMO” NACQUE
DALL’INCHIESTA SOCIALE
“1. Chi non fa inchieste non ha diritto di parola.
2. Anche chi non fa inchieste giuste non ha diritto di parola.” (Mao-Tse-Tung, 1931)
-Seppur
distante dal ’maoismo’, anche se la datazione della perorazione di Mao la situi
nel movimento rivoluzionario cinese della creazione delle ’basi rosse’, nel
1961 nasce l’’operaismo‘ italiano con i «Quaderni rossi», rivista e gruppo di
studio fondato da Raniero Panzieri che proviene dal Psi, e Mario Tronti, dal
Pci. A Torino, il gruppo studia la condizione della classe operaia e le
trasformazioni avvenute nell’ultimo decennio nel mondo del lavoro, in
particolare la nuova composizione della classe operaia, l’organizzazione del
lavoro nella fabbrica fordista e le nuove forme di lotta. Si fa inchiesta,
attraverso gruppi di studio ai quali partecipano intellettuali e operai delle
grandi fabbriche, Fiat e Olivetti, con obiettivi pratici e teorici al tempo
stesso, diretti ad organizzare la lotta e le iniziative della base operaia,
fuori e contro la mediazione di partiti e sindacati. Svolgeranno un importante
ruolo nella rivolta di piazza Statuto. Dall’esperienza di «Quaderni Rossi» ha
origine nel 1963 «Classe operaia» (ne fanno parte tra gli altri Negri, Tronti,
Asor Rosa, Cacciari), rivista e gruppo di inchiesta, studio e intervento nelle fabbriche
di Porto Marghera. Nel 1968-69 da quest’area nasceranno i due maggiori gruppi
della sinistra extraparlamentare Potere Operaio e Lotta Continua. Da
prospettive diverse, come i gruppi marxisti-leninisti esprimono una frattura
profonda con la cultura politica del Pci, considerato partito dell’aristocrazia
operaia.
-
Raniero Panzieri, fondatore dei
Quaderni rossi, muore nel 1964, all’età di 43 anni. Di formazione filosofica,
intreccia per molti versi la propria esperienza intellettuale a quella di Franco
Fortini, e, nel quinquennio 1956-1961, è vicino agli studi e le elaborazioni di
Ernesto de Martino e a Galvano della Volpe.
redazionale #SubalternStudiesItalia
Chi non fa inchiesta non ha diritto di parola!
- https://www.infoaut.org/approfondimenti/chi-non-fa-inchiesta-non-ha-diritto-di-parola
Quella che segue è
una direttiva indirizzata dal Dipartimento politico generale della Commissione
militare rivoluzionaria del Comitato centrale del PCC a tutti i governi locali
di vario livello e a tutti i dipartimenti dell’Esercito rosso. Nel febbraio
1931 l’Esercito rosso aveva respinto con successo la seconda campagna di
“accerchiamento e annientamento” lanciata dal Kuomintang e allargato la zona
sovietica. Nel PCC, nonostante la critica della linea di Li Li-san avesse avuto
successo, continuava il contrasto tra la linea patrocinata da Mao Tse-tung (di
cui la direttiva qui pubblicata è espressione) e la linea prevalente nel CC, la
linea patrocinata da Wang Ming, che per molti aspetti continuava la linea di Li
Li-san.
In
molti luoghi, anche quando ci passiamo con l’Esercito rosso, spesso si trascura
di indagare sulla situazione reale e si decidono i piani di lavoro e si dirige
l’attività di coloro che stanno ai livelli inferiori basandosi esclusivamente
sulle proprie fantasie. Allora ne risulterà che i piani non funzioneranno e la
direzione sarà errata.
Se
compileremo con la massima attenzione e serietà i due formulari, risolveremo
molti dei nostri problemi; in particolare speriamo di tutto cuore che i
dipartimenti politici dell’Esercito rosso facciano ovunque attente indagini sui
numerosi problemi reali che scaturiscono dall’attuale distribuzione delle
terre, che gli organi di potere locale vadano in ogni distretto a fare
altrettanto e che tutti i responsabili dell’Esercito rosso e del governo
facciano, secondo i tempi e i luoghi, queste inchieste e queste statistiche.
I
requisiti necessari perché i risultati delle inchieste siano veritieri e
corretti sono i seguenti.
1.
È necessario formarsi un metodo appropriato a questo lavoro, guardare con
chiarezza alla sua importanza: solo allora si potrà procedere con diligenza.
2.
Chi fa tali inchieste non deve temere fastidi nel procedere alle indagini in un
villaggio, deve trovare i registri in cui sono annotati la terra e la
popolazione alla quale era stata distribuita la terra e deve intervistare i
membri del comitato addetto a tale mansione in quel villaggio e coloro che sono
ben al corrente della situazione. Innanzitutto bisogna distinguere chiaramente
l’appartenenza di classe di ogni famiglia e di ogni mu di terra (se appartenga
a proprietari terrieri, a contadini ricchi, a quelli medi o a quelli poveri),
quindi calcolare con precisione matematica e scrivere le cifre reali.
3.
Al momento dell’inchiesta, i compagni che il governo di livello superiore manda
per dirigere e quelli incaricati dal Dipartimento politico devono spiegare
dettagliatamente e con chiarezza ai compagni che svolgono l’attività, il contenuto
dei due formulari e i punti che meritano attenzione; devono dire chiaramente
che il criterio per considerare un contadino ricco è vedere se parte
considerevole del
suo
reddito deriva da sfruttamento; che sono contadini medi quelli che danno o
prendono in prestito piccole somme; contadini poveri quelli che (prima della
rivoluzione) erano salariati e ora hanno ottenuto la terra da lavorare; si
chiamano lavoratori indipendenti coloro che si guadagnano la vita basandosi sul
lavoro indipendente (sarti, falegnami) e la cui famiglia non è tutta dedita
alla coltivazione della terra; questi e coloro che lavorano parte nei campi e
parte nell’artigianato, in base alla loro posizione economica rientrano fra i
contadini poveri, medi o ricchi. La discriminante fra i liberi professionisti e
i vagabondi sta nel fatto che i primi esercitano una certa attività
professionale (come i medici o gli insegnanti) e i secondi non ne hanno una
stabile, conducono una vita irregolare e commettono molte cattive azioni.
Se
durante l’inchiesta non vengono chiariti tutti i suddetti punti necessari, si
sbagliano le componenti di classe e si perde il giusto valore delle
statistiche. I due formulari relativi uno alla terra e l’altro alla popolazione
hanno una stretta relazione; devono essere compilati contemporaneamente. Una
volta scritti, non importa se da un collettivo o individualmente, vanno
sigillati e spediti direttamente al Dipartimento politico generale della
Commissione militare rivoluzionaria del Comitato centrale.
Il
nostro slogan è:
1.
Chi non fa inchieste non ha diritto di parola.
2.
Anche chi non fa inchieste giuste non ha diritto di parola.
INVESTIGAZIONE E RICERCA nella metodologia dell’inchiesta sociale di Mao-Tse-Tung / “ricercare” significa studiare.
“Niente
investigazione, niente diritto alla parola”: sebbene questa frase sia stata
posta in ridicolo come “gretto empirismo”, a tutt’oggi non mi rammarico di
averla espressa; non solo non me ne rammarico, ma insisto nel sostenere che se
non si è investigato non si può aver diritto alla parola. (..)
Se
non è collegata con la pratica rivoluzionaria, la teoria diventa inutile. Se
non è diretta dalla teoria rivoluzionaria, la pratica brancola nel buio. (..)
“ricercare” significa studiare. (..) per fare ciò, non dobbiamo basarci sull’immaginazione soggettiva, sull’entusiasmo di un momento, sui testi senza vita, ma sui fatti che esistono obiettivamente; dobbiamo prendere possesso del materiale dettagliatamente e, guidati dai princìpi generali del marxismo, trarre da esso conclusioni corrette. Acchiappare i passeri con gli occhi bendati o fare come “il cieco che annaspava per prendere il pesce”, essere grossolani, vanagloriosi, contentarsi di una conoscenza superficiale: questo è lo stile di lavoro
estremamente cattivo, completamente contrario allo spirito fondamentale
del marxismo, che continua ad esistere tra molti compagni del nostro partito.
Marx, Engels, ci hanno insegnato a studiare coscienziosamente le situa-zioni, a
procedere dalla realtà oggettiva e non dalle aspirazioni soggettive; tuttavia
molti nostri compagni vanno direttamente contro questa verità. (..)
Bisogna
usare la teoria e il metodo del marxismo per fare una sistematica e rigorosa
indagine ed uno studio dell’ambiente circostante. Non bisogna basarsi sul solo
entusiasmo, ma combinare lo slancio rivoluzionario con il senso pratico. Per
capire la situazione, l’unico metodo è quello di fare un’indagine sociale,
investigare le condizioni di vita di ciascuna classe della società. Per quanto
riguarda coloro che sono incaricati del lavoro di direzione, il metodo
fondamentale per capire la situazione è quello di fare un certo numero di
indagini rigorose concen-trandosi, con un piano, su alcune città e alcuni
villaggi, usando il punto di vista fondamentale del marxismo, cioè il metodo
dell’analisi di classe.
Stralci dal Il libretto rosso. Pensieri di Mao, ed. digitale it. a cura di Paolo Mallizzi, Fermento, 2016, pos. 600 di 1127 - Il libretto rosso. Pensieri di Mao (Società, politica e ideologie Vol. 1) (Italian Edition)
Una montagna di
menzogne ci opprime, una filosofia dell’irreversibile e dell’ineluttabile vuole
imporci l’accettazione incondizionata dello stato di cose presente. La Storia
ci chiude la bocca, curva le nostre spalle. E son sempre di più quelli che,
stanchi di cercare l’ago nel pagliaio, cominciano a pensare che la paglia non è
poi tanto male… Tempi bui, davvero tempi bui: tempi di disastri e stragi, tempi
di tirannia. Il Nuovo Ordine Mondiale Imperialista, dopo aver celebrato i suoi
fasti, è precipitato in una crisi di sistema senza precedenti. Il mercato ha
regolato tutti i conti, a modo suo, ma i conti non tornano. È tempo di
incominciare la Rivoluzione.
di Roberto Sassi - da Mao Tse Tung - Ribellarsi è giusto!, a cura di Roberto Sassi, ed. digitale, 2021, interno4edizioni
E-mail: interno4edizioni@gmail.com, pos.79 di 254
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