Lottare
e studiare - Riscriviamo in appendice - aggiornamenti, quella meravigliosa
cronaca-analisi di Marx “Le lotte di classe in Francia”, una serie di articoli
scritti da Karl Marx per il quotidiano Neue Rheinische Zeitung nel 1850. Le
opere furono raccolte e ripubblicate nel 1895 da Friedrich Engels. Nel 1871
poi, l’epopea (tragica ma eroica) de la Commune de Paris, che Marx analizzò
nello scritto “La guerra civile in Francia“, opuscolo pubblicato per la prima
volta il 13 giugno di quell’anno a Londra: si trattava di una dichiarazione
ufficiale del Consiglio Generale dell'Associazione internazionale dei
lavoratori sul carattere e il significato della lotta dei comunardi comunisti
comunalisti. /
La
rimozione storica del massacro della Comune, la rossa primavera del 18
marzo-29maggio 1871, è opera della borghesia europea, marchio di classe di
quell’assassinio di massa di oltre 20mila morti accertati, ma erano molti di
più, non c’erano fosse e foibe capaci di contenerli. Molto più grave che la
rimozione avvenga tra le fila di coloro che dovrebbero tener viva la memoria di
un avvenimento rivoluzionario epocale, che dimostra storicamente e
politicamente come la “dittatura del proletariato”, espressione di Blanqui poi
ripresa da Marx ed Engels in contrapposizione alla “dittatura della borghesia”,
si possa costruire come democrazia sociale autogestionaria al modo, oggi, del
confederalismo democratico del Rojava e di Shengal, riprendendo le fila di una
prassi comunalista comunista libertaria, un vero e proprio spettro per la
borghesia imperialista e la sua finta democrazia del denaro in occidente.
Poiché
«la classe operaia non può mettere semplicemente la mano sulla macchina dello
Stato bella e pronta, e metterla in movimento per i propri fini», essa dovette
costruire un nuovo potere politico, e la Comune ne fu la forma positiva. Fu
soppresso l'esercito permanente e sostituito con il popolo in armi, spogliata
la polizia delle sue attribuzioni politiche, resa gratuita la scuola e liberata
dall'ingerenza della Chiesa, resi elettivi i magistrati, eliminati i dignitari
dello Stato, retribuiti con salari operai i funzionari pubblici e gli stessi
membri della Comune, questa non fu «un organismo parlamentare, ma di lavoro,
esecutivo e legislativo»., Karl
Marx, La guerra civile in Francia,
Ed.Riuniti, 1974, pag. 76 e 80-81 - finita di scrivere il 30 maggio 1871.
Istituiamo ogni 18
marzo il giorno della Comune / #SubalternStudiesItalia
LA RIVOLUZIONE NON È UN
PRANZO DI GALA, È UN PROCESSO, DIALETTICO - LA SCONFITTA DELLA RIVOLUZIONE
[1848, ndr]
- anzichè distruggere il movimento operaio (il cui rafforzamento era inevitabile nel quadro dell’espansione capitalistica), anche se esso si trovò momentaneamente in crisi, gli permise invece, in quegli anni in cui esso doveva formarsi ancora le ossa, di acquisire la maturità politica senza la quale non sarebbe stato successivamente in grado di vincere la sua battaglia storica e di costruire una società nuova: (..) Le rivoluzioni proletarie invece, quelle del secolo decimonono, criticano continuamente se stesse; interrompono ad ogni istante il loro proprio corso; ritornano su ciò che sembrava cosa compiuta per ricominciare daccapo; si fanno beffe in modo spietato delle mezze misure, delle debolezze e delle miserie dei loro primi tentativi; sembra che esse abbattano il loro avversario solo perchè questo attinga dalla terra nuove forze e si levi di nuovo più formidabile di fronte ad esse; si ritraggono continuamente, spaventate dall’infinita immensità dei loro propri scopi, sino a che si crea la situazione in cui è reso impossibile ogni ritorno indietro e le circostanze stesse gridano: Hic Rhodus, hic salta. Qui è La Rosa, qui devi ballare”.
Giorgio
Giorgetti, dalla prefazione alla IV edizione (agosto 1973) di Marx, Le lotte di classe in Francia, Editori
Riuniti (1_ed. 1962) - traduzione di Palmiro Togliatti, pag. 13. La citazione
di Marx è da “Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte”, articoli scritti dal dicembre
1851 al marzo 1852, Edizioni Rinascita, 1948, pp.331 e sg.
Implicitamente
dunque, anche la rottura rivoluzionaria, secondo Marx, è un processo
dialettico, storico e politico, la rivoluzione è intreccio di quelle che
Gramsci chiamerà ‘guerra manovrata’ e ‘guerra di posizione’, anche nella
sconfitta contingente c’è inevitabilmente il seme della conquista di una
società nuova. /
https://www.marxists.org/italiano/marx-engels/1852/brumaio/prefmarx.htm
Non
ci furono foibe a contenerli i nostri morti ma le nostre idee a tenerli in
vita. / fe.d
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