La biografia di Antonio Savasta, il pentito per
eccellenza delle Brigate Rosse, attraversa il periodo 1973-1982, nove anni
cruciali della storia del nostro paese, definiti “anni di piombo”.
Ferdinando
Dubla - VEDI ALLA VOCE ANTONIO SAVASTA, BRIGATE ROSSE - DAMNATIO MEMORIAE E
NARRAZIONI
Bozza matrice originale
della voce “Antonio Savasta” proposta a Wikipedia dallo storico dei Subaltern
Studies Italia Ferdinando Dubla. Il pentito eccellente delle Brigate Rosse produsse,
con le sue confessioni, una narrazione documentale diretta dell’organizzazione
combattente in nome del comunismo negli anni 1973-1982, anno del suo arresto.
La storia delle Brigate Rosse finisce il 28 gennaio 1982, ma politicamente
Savasta ratifica una sconfitta già avvenuta nelle sue premesse teoriche, di cui
prende coscienza ancor prima delle torture a cui fu sottoposto dalla squadra
del “prof. De Tormentis”. La raccolta delle sue confessioni, volume
Ottantacinquesimo doc.XXIII nr.5 1993, allegato alla relazione della
Commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani del Senato della
Repubblica e della Camera dei Deputati, è la più credibile e attendibile fonte
diretta di una vicenda storica che va sottratta sia alla damnatio memoriae che
ne oscura le ragioni sociali ed esistenziali (e che colpisce in particolare
proprio Savasta, messo all’indice come delatore e collaborazionista da una
parte e come terrorista spietato e irriducibile dall’altro, graziato dal potere
dominante che egli combatteva solo per i suoi servigi); sia alla narrazione
egemone dei presunti vincitori, mediata sempre da interpolazioni indirette che
ne mascherano le ragioni politiche e le spiegazioni storiche.
link permanente: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Bozza:Antonio_Savasta_(terrorista)&oldid=137040177
‘ALI
DI PIOMBO’ in Occidente: riappropriamoci della riflessione
- L’inchiesta sociale
deve essere permanente, secondo la lezione di Panzieri e dei ‘Quaderni Rossi’,
ma, per non cadere nell’empirismo, deve riguardare non solo la composizione di
classe, dei gruppi subalterni, ma anche la ricerca storico-politica delle tracce
in elenco per lo storico ‘integrale’ (Gramsci, Q.25). Abbiamo chiamato la
nostra inchiesta sulla lotta armata in nome del comunismo del ventennio
1968/1988 in Italia, ‘ali di piombo’ in occidente: i cosiddetti ‘anni di piombo
del terrorismo rosso’, denominati così dalla narrazione dominante. Perchè il
sogno rivoluzionario si rivelò un incubo autodistruttivo? Forse perchè la
sconfitta era inscritta in partenza, in un difetto di analisi, di inchiesta,
appunto. Il principale dei quali, ci sembra, il credere possibile la
transizione al socialismo nel cuore dell’Occidente imperialista attraverso una
’guerra di movimento’, e cioè non l’insorgenza insurrezionale spontanea ma la
‘guerra di lunga durata’ come sfida militare armata frontale con lo Stato della
borghesia imperialista, sebbene con le tecniche della guerriglia e della
compartimentazione metropolitana.
Una categoria politica
contrapposta alla ‘guerra di posizione’ che Antonio Gramsci aveva consegnato
alla riflessione dei Quaderni come
motore rivoluzionario in occidente. Per centinaia di giovani del movimento
della sinistra antagonista degli anni ‘70 significò un ‘salto esistenziale’.
Compresi quelli che, irriducibili sempre nella loro militanza, hanno concluso
la loro parabola con un pentimento. Perchè tutti in qualche forma si sono
pentiti, dando ragione di quel peccato d’origine. La damnatio memoriae
peggiore, però, è stata riservata proprio a loro, a cui il potere ha chiesto
non la confessione dei reati, ma la resa politica tombale, il ripudio delle
idee per cui avevano combattuto.
Una narrazione, dunque,
che deve andare alle fonti: quelle dirette dei protagonisti, non degli esegeti,
o, peggio, dei mediatori per conto delle classi dominanti. Riappropriamoci di
questa riflessione.
COME
FU POSSIBILE
“Come
era possibile che noi ci definissimo rivoluzionari, dicessimo di combattere
contro uno Stato repressivo e dittatoriale e di voler abolire le carceri, e poi
uccidevamo e sequestravamo?” (Antonio Savasta)
Nel suo epilogo (..) il
movimento delle BR, dissanguato dagli arresti che proseguivano più veloci dei
suoi ritmi di ricambio al vertice, indebolito dalle scissioni, si ritrovò
nell’esecutivo della sua maggiore componente (BR-PCC) una persona che,
sottoposta a tortura dopo la cattura, mandò in carcere qualche centinaio di
persone… Ma questa dialettica dell’azione reciproca nella violenza, se ci si
pensa, agisce ben prima, e in modi tanto poco vistosi quanto sottili. Che peso
può avere, in un’organizzazione che combatte, il dubbio, ovvero il pensiero
problematico? Questa esigenza può solo autoreprimersi o essere emarginata. (..)
vi sono anche dei limiti “esistenziali” della condizione umana.
da Vincenzo Guagliardo,
Di sconfitta in sconfitta -
Considerazioni sull'esperienza brigatista alla luce di una critica del rito del
capro espiatorio, ed. Colibrì, 2012, pag. 26 e pag.32.
[dopo l’omicidio
Taliercio, 6 luglio 1981] Emilio (Antonio Savasta, ndr) sapeva di aver toccato
il fondo e che nulla sarebbe stato più come prima. (..) Quella notte Emilio
vomitò e vomitò e vomitò. Ma il mattino
dopo disse a se stesso che doveva andare avanti. Che non poteva mollare i
compagni. Anche se quello che aveva appena fatto lo aveva marchiato per sempre.
(..) Soprattutto la notte, gli incubi cominciarono ad agitare i suoi sogni. Gli
occhi impauriti, disperati ma dignitosi e spaventosamente vivi della sua
vittima, se li sentiva addosso di continuo.
Cfr. Nicola Rao, Colpo al cuore - Dai pentiti ai “metodi
speciali”: come lo Stato uccise le BR. La storia mai raccontata, Sperling
& Kupfer, 2011, cit. da eBook, § corrispondenti
La sentenza della Corte di Appello di Perugia, Pres.
Ricciarelli, viene emessa il 15 ottobre 2013,
https://ilmanifesto.it/tortura-di-stato-il-modello-italiano
a proposito della
condanna per calunnia ad Enrico Triaca, revocata: «Un funzionario all’epoca
inquadrato nell’Ucigos e rispondente al nome di Nicola Ciocia, dopo aver
sperimentato pratiche di waterboarding nei confronti di criminalità comune, le
utilizzò all’epoca del terrorismo nei confronti di alcuni soggetti arrestati,
al fine di sottoporre costoro ad una pressione psicologica che avrebbe dovuto
indebolirne la resistenza e indurli a parlare. In più occasioni tali pratiche
furono utilizzate nelle fasi del sequestro Dozier e…propiziarono la liberazione
del generale…. Può dirsi acclarato che lo stesso funzionario, conosciuto con il
nomignolo di professor De Tormentis (a quanto pare affibbiato dal Vice Questore
Improta) fu chiamato a sottoporre alla pratica del waterboarding anche Enrico
Triaca che, del resto, il 19 giugno aveva narrato di essere stato sottoposto a
un trattamento esattamente corrispondente a quel tipo di pratica speciale, a
base di acqua e sale con naso tappato».
ANTONIO LIBERA TUTTI :
Savasta, l’irriducibile pentito di una storia finita, quella delle BR
“Io in questo processo e
in altri devo rispondere di singoli reati, omicidi. Ma io sono stato e sono
l’espressione di contraddizioni politiche di questa città. Noi siamo il frutto
di questa società. È stato durissimo portare avanti una linea politica che è
costata morti, vite umane da una parte e dall’altra. Non è stata la
determinazione di killer prezzolati, ma di uomini che pensavano di lottare per
una società completamente libera dallo sfruttamento, dalla mercificazione dei
rapporti umani, sociali, affettivi. (..) Le ragioni per le quali sono entrato
nelle Br, sono le stesse, storiche, che hanno portato molti militanti dei
movimenti extraparlamentari e dell’area dell’autonomia a fare una scelta
analoga. Si trattava di vivere completamente all’interno del ghetto
rappresentato dal quartiere, in cui l’unica prospettiva è la disoccupazione…
Agli inizi del ‘77, io, Emilia Libéra e Renato Arreni ci offrimmo alle Br “.
Antonio Savasta, testimonianza in Antonio M. Baggio, Cercando di capire (anche se non è facile), Messaggero di
Sant’Antonio, nr.5, 3/02/1983. Qui tutto l’articolo
La nostra pagina con
tutti i post sinora pubblicati:
http://www.lavoropolitico.it/inchiestasociale.htm
#LavoroPolitico Tag.: #alidipiomboinoccidente
Nessun commento:
Posta un commento