“Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini.”
Vedo citata spesse volte questa frase, contro il nozionismo e la falsa erudizione e la sua attribuzione a Gramsci. Secondo lo studioso David Bidussa, l’articolo da cui è tratta, non firmato, sull’Ordine Nuovo nr. 8 del 1919, sotto il titolo ”Cultura e socialismo”, è attribuibile ad Angelo Tasca, cfr. NON È UN'UTOPIA – LE RIVISTE DEL NOVECENTO COME LABORATORIO DI FUTURO. “L'ORDINE NUOVO” (1919-1920), Fondazione G.G.Feltrinelli, 2019, p.1., in rete
https://fondazionefeltrinelli.it/app/uploads/2019/04/Non-e-un-utopia-David-Bidussa.pdf
da alcune note biografiche e lo stile.
Evidentemente, se così fosse, la frase, e tutto l’articolo, a Gramsci piaceva, come piace a noi, i suoi dissapori con Tasca sono successivi e comunque non gli facevano velo. Se andate però su Google e digitate la frase, vi esce solo Gramsci. Compresa la Treccani, che, come la maggior parte, indica clamorosamente i “Quaderni dal carcere” (senza altra specificazione). Un copia e incolla collettivo senza controllare le fonti, che indicano un’attribuzione, poichè senza firma, quantomeno incerta. La rete, infatti, sarà pure un magazzino fornito, ma non è la capacità che la nostra mente ha di comprendere.
- Se volete leggere l’articolo completo (bellissimo e attuale) andate qui
https://archive.org/details/OrdineNuovoP1/page/n53/mode/2up
“Ha cultura chi acquista coscienza di sè e del tutto, chi sente la relazione immanente con tutti gli altri esseri, ciò che da essi lo diversifica e ciò che ad essi lo unisce. Cultura è una stessa cosa che filosofia.
Ciascuno di noi è un poco filosofo: lo è tanto più, quanto più è uomo. Cultura, filosofia, umanità sono termini che si riducono l'uno all'altro. Nel linguaggio comune si suol dire che un tale è un “uomo” quando ha un “carattere”, quando cerca di rendersi conto di quel che fa, riflette sui motivi delle proprie azioni, osserva attorno a sè, confronta, medita e sceglie il proprio cammino, e lo continua finché non sorgono ragioni serie per mutarlo. Cosicché essere “colto” essere “filosofo”, lo può chiunque lo voglia. (..)
Quando la coscienza di classe non è frase da comizio, non è solo nel pagamento della tessera e delle quote, ma diventa vera “coscienza”, cioè dei rapporti per cui la vita di ognuno s'inserisce per l'organismo vivente della classe nella storia del mondo, in cui opera e che va trasformando, essa è veramente la più grande opera di cultura che la storia ricordi.”
- Continuiamo a credere che l’editoriale sia di Antonio Gramsci, ma bisogna citarlo correttamente:
edit. “Cultura e socialismo”, Ordine Nuovo, 28 giugno - 5
luglio 1919, anno I, nr.8 - segr. di redazione Antonio Gramsci
(a cura di Ferdinando Dubla)
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