Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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mercoledì 9 luglio 2025

SUBALTERN IA [ChatGPT] - CATEGORIE MAOISTE (2)

 

Ribellarsi è giusto  e le contraddizioni in seno al popolo




L'espressione di Mao Zedong "ribellarsi è giusto" riflette la sua convinzione che la disobbedienza civile e la protesta popolare siano azioni legittime e moralmente giuste quando rivolte contro un sistema oppressivo o ingiusto. Mao incoraggiava il popolo cinese a essere attivo e a lottare per i propri diritti e per il cambiamento sociale, anche se ciò significava andare contro le autorità costituite.

 

Questa frase sintetizza l'idea maoista che la ribellione e la resistenza siano meccanismi legittimi per abbattere le gerarchie di potere e per promuovere la giustizia sociale e politica. Mao credeva che la disobbedienza civile e la protesta fossero essenziali per combattere l'oppressione e costruire una società più equa e giusta. In questo contesto, "ribellarsi è giusto" rappresenta una proclamazione di sostegno alla lotta popolare contro le ingiustizie e le strutture di potere oppressive.

[ChatGPT]

 

La teoria delle "contraddizioni in seno al popolo" di Mao Tse Tung si riferisce al concetto che anche all'interno della società socialista o comunista possono emergere contraddizioni e conflitti tra diverse parti della popolazione. Mao sosteneva che queste contraddizioni dovevano essere riconosciute e risolte in modo appropriato, senza ricorrere alla repressione o alla violenza. L'idea era quella di gestire in modo dialettico e non antagonistico le divergenze all'interno della società per favorire l'unità e il progresso collettivo. Ciò comportava un costante processo di analisi e confronto delle divergenze per trovare soluzioni che potessero soddisfare le esigenze di tutte le parti coinvolte, nel rispetto dei principi fondamentali dell'uguaglianza e della giustizia sociale. [ChatGPT]

*SULLA GIUSTA SOLUZIONE DELLE CONTRADDIZIONI IN SENO AL POPOLO (27 febbraio 1957)

*Discorso pronunciato dal compagno Mao Tse-tung all’undicesima sessione allargata della Conferenza suprema dello Stato. L’autore ha rivisto sulla base della registrazione il testo del suo discorso, facendovi delle aggiunte prima di farlo pubblicare sul Quotidiano del popolo del 19 giugno 1957.

http://www.bibliotecamarxista.org/Mao/libro_14/sull_sol_cd_sen_pop.pdf

L’articolo fu scritto dopo i fatti d’Ungheria del 1956 e affrontava il problema delle contraddizioni di classe in una società socialista o avviata verso il socialismo. La Cina di Mao Tse Tung adottò una posizione di sostegno al governo comunista ungherese durante la rivolta ungherese del 1956. Mao e il Partito Comunista Cinese condannarono gli eventi in Ungheria come un tentativo di controrivoluzione e sostennero il governo comunista locale nel reprimere la rivolta. La Cina temeva che la rivolta potesse indebolire il blocco comunista e favorire gli interessi occidentali durante la Guerra Fredda. Inoltre, Mao riteneva che la rivolta ungherese fosse un tentativo di restaurare il capitalismo e minare i progressi socialisti.

Ma lo scritto si trasforma continuamente da politico a filosofico e viceversa, divenendo un manifesto programmatico di filosofia politica basata su un asse fondamentale con un principio-guida: la persuasione, il dialogo, il consenso partecipato sostanziano una democrazia realmente rappresentativa delle masse popolari e della loro unità. Non si possono trattare le contraddizioni secondarie (quelle tra gruppi subalterni divenuti classe dirigente) come le contraddizioni primarie nei sistemi imperialisti capitalisti (quelle tra gruppi subalterni e classi dominanti). Dunque, la stessa rivolta ungherese del 1956, pur nell’ambito geopolitico definibile ‘controrivoluzione’ è quanto meno però spia di un malessere diffuso tra gruppi e frazioni di classe ‘in seno al popolo’, dunque non risolvibile con i carri armati della repressione. È problema politico di gestione delle ‘contraddizioni in seno al popolo’.

Evitando non di mettere classe contro classe, ma che frazioni e gruppi della stessa classe siano in lotta fra loro per i medesimi interessi di classe.    

 

Prendere posizione a favore di una libertà che abbia una direzione e di una

democrazia sotto una direzione centralizzata, non significa in alcun modo che i

problemi ideologici e i problemi della distinzione tra la ragione e il torto in seno

al popolo possono essere risolti con misure coercitive. Tutti i tentativi di risolvere

le questioni ideologiche e le questioni della ragione e del torto con ordini

amministrativi o con misure costrittive sono non soltanto inefficaci, ma anche

nocivi. Non possiamo abolire la religione per mezzo di ordini amministrativi né

obbligare la gente a non crederci. Non possiamo obbligare la gente a rinunciare

all’idealismo, così come non possiamo obbligarla ad abbracciare il marxismo.

Tutte le questioni di carattere ideologico e tutte le controversie in seno al popolo

possono essere risolte solo con metodi democratici, con i metodi della

discussione, della critica, della persuasione e dell’educazione; non possono

essere risolte con metodi coercitivi e repressivi.

Per risolvere le contraddizioni in seno al popolo i metodi della persuasione e

dell’educazione e le misure amministrative costituiscono due aspetti che si completano a vicenda. Le misure amministrative emanate per mantenere l’ordine

sociale devono accompagnarsi a un lavoro di persuasione e di educazione poiché,

in molti casi, da sole restano inefficaci.

Mao Tse Tung, cit. da Opere. vol.14, ed. Rapporti Sociali, 1991-1994.  pp.99-100

 

vedi in questo blog:

SUBALTERN IA [ChatGPT] - CATEGORIE MAOISTE

 la "lunga durata" e la duplice natura della tigre imperialista






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