Ribellarsi è giusto e le contraddizioni in seno al popolo
L'espressione di Mao
Zedong "ribellarsi è giusto" riflette la sua convinzione che la
disobbedienza civile e la protesta popolare siano azioni legittime e moralmente
giuste quando rivolte contro un sistema oppressivo o ingiusto. Mao incoraggiava
il popolo cinese a essere attivo e a lottare per i propri diritti e per il
cambiamento sociale, anche se ciò significava andare contro le autorità
costituite.
Questa frase sintetizza
l'idea maoista che la ribellione e la resistenza siano meccanismi legittimi per
abbattere le gerarchie di potere e per promuovere la giustizia sociale e
politica. Mao credeva che la disobbedienza civile e la protesta fossero
essenziali per combattere l'oppressione e costruire una società più equa e
giusta. In questo contesto, "ribellarsi è giusto" rappresenta una
proclamazione di sostegno alla lotta popolare contro le ingiustizie e le
strutture di potere oppressive.
[ChatGPT]
La teoria delle
"contraddizioni in seno al popolo" di Mao Tse Tung si riferisce al
concetto che anche all'interno della società socialista o comunista possono
emergere contraddizioni e conflitti tra diverse parti della popolazione. Mao
sosteneva che queste contraddizioni dovevano essere riconosciute e risolte in
modo appropriato, senza ricorrere alla repressione o alla violenza. L'idea era
quella di gestire in modo dialettico e non antagonistico le divergenze
all'interno della società per favorire l'unità e il progresso collettivo. Ciò
comportava un costante processo di analisi e confronto delle divergenze per
trovare soluzioni che potessero soddisfare le esigenze di tutte le parti
coinvolte, nel rispetto dei principi fondamentali dell'uguaglianza e della giustizia
sociale. [ChatGPT]
*SULLA GIUSTA SOLUZIONE
DELLE CONTRADDIZIONI IN SENO AL POPOLO (27 febbraio 1957)
*Discorso pronunciato
dal compagno Mao Tse-tung all’undicesima sessione allargata della Conferenza
suprema dello Stato. L’autore ha rivisto sulla base della registrazione il
testo del suo discorso, facendovi delle aggiunte prima di farlo pubblicare sul
Quotidiano del popolo del 19 giugno 1957. ⬇
http://www.bibliotecamarxista.org/Mao/libro_14/sull_sol_cd_sen_pop.pdf
L’articolo fu scritto
dopo i fatti d’Ungheria del 1956 e affrontava il problema delle contraddizioni
di classe in una società socialista o avviata verso il socialismo. La Cina di
Mao Tse Tung adottò una posizione di sostegno al governo comunista ungherese
durante la rivolta ungherese del 1956. Mao e il Partito Comunista Cinese
condannarono gli eventi in Ungheria come un tentativo di controrivoluzione e
sostennero il governo comunista locale nel reprimere la rivolta. La Cina temeva
che la rivolta potesse indebolire il blocco comunista e favorire gli interessi
occidentali durante la Guerra Fredda. Inoltre, Mao riteneva che la rivolta
ungherese fosse un tentativo di restaurare il capitalismo e minare i progressi
socialisti.
Ma lo scritto si
trasforma continuamente da politico a filosofico e viceversa, divenendo un
manifesto programmatico di filosofia politica basata su un asse fondamentale
con un principio-guida: la persuasione, il dialogo, il consenso partecipato
sostanziano una democrazia realmente rappresentativa delle masse popolari e
della loro unità. Non si possono trattare le contraddizioni secondarie (quelle
tra gruppi subalterni divenuti classe dirigente) come le contraddizioni
primarie nei sistemi imperialisti capitalisti (quelle tra gruppi subalterni e
classi dominanti). Dunque, la stessa rivolta ungherese del 1956, pur
nell’ambito geopolitico definibile ‘controrivoluzione’ è quanto meno però spia
di un malessere diffuso tra gruppi e frazioni di classe ‘in seno al popolo’,
dunque non risolvibile con i carri armati della repressione. È problema
politico di gestione delle ‘contraddizioni in seno al popolo’.
Evitando non di mettere
classe contro classe, ma che frazioni e gruppi della stessa classe siano in
lotta fra loro per i medesimi interessi di classe.
Prendere
posizione a favore di una libertà che abbia una direzione e di una
democrazia sotto
una direzione centralizzata, non significa in alcun modo che i
problemi
ideologici e i problemi della distinzione tra la ragione e il torto in seno
al popolo
possono essere risolti con misure coercitive. Tutti i tentativi di risolvere
le questioni
ideologiche e le questioni della ragione e del torto con ordini
amministrativi o
con misure costrittive sono non soltanto inefficaci, ma anche
nocivi. Non
possiamo abolire la religione per mezzo di ordini amministrativi né
obbligare la
gente a non crederci. Non possiamo obbligare la gente a rinunciare
all’idealismo,
così come non possiamo obbligarla ad abbracciare il marxismo.
Tutte le
questioni di carattere ideologico e tutte le controversie in seno al popolo
possono essere
risolte solo con metodi democratici, con i metodi della
discussione,
della critica, della persuasione e dell’educazione; non possono
essere risolte con metodi coercitivi e repressivi.
Per risolvere le
contraddizioni in seno al popolo i metodi della persuasione e
dell’educazione
e le misure amministrative costituiscono due aspetti che si completano a
vicenda. Le misure amministrative emanate per mantenere l’ordine
sociale devono
accompagnarsi a un lavoro di persuasione e di educazione poiché,
in molti casi, da sole restano inefficaci.
Mao Tse Tung, cit. da Opere. vol.14, ed. Rapporti
Sociali, 1991-1994. pp.99-100
vedi in questo blog:
SUBALTERN
IA [ChatGPT] - CATEGORIE MAOISTE
la "lunga durata" e la duplice natura della tigre imperialista
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