Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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giovedì 26 luglio 2018

Jiddu Krishnamurti e il "decondizionamento"



Credo che la figura del filosofo di origine indiana JiDDU KRISHNAMURTI (1895/1986) sia molto importante per la psicologia olistica e per alcune concezioni di comunismo zen. Un magistero dialettico che parte dal rifiuto di “maestri guida”, la totale avversione per “guru” e “santoni”, perché uno dei principi ispiratori dell’olismo è l’autoterapia che si genera dall’autodeterminazione, paradossalmente inizio e fine del processo psicologico che, insiste Jiddu, da individuale si fa collettivo e viceversa. J.K. respirò in pieno il movimento del ’68 (in quell’anno aveva gia’ 73 anni) fu alfiere di un pacifismo antimperialistico e si confronto’, implicitamente ed esplicitamente, con le elaborazioni marxiste, naturalmente con tesi da confutare. 
Seppure da campi diversi ma affini, Krishnamurti va associato ad Abraham Maslow (psicologia umanistica), Carl Rogers (psicologia non-direttiva centrata ”sulla persona”) e ad altri autori che rendono centrale, dunque possibile, il decondizionamento. 
Leggete la voce su wiki e confutate 
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Jiddu_Krishnamurti


nelle foto, il giovane e maturo J.K. e un ritratto di Waldorf Watch

  



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