LIBERIAMO TARANTO DAI VELENI - CHIUDIAMO GLI IMPIANTI INQUINANTI
Con il ricatto del lavoro vorrebbero continuare a regalare miliardi di soldi pubblici ad aziende multinazionali italiane o straniere che in questi anni hanno rapinato il nostro paese senza alcun rispetto per i lavoratori e per il territorio.
Con lo smantellamento dell'industria pubblica, l'Iri e le Partecipazioni Statali, l'Italia ha dismesso da tempo la politica industriale. I governi vanno con il cappello in mano dalle grande imprese ad offrire le nostre risorse, le nostre competenze e la nostra esperienza senza un progetto ed un'idea di sviluppo per il paese. Città e territori vengono stuprati dall’azione selvaggia e irresponsabile di chi guarda esclusivamente all’interesse economico e speculativo senza alcun rispetto della natura e del lavoro. Ci stiamo trasformando in una meta per turisti e in una piattaforma per società di servizi, perdendo qualsiasi vocazione industriale. E così stiamo perdendo autonomia e capacità di intervenire efficacemente nelle centinaia di crisi aziendali che si moltiplicano continuamente.
E' il ricatto la loro arma preferita. E' così che hanno costretto Taranto a piangere i suoi morti e a continuare a sopportare i fumi e le polveri omicide dell'ex-ILVA pur di salvaguardare i posti di lavoro. Ma ora, di fronte al fallimento dei finti piani di risanamento ambientale e allo smascheramento degli intenti di rapina di Arcelor Mittal non si può accettare di piegare ancora la testa, come vorrebbero Cgil, Cisl e Uil, magari in cambio di qualche esubero in meno.
Taranto ha diritto a un futuro senza veleni e i lavoratori dell'ex-ILVA hanno diritto ad un posto di lavoro sicuro e dignitoso. Le tante crisi industriali che sono in discussione presso il MISE non troveranno una soluzione se non rilanciando l’azione pubblica, che non può certo ridursi a finanziare gli ammortizzatori sociali. L'Italia ha diritto ad una politica industriale non subalterna agli interessi dei grandi gruppi. Vanno definiti nuovi strumenti pubblici di gestione e pianificazione dello sviluppo del sistema produttivo che contrastino lo smantellamento del sistema industriale e rilancino gli asset strategici della nostra economia, dalla ricerca ai trasporti all’energia.
Respingiamo i ricatti. Allarghiamo la lotta. Il 29 novembre tutti a Taranto.
Nessun commento:
Posta un commento