Il soggetto fa la
differenza? L’approccio di Stuart Hall a Gramsci (Cultural Studies)
- Stuart McPhail Hall (1932/2014) è considerato lo studioso
più rappresentativo dei Cultural studies (scuola di Birmingham).
Giamaicano naturalizzato britannico, sociologo della comunicazione, studiò
l’influenza dei media, in particolare Tv e programmi televisivi, sul senso
comune di massa. Negli anni Cinquanta fu uno dei fondatori dell'influente New Left Review. Su invito di Hoggart,
Hall aderì al Centre for Contemporary Cultural Studies presso l'Università di
Birmingham nel 1964: Hall prese il posto di Hoggart come direttore del Centro
nel 1968 e vi rimase fino al 1979. Durante la sua direzione vennero tenuti in
grande considerazione gli studi culturali inerenti ai concetti di razza e di
genere. Uno dei concetti fondamentali nelle analisi sui media da parte di Hall
è quello di ideologia, termine
ripreso dagli scritti di Karl Marx e Friedrich Engels (presente in particolare
in Ideologia Tedesca, 1845 e ne Il Capitale). Nel 1979 Hall abbandonò il
Centro e divenne docente universitario di Sociologia alla Open University; tra
i suoi testi reperibili in italiano, Politiche
del quotidiano. Culture, identità e senso comune, pubblicato da Il
Saggiatore nella collana Cultural studies nel 2006. Uno dei riferimenti di
Stuart Hall fu il pensiero di Antonio Gramsci.
/ Subaltern studies Italia /
"Tutti noi scriviamo e parliamo da un tempo e da un luogo particolari,
da una storia e da una cultura specifiche. Quanto diciamo è sempre “in
situazione”, posizionato. Sono nato in Giamaica, dove ho trascorso la mia
infanzia e la mia adolescenza. Appartenevo a una famiglia del ceto medio-basso
dell’isola. Ho vissuto tutta la mia vita da adulto in Inghilterra, all’ombra
della diaspora nera: “nel ventre della bestia”. Scrivo sullo sfondo del lavoro
di una vita nel campo dei Cultural Studies. E se questo mio intervento appare
del tutto centrato sull’esperienza della diaspora e delle sue narrazioni di
dislocazione, può essere utile ricordare che ogni discorso è “situato” e che il
cuore ha le sue ragioni."
(S.Hall, “Identità culturale e diaspora”, in Id., Il soggetto e la differenza, a cura di M. Mellino, Roma, Meltemi,
2006, p.244.)
"La sua è un'opera raffinata, certamente interna al paradigma
marxista. Tuttavia, egli ha in gran parte rivisto, rinnovato e affinato diversi
aspetti di quell'impianto teorico per adeguarli alle relazioni sociali
contemporanee, quelle del XX secolo. La sua opera, quindi, ha direttamente a
che fare con la questione dell'"adeguatezza" delle teorie sociali
esistenti, poichè il suo maggiore contributo teorico può essere individuato
nella complessificazione dei problemi e delle prospettive teoriche
esistenti." (..)
“Gramsci non era un ‘teorico puro’. Il suo non è il lavoro di un accademico
‘di scuola’. Dall'inizio alla fine, era ed è rimasto un intellettuale politico
e un militante socialista sullo scenario politico italiano. I suoi scritti "teorici"
sono un prodotto di questo impegno organico nella società del suo tempo e avevano
come scopo principale non certo lo sviluppo di obiettivi accademici astratti,
ma l’arricchimento della ‘pratica politica.” (..) Gramsci è stato artefice di
un marxismo autenticamente 'aperto', avendo sviluppato un buon numero di
intuizioni della teoria marxista di fronte a nuovi problemi e nuove
condizioni."
(S. Hall, “L'.importanza di Gramsci per lo studio della razza e
dell’etnicità”, in Id., Il soggetto e la
differenza, cit., pp. 185-186).
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