Le posizioni politiche di Danilo
Montaldi erano notoriamente internazionaliste e vicine a quelle di Giangiacomo
Feltrinelli: sarà infatti proprio la casa editrice fondata da «Osvaldo» a
pubblicare, nel 1960, il suo primo libro, -Milano, Corea. Inchiesta sugli
immigrati - scritto in collaborazione con Franco Alasia.
Danilo Montaldi politicamente
accettò la coperta-categoria sommaria di ‘stalinismo’ per criticare i vertici
delle organizzazioni del movimento operaio, in primis del PCI, di cui pur aveva
fatto parte seppur solo per il biennio 1945-1946, ma poi anche della nuova Left
rivoluzionaria o sedicente tale. Ciò che rimane di questo ricercatore cremonese
annegato in modalità mai chiarite nelle acque del fiume Roia, presso il confine
italo-francese, a soli 46 anni, è una capacità di scrittura non comune per dar
voce, identità e soggettività culturale al mondo subalterno della bassa padana,
ad umili e disperati della civiltà rurale e delle periferie del Nord Italia, in
una ‘questione settentrionale’ rovesciata rispetto al canone sviluppista ad
egemonia capitalista e che incontra dunque il diseredato del sud e/o
l’immigrato (come in Corea, Italia) in modalità non latitudinaria, ma sociale,
al tramonto da una parte e alla crisi, dall’altra, dei paradigmi della civiltà.
In qualche modo la resistenza, da misurare quanto residuale, alla mutazione
antropologica di pasoliniana memoria. La critica all’analisi di Gramsci, che
era in sostanza la critica alla lettura ‘togliattiana’ di Gramsci, non gli
impedì di morire nel 1975 lo stesso giorno dell’autore dei Quaderni dal
carcere, il 27 aprile.
/Subaltern
studies Italia/,28/01/2022
- Milano,
1959: Danilo Dolci propone a Giangiacomo Feltrinelli la pubblicazione di 32
storie di «sottoccupati», immigrati a Milano. Le interviste sono raccolte da
Franco Alasia, operaio alla Breda; da Dolci viene l’idea di spostare il terreno
di osservazione da una società arcaica a una società in pieno sviluppo, dal Sud
di Banditi a Partinico alla città simbolo della ricchezza industriale. Non a
caso, gli intervistati vengono da quelle periferie milanesi punteggiate da
disordinati e irregolari insediamenti spontanei, in gergo chiamati «coree».
Sono storie di ogni tipo: manovali in transito da un’impresa all’altra,
ambulanti abusivi, contadini muratori, prostitute e pederasti. Non si tratta di
un mondo destinato a scomparire, ma di una marginalità che nasce dentro il
tessuto stesso della modernità, di un sommovimento che sta cambiando
radicalmente la struttura sociale dell’Italia del boom. Il tema, del resto, è
già divenuto scottante in seguito a una serie di scandali, come il mancato
affitto di case ai «meridionali». Per presentare le interviste di Alasia, la
Feltrinelli affida la stesura di un saggio al giovane sociologo Danilo
Montaldi. A conquistarlo immediatamente è lo stile delle interviste: niente
magnetofono, solo la trascrizione minuziosa delle parole dell’intervistato,
comprese inflessioni, anacoluti e incertezze: «Da questo materiale emerge una
serie di questioni: le conseguenze della guerra, la trasformazione sociale, la
crisi agraria, la struttura economica, la città…». A cinquant’anni dalla sua
prima pubblicazione, Milano, Corea si presenta come uno straordinario documento
della convulsa modernizzazione italiana. Un’inchiesta che si è fatta «storia»,
come osserva Guido Crainz nella sua introduzione. Un libro di incredibile
attualità, se si pensa alle affinità profonde che legano i percorsi dei
meridionali di allora a quelli degli immigrati di oggi.
Bibliografia
Milano, Corea. Inchiesta sugli immigrati con Franco Alasia, + Feltrinelli,
1960 (seconda accresciuta 1975; ristampa Donzelli 2010)
Autobiografie della leggera, Einaudi, 1961 (ristampa Bompiani
2012 e 2018)
Militanti politici di base, Einaudi, 1971
Korsch e i comunisti italiani. Contro un facile
spirito di assimilazione, Samonà e Savelli, 1975
Saggio sulla politica comunista in Italia 1919-1970, Edizioni Quaderni piacentini, 1976
(ristampa Colibrì Edizioni, 2016)
Bisogna sognare. Scritti 1952-1975, Colibrì Edizioni, 1994
Testo di
critica storico-teorica di riferimento:
Stefano
Merli, L'altra storia. Bosio, Montaldi e
le origini della nuova sinistra, Feltrinelli (1977)
+ Franco
Alasia, (1927-2006), operaio delle officine Breda di Milano, è stato tra i più
stretti collaboratori di Danilo Dolci, con il quale ha condotto importanti
lotte contro il lumpensviluppo e il fenomeno mafioso in Sicilia.
DANILO DOLCI e LE VOCI dal BASSO
Anni erano
passati. Laterza aveva pubblicato coraggiosamente, anche se con un anno di
ritardo, Banditi a Partinico. Avevamo cercato di capire come nella provincia di
Palermo viveva il sottoproletariato; dalle esperienze di Franco Cagnetta e
Rocco Scotellaro ricevevamo conferma e suggerimenti; oltre che dallo stesso
nostro lavoro, dal genere di obiezioni (tra l’altro, molti dicevano di noi e
degli altri che studiavamo analizzando dalla base, con disprezzo: “Sono degli
empirici”) ci eravamo resi conto a che livello fosse ancora l’ignoranza degli
italiani sulla loro vita e come fosse necessario esplorare attentamente,
analizzare pazientemente dal di dentro, dal particolare, un luogo o un problema
man mano allargando per arrivare a delle - anche se ancora limitate - valide
generalizzazioni. Le inchieste Vigorelli e Tremelloni, dopo una prima ondata di
discussioni, erano rimaste negli scaffali. Come era, sotto la nebbia della
retorica bigotta e presuntuosa, in ogni regione, questa vita nel basso? Come
era, che origine aveva a Roma, a Milano per esempio? Quali caratteristiche
specifiche assumeva? Solo nella misura in cui avessimo avuto studi attenti dal
basso, si sarebbe delineato, alla coscienza e alla responsabilità nazionale, il
volto più ignorato (e spesso nascosto) dell’Italia. (..) sapere non è
condizione sufficiente affinché le cose cambino - e bene, - ma certamente
indispensabile.
Danilo Dolci,
1960
dalla
prefazione a Franco Alasia e Danilo Montaldi, Milano, Corea - Inchiesta sugli immigrati, Feltrinelli, 1960
+nota: la ”Commissione parlamentare di inchiesta sulla disoccupazione", di cui alla proposta di inchiesta parlamentare di iniziativa dei deputati Tremelloni, Saragat, Bennani e Vigorelli, n. 1682, era stata approvata dalla Camera il 4 dicembre 1951.
/Subaltern
studies Italia,/ 05/02/2022
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