Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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martedì 17 maggio 2022

APPADURAI: dai Subaltern ai Cultural e Postcolonial studies

 

- Tra i fondatori insieme a Guha dei Subaltern studies, l’antropologo e sociologo Arjun Appadurai (Bombay, 1949) è un analista dei processi definiti di ‘globalizzazione’, delle forme della modernità nell’epoca migrante delle de-territorializzazioni: se per Bauman la modernità è “liquida”, per Appadurai è “in polvere”. Il livello di antagonismo di questo tipo di critica postcoloniale è da ricercare nelle pieghe dell’indagine.

“Diversi studi hanno posto in evidenza come l’idea di un ethos nazionale specifico, lungi dall’essere espressione naturale di questo o quel luogo, venga invece generata e naturalizzata con grande sforzo, grazie alla retorica della guerra e del sacrificio, attraverso discipline vessatorie di uniformazione educativa e linguistica, e attraverso la soppressione di una miriade di tradizioni locali e regionali,(..)

La globalizzazione, intesa come la forma specifica in cui sono venuti a organizzarsi gli Stati, i mercati e le idee di commercio e governo, acuisce le condizioni in cui si manifesta la violenza su larga scala perché apre una potenziale rotta di collisione tra la logica dell’incertezza e quella dell’incompletezza, ognuna delle quali ha la sua forma e la sua forza. In quanto contesto generale del quadro mondiale durante gli anni Novanta, le forze della globalizzazione producono le condizioni per una diffusione praticamente planetaria dell’incertezza sociale (..). L’ansia da incompletezza (entro il progetto della totale purezza nazionale) e il senso di incertezza sociale sulla disponibilità di categorie etnorazziali sufficientemente ampie possono produrre una forma inconsulta di rinforzo reciproco, che apre la strada al genocidio.”

da Arjun Appadurai, Sicuri da morire - La violenza nell’epoca della globalizzazione, a cura di Piero Vereni, introduzione ed. digitale, Meltemi, 2017, [gli scritti raccolti nel testo sono del 2001 e 2002].

Le altre opere tradotte in italiano di Appadurai sono:

- Modernità in polvere, Raffaello Cortina Editore, 2012; prima ed. italiana fuori commercio, Meltemi Editore, 2001.

- Il Futuro come fatto culturale (ed. italiana a cura di Ugo Fabietti), Raffaello Cortina Editore, 2014.

+ // Sullo sfondo delle categorie socio-antropologiche coniate o utilizzate per interpretare la contraddizione stato-nazione e sovranità vs. nazionalismo-sovranismo su base etnica, rimane il convitato di pietra dell’imperialismo occidentale, politico-militare, a guida ‘atlantica’, che viene sempre più accompagnato dalla tendenza all’omogeneizzazione culturale delle popolazioni, per cui la risposta su base etnica diventa risposta reazionaria allo sradicamento identitario su base culturale. E’ questo, crediamo, il quadro di un’ermeneutica postcoloniale che manda ‘in frantumi’ le forme della modernità per ricollocarle nell’azione sociale politica della trasformazione contemporanea.

 

/Subaltern studies Italia/

 

Arjun Appadurai - Dal 2004 è professore presso l'univ. New York school di New York. Fondatore e presidente dell'organizzazione Partners for urban knowledge action and research, è stato inoltre tra i fondatori della rivista Public culture e del Chicago humanities institute presso l'univ. di Chicago. Nei suoi primi studi si è occupato di religione, agricoltura e cultura di massa in India. Le sue ricerche si sono in seguito focalizzate sulle dinamiche postcoloniali e sui processi di mutamento culturale tipici della modernità e della globalizzazione, sull'impatto dei mezzi di comunicazione di massa nei paesi in via di sviluppo e su tutti quei fattori che concorrono a definire il concetto di "modernità diffusa" quale condizione permanente percepita dall'individuo moderno in perenne migrazione. Si è occupato negli ultimi tempi anche dell’impatto sociale della finanziarizzazione dell’economia capitalista:

Banking on words. The failure of language in the age of derivative finance (2015; trad. it. 2016); Failure (con N. Alexander, 2019; trad. it. 2020).


Arjun Appadurai (Bombay, 1949)




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