Il
concetto di CONTROSTORIA: un’importante pagina del filosofo Domenico Losurdo
(1941/2018) e della sua opera ”Controstoria del liberalismo” - la premessa
metodologica
Sulla
CONTROSTORIA ovvero sulla condizione e i sentimenti di quelle classi che non
riescono a farsi nè sentire nè vedere.- Domenico Losurdo e la breve premessa
metodologica alla “Controstoria del liberalismo” -
In che cosa
questo libro si differenzia dalle storie del liberalismo già pubblicate e che
in numero crescente continuano a vedere la luce? Riesce a produrre realmente la
novità che promette nel titolo? Alla fine del percorso da lui compiuto, il
lettore darà la sua risposta; l’autore può per ora limitarsi a una dichiarazione
d’intenti. A formularla gli può essere d’aiuto un grande esempio. Accingendosi
a scrivere la storia del crollo dell’Antico Regime in Francia, Tocqueville
osserva a proposito degli studi sul Settecento: Crediamo di conoscere molto
bene la società francese di quel tempo perché vediamo chiaramente quanto
brillava alla sua superficie, perché possediamo fin nei particolari la storia
dei suoi più celebri personaggi e perché critici geniali ed eloquenti ci hanno
reso completamente familiari le opere dei grandi scrittori che la illustrarono.
Ma su come venivano condotti gli affari, sulla vera pratica delle istituzioni,
sulla posizione esatta delle varie classi l’una di fronte all’altra, sulla
condizione e i sentimenti di quelle che ancora non riuscivano a farsi né
sentire né vedere, sul fondo stesso delle opinioni e dei costumi, abbiamo
soltanto idee confuse e spesso piene di errori (1). Non c’è motivo per non
applicare la metodologia così brillantemente chiarita da Tocqueville al
movimento e alla società di cui egli è parte integrante e autorevole. Solo
perché intende richiamare l’attenzione su aspetti che ritiene sinora largamente
e ingiustamente trascurati, l’autore parla nel titolo del suo libro di
«controstoria». Per il resto, si tratta di una storia, di cui occorre solo
precisare l’oggetto: non il pensiero liberale nella sua astratta purezza, ma il
liberalismo e cioè il movimento e le società liberali nella loro concretezza.
Come per ogni altro grande movimento storico, si tratta di indagare sì le
elaborazioni concettuali ma anche e in primo luogo i rapporti politici e
sociali in cui esso si esprime, nonché il legame più o meno contraddittorio che
s’instaura fra queste due dimensioni della realtà sociale. E, dunque, nel dare
avvio alla ricerca, siamo costretti a porci una domanda preliminare
sull’oggetto di cui intendiamo ricostruire la storia: che cos’è il liberalismo?
D.L.
Note
1
Tocqueville (1951-), vol. II, t. 1, pp. 69-70 (L’Antico regime e la
rivoluzione, d’ora in avanti AR, Prefazione).
da Domenico
Losurdo, Controstoria del liberalismo
(Laterza,2005) cit. da ed.digitale 2015, referre pos. 216-233
LA ‘FALSA COSCIENZA’ DEL LIBERALISMO
è la sua anima ’nera’: costituita da
razzismo, dal colonialismo, dall’imperialismo militare del dominio senza
egemonia, dai diritti umani come truffa ideologica, perorati formalisticamente
e calpestati quando contrastano con i privilegi e gli interessi economici delle
classi dominanti capitalistiche. La smaschera Domenico Losurdo, nella sua
mirabile ’Controstoria del liberalismo’, Laterza, 2005, in cui sottolinea il
metodo utilizzato per occultare la ‘falsa coscienza’: il sofisma di Talmon.
IL SOFISMA DI TALMON È UN SOFISMA
L’aura ideologica demoliberale è ricca di assiomi e
sofismi, come dimostrò Domenico Losurdo e anche gonfia di retorica.
- Uno dei
sofismi ancora oggi più utilizzati dalla vulgata liberal/atlantista è quello di
Jacob Talmon, professore di storia moderna all’Università di Gerusalemme
scomparso nel 1980, che nel 1952 diede alle stampe un testo destinato a scatenare
non poche polemiche nel dibattito politico dell’epoca: ‘The Origins of
Totalitarian Democracy’, in cui coniava anche i termini, riecheggiando non poco
le tesi di Hannah Arendt (la prima edizione del suo ‘The Origins of
Totalitarianism’ è dell’anno precedente) di ‘democrazia messianica’ e
‘messianismo politico’. L’asimmetria comparativa dei ragionamenti di Talmon è
questa: da una parte i sacri princìpi del liberalismo, come se fossero veri
perchè realizzati, dall’altra fatti storici interpretati in contrapposizione ai
sacri princìpi; da una parte il bene della libertà, dall’altra il male del
totalitarismo, dell’autoritarismo, della tirannide. Come dire: il bene è di chi
lo pensa anche se non lo fa, il male è di chi lo fa, dunque lo pensa. Dalla
banalità del male alla banalità del bene. Un sofisma, appunto.
Tra gli
studiosi che hanno smascherato il gioco fraudolento dei tetragoni
autoaffermatisi ‘liberal-democratici’ c’è stato Domenico Losurdo, secondo cui
“i fatti e i misfatti del comunismo vengono messi a confronto non con i
comportamenti reali del mondo che esso vuole mettere in discussione, ma con le
dichiarazioni di principio del liberalismo”, [D. Losurdo, Il peccato originale del Novecento, Laterza, Bari, 1998, pag. 55].
Losurdo è stato anche autore di una mirabile ‘Controstoria del liberalismo’
(Laterza, 2005, giunta a ben otto ristampe nel 2022).
- L’asimmetria comparativa dei
ragionamenti di Talmon è questa: da una parte i sacri principi del liberalismo,
come se fossero veri perchè realizzati, dall’altra fatti storici interpretati
in contrapposizione ai sacri principi; da una parte il bene della libertà,
dall’altra il male del totalitarismo, dell’autoritarismo, della tirannide.
La democrazia come retorica, dunque.
Ferdinando Dubla, per Subaltern studies Italia
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