Un caffè con Malatesta L’anarchico italiano, ‘subalternist’ per eccellenza, scriveva i suoi testi politici e filosofici anche in forma di dialogo. Celebre il dialogo ‘Al caffè’ - conversazioni sull’anarchismo, pubblicato nel 1922 per le edizioni di “Volontà”, curato da Luigi Fabbri, che comprendeva tutti quanti i dialoghi scritti da Errico Malatesta in tre successive riprese (1897 - 1913 - 1920).
I primi dieci dialoghi apparvero nel 1897 nel periodico “L’Agitazione” che usciva ad Ancona, compilato dallo stesso libertario di Santa Maria Capua a Vetere, che intanto si nascondeva per sfuggire alla caccia poliziesca, tra il Regno Unito e l’Italia. Questi dieci dialoghi furono riveduti e corretti nel 1913, quando il Malatesta, tornato ad Ancona, dirigeva il giornale Volontà, e ne aggiunse altri quattro. Nell’edizione del 1922 appaiono anche i tre dialoghi scritti in quell’anno, nei quali figurano, come interlocutori, Gino (operaio), Pippo (mutilato di guerra) e Luigi (socialista). In tutto diciassette dialoghi. Noi citiamo da un’edizione del 1961 per la “Collana libertaria” della Sargraf Appiano di Torino.
In rete potete trovarlo qui _
http://www.punk4free.org/download/ebooks/Errico.Malatesta.-.Al.Caffe.pdf
THE NEXT REVOLUTION GIORGIO. Noi vogliamo che le trasformazioni sociali a cui mira la rivoluzione incomincino a realizzarsi fino dal primo atto insurrezionale. Vogliamo che il popolo prenda subito possesso della ricchezza esistente: che dichiari i palazzi dei signori dominio pubblico, e provveda per iniziativa dei più volenterosi e attivi, a che tutta la popolazione sia alloggiata il meno male possibile, e subito si metta mano, per opera delle associazioni dei costruttori, all’edificazione delle nuove case che siano stimate necessarie; vogliamo che si comunalizzino tutti i prodotti alimentari disponibili e se ne organizzi sempre per opera dei più volenterosi e sotto il controllo reale del pubblico, la distribuzione eguale per tutti; vogliamo che gli agricoltori s’impossessino delle terre incolte e di quelle dei signori e si convincano col fatto che ormai queste terre appartengono ai lavoratori; vogliamo che gli operai si sottraggano alla direzione dei padroni e continuino la produzione per conto loro e del pubblico; vogliamo che si stabiliscano subito relazioni di scambio fra le diverse associazioni produttrici ed i diversi comuni; e nello stesso tempo vogliamo che si brucino, si distruggano, tutti i titoli e tutti i segni materiali della proprietà individuale e del dominio statale. Vogliamo insomma fin dal primo momento far sentire alla massa i benefici della rivoluzione e sconvolgere le cose in modo che sia impossibile ristabilire l’ordine antico. (p.67)
(..)
CESARE. -- Ma come? Una società senza governo! Come si farebbe a vivere? Chi farebbe la legge? Chi la farebbe eseguire? GIORGIO. -- Veggo che non avete alcuna idea di quello che noi vogliamo. Per non perdere il tempo in divagazioni bisognerà che mi lasciate spiegarvi, brevemente, ma metodicamente il programma nostro; e così potremmo discutere con utile reciproco. Ma ora è tardi; incominceremo la prossima volta. (p.14)
Subaltern Studies Italia si occuperà anche di “Fra contadini” e “L’Anarchia”, che, insieme all’opuscolo “Al Caffè”, costituiscono preziosi appunti per la rivoluzione delle classi subalterne, per la chiarezza dello stile e la profondità delle argomentazioni, caratteristiche peculiari dell’anarchico campano, insurrezionalista della banda del Matese, denominato il “Lenin italiano”, morto in pieno fascismo a Roma il 22 luglio 1932, guardato a vista dalla sbirraglia fascista. Ne fu vietata la cremazione, evidentemente erano timorosi che anche le sue ceneri potessero riaccendere il fuoco della rivolta.
Errico Gaetano Maria Pasquale Malatesta (
Santa Maria Capua Vetere,
4 dicembre 1853 –
Roma,
22 luglio 1932) è stato un
anarchico e
scrittore italiano, tra i principali teorici del
movimento anarchico.
Nessun commento:
Posta un commento