LA COMMUNE - L’ARALDO GLORIOSO DI UNA NUOVA SOCIETÀ (Marx) - FRIEDRICH ENGELS SU LA COMMUNE DE PARIS - LA COMMUNE è the next revolution (Murray Bookchin) - GRAMSCI E LA SOCIETA' REGOLATA
LA COMMUNE
Non è
democrazia quella che diminuisce il controllo popolare, quella di chi non
rappresenta più se non minoranze che hanno potere di classe e ne esigono il
rafforzamento. Oppure che chiamano il popolo ‘direttamente’ a ratificare con
plebisciti le deliberazioni castali e di cricca. Democrazia è sovranità
popolare che rende stabile e forte, con strumenti diretti assembleari, il
potere collettivo comune. È nel libertarismo socialista e comunista che può
trovarsi l’architettura anche formale, ma soprattutto sostanziale,
dell’inveramento della democrazia sociale nella democrazia politica.
Costituisce il superamento delle differenze tra il pensiero anarchico (come
quello di Murray Boockin) la filosofia della prassi di Gramsci (la ‘società
regolata’ e l’’intelletto collettivo”) e lo stesso approccio caratterizzante
che ebbero Marx ed Engels nella tragica esperienza prevalentemente blanquista
(Édouard-Marie Vaillant ne era stato uno dei dirigenti più rappresentativi)
della Commune de Paris (1871). La Commune è la ‘next Revolution’
L’ARALDO GLORIOSO DI UNA NUOVA SOCIETÀ (Marx)
Dovunque, in
qualsiasi forma e in qualsiasi condizione, la lotta di classe prenda una certa
consistenza, è semplicemente ovvio che i membri della nostra associazione siano
al primo posto. Il terreno su cui essa sorge è la stessa società moderna. Essa
non può venire sradicata da nessun massacro, per quanto grande. Per sradicarla,
i governi dovrebbero sradicare il dispotismo del capitale sul lavoro,
condizione della loro stessa esistenza di parassiti. Parigi operaia, con la sua
Comune, sarà celebrata in eterno, come l’araldo glorioso di una nuova società.
I suoi martiri hanno per urna il grande cuore della classe operaia. I suoi
sterminatori, la storia li ha già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale
non riusciranno a riscattarli tutte le preghiere dei loro preti.
Karl Marx,
da La guerra civile in Francia - 1870-1871, 30 maggio 1871 (cit.
dall’ed.1974 Editori Riuniti, a cura di Palmiro Togliatti, pag. 114)
FRIEDRICH ENGELS SU LA COMMUNE DE PARIS
La Commune è superamento dello Stato nella democrazia
comunista
- Una
superstiziosa venerazione dello Stato e per tutto ciò che ha relazione con lo
Stato, che subentra tanto più facilmente in quanto si è assuefatti fin da
bambini a immaginare che gli affari comuni a tutta la società non possono venir
curati altrimenti che come sono stati curati fino a quel momento, cioè per
mezzo dello Stato e dei suoi ben pagati funzionari. E si crede d’aver già fatto
un passo estremamente audace quando ci si è liberati della fede nella monarchia
ereditaria e si giura nella repubblica democratica. Però lo Stato non è in
realtà che una macchina per l’oppressione di una classe da parte di un’altra,
nella repubblica democratica non meno che nella monarchia; nel migliore dei
casi è un male che viene lasciato in eredità al proletariato riuscito vincitore
nella lotta per il dominio di classe, i cui lati peggiori il proletariato non
potrà fare a meno di amputare subito, nella misura del possibile, come fece la
Comune, finchè una generazione, cresciuta in condizioni sociali nuove, libere,
non sia in grado di scrollarsi dalle spalle tutto il ciarpame statale. Il
filisteo socialdemocratico recentemente si è sentito preso ancora una volta da
salutare terrore sentendo l’espressione: dittatura del proletariato. Ebbene,
signori, volete sapere come è questa dittatura? Guardate la Comune di Parigi.
Questa fu la dittatura del proletariato.
Friedrich
Engels, Londra, 18 marzo 1891 / dall’Introduzione all’ed. tedesca del 1891 de La guerra civile in Francia di Karl
Marx.
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LA COMMUNE è
the next revolution (Murray Bookchin)
Il
municipalismo libertario non è una nuova versione del riformismo come il
“possibilismo” di Paul Brousse alla fine dell’800. Piuttosto, è un esplicito
tentativo di aggiornare il tradizionale ideale anarchico sociale della
Federazione delle comuni o “Comune delle Comuni”, vale a dire, l’Unione
confederale delle comuni comunista-libertarie, sotto forma di assemblee
popolari che utilizzano la democrazia diretta, nonchè il controllo collettivo
delle proprietà socialmente rilevanti. /
da La prossima rivoluzione - Dalle assemblee
popolari alla democrazia diretta, BFS ed., 2018, pag.81 - tr.it. de The Next Revolution: Popular Assemblies and
the Promise of Direct Democracy, raccolta di saggi edita nel 2015 da Verso
Book per la cura di Debbie Bookchin e Blair Taylor.
Dalla
recensione di Benjamin J. Pauli a Murray Bookchin, The Next Revolution in Logòs - a journal of modern society
& culture, 2015 - link:
-
La città di Kobane, nel nord della Siria, controllata dai curdi, ha attirato
l'attenzione internazionale in quanto sede di alcuni dei più feroci
combattimenti nella lotta contro l'ISIS. Nell'estate del 2014, le forze guidate
dalle Unità di protezione del popolo curdo (YPG e YPJ) hanno sfidato ogni
previsione respingendo l'assalto dell'ISIS per mesi, nonostante le fiduciose
previsioni di osservatori esterni sulla caduta della città. Dopo che l'ISIS ha
finalmente colpito Kobane in una grande offensiva a settembre e ottobre, le
YPG/YPJ si sono raggruppate e, con l'assistenza degli attacchi aerei della
coalizione e di un contingente di truppe peshmerga, sono riuscite a
riconquistare la città nel gennaio di quest'anno. Ora, in una città ridotta in
macerie e costellata di trappole esplosive dell'Isis, è iniziato il lavoro di
ricostruzione.(..) Le spiegazioni di Bookchin della strategia
municipalista libertaria nei saggi che compongono The Next Revolution
rappresentano una miscela a volte sconcertante di realismo e utopismo. Da un lato,
compie il passo eretico (per un anarchico autodefinito) di sostenere l'attività
elettorale e le misure riformiste intraprese attraverso i consigli comunali
stabiliti. E anche questi modesti sforzi per lavorare all'interno del sistema,
ammette, saranno molto probabilmente all'inizio puramente
"simbolici", poiché i municipalisti libertari lottano per raccogliere
il sostegno popolare per la loro piattaforma usando i tradizionali e banali
mezzi di persuasione e propaganda. Il progresso sarà senza dubbio minuziosamente
lento, avanzando in modo non uniforme e incrementale attraverso piccoli
trionfi, mezze vittorie e reset.(..) Se la ricezione delle idee di
Bookchin in Kurdistan dimostra qualcosa, tuttavia, è che mantenere vive quelle
idee significa adattarle, rivederle e applicarle a nuovi contesti, anche se ciò
significa confondere le aspettative e le intenzioni dello stesso Bookchin. The
Next Revolution ha il potenziale per aiutare a far rivivere il pensiero di
Bookchin per una nuova generazione di radicali, ma solo se il suo lavoro è
inteso non come un modello letterale per un movimento ma come una risorsa
fondamentale che può essere utilizzata per stimolare una visione più riccamente
democratica e ispirare una varietà di lotte.
Benjamin J.
Pauli è Associate Professor di Scienze Sociali alla Rutgers University nel New
Jersey (USA) il cui lavoro si concentra sulla storia e la teoria
dell'anarchismo, le ideologie politiche, la religione e la politica.
traduzione
di #SubalternStudiesItalia
GRAMSCI E LA SOCIETA' REGOLATA
Napoleone argomentava partendo dal
concetto che se è vero l’assioma giuridico che l’ignoranza delle leggi non è
scusa per l’imputabilità, lo Stato deve gratuitamente tenere informati i
cittadini di tutta la sua attività, deve cioè educarli : argomento democratico
che si trasforma in giustificazione dell’attività oligarchica. L’argomento però
non è senza pregio: esso può essere «democratico» solo nelle società in cui la
unità storica di società civile e società politica è intesa dialetticamente
(nella dialettica reale e non solo concettuale) e lo Stato è concepito come
superabile dalla «società regolata»: in questa società il partito dominante non
si confonde organicamente col governo, ma è strumento per il passaggio dalla società
civile-politica alla «società regolata», in quanto assorbe in sé ambedue, per
superarle (non per perpetuarne la contraddizione), ecc.
ed. Einaudi 1975, pag.734
Nello stesso Quaderno 6 al§12
Gramsci scrive:
confusione tra il concetto di Stato-classe e il concetto di
società regolata. (..) Finché esiste lo Stato-classe non può esistere la
società regolata, altro che per metafora, cioè solo nel senso che anche lo
Stato-classe è una società regolata. Gli utopisti, in quanto esprimevano una
critica della società esistente al loro tempo, comprendevano benissimo che lo
Stato-classe non poteva essere la società regolata, tanto vero che nei tipi di
società rappresentati dalle diverse utopie, s’introduce l’uguaglianza economica
come base necessaria della riforma progettata: ora in questo gli utopisti non
erano utopisti, ma concreti scienziati della politica e critici congruenti.
Ivi, pag. 693
+ K.Marx, Grundrisse, Lineamenti fondamentali
dell'economia politica 1857-58, La Nuova Italia - 1971-74,
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