Come Subaltern studies Italia
premetteremo sempre quanto segue ai post, scritti e appunti sulla lotta armata
di autoaffermata ispirazione marxista in Italia degli anni ‘70 e i testi a essa
riferiti, sia nei documenti originali o-e nelle biografie di militanti, che
nella memorialistica, fondamentale per la documentazione storica in prima
persona senza mediazione culturale o interposto giudizio politico, nei libri
scritti dai protagonisti, come Prospero Gallinari (morto nel 2013) ,
l’intervista di Mario Moretti a Carla Mosca e Rossana Rossanda, Adriana
Faranda, Barbara Balzerani, ad esempio, per indicarne solo alcuni, crediamo
necessari, per conoscere il fenomeno delle Brigate Rosse [in particolare gli
eventi che vanno dalla formazione del CPM (Collettivo Politico Metropolitano di
Milano del settembre 1969, poi SP - Sinistra Proletaria, il convegno di
Pecorile-Costaferrata il 17 agosto 1970) fino alla dichiarazione di ‘fine della
lotta armata’ di esponenti del ‘nucleo storico’, Renato Curcio, Mario Moretti,
Barbara Balzerani - il 21 marzo 1988 i tre esponenti delle BR, durante una
pausa del processo Moro Ter, rilasciano una intervista a Ennio Remondino del
TG1 in cui pongono la questione di una “soluzione politica” vedi video https://www.youtube.com/watch?v=6qMuaDf2llM]
Per lo storico
‘integrale’ a cui si è sempre riferito Gramsci (Q.25) la diretta
documentazione sulle fonti è necessaria per comprendere i fenomeni sociali e
politici oggetto dunque di inchiesta storico-politica.
LA MAPPA PERDUTA di
una DAMNATIO MEMORIAE
La lotta di classe armata in occidente fu insieme sia espressione oggettiva delle contraddizioni sociali del capitalismo e del dominio imperialistico sia forzatura soggettiva di autoproclamate avanguardie che nel ‘salto’ diventarono autoreferenziali perdendo i connotati di classe attraverso lo schematismo analitico e un dottrinarismo fideistico, semplificatore della realtà. Quando ci si immette sulla strada prima della “propaganda armata” poi su quella dirimente di obiettivi politici da sopprimere, si valuta la fase sociale come “guerra di movimento” di “lunga durata” tra l’altro, e non quella che Gramsci aveva analizzato con la categoria di “guerra di posizione” come transizione al socialismo in occidente. Configurandosi dunque come avventurismo (la forzatura ‘soggettivista’) categoria analitica del leninismo e della tradizione comunista. Con tutte le conseguenze del caso, anche a voler prescindere dall’ineliminabile riprovazione per i costi umani di tale scelta (anche nelle proprie fila).
Il
movimento operaio e sindacale di massa passò dall’offensiva alla difensiva, la
controreazione decretò il riflusso reazionario, lo stesso PCI fu stretto in una
morsa che provocò un riflesso d’ordine in difesa delle ‘istituzioni
democratiche’ che pur si volevano riformare in un ‘processo’ di trasformazione
strutturale della società. Sullo sfondo, la ristrutturazione capitalista e
della globalizzazione multinazionale dei mercati, che affiancava l’imperialismo
militare occidentale a quello culturale e politico, anticipati e seguiti dal
terrorismo di matrice fascista, tentativi di colpo di Stato, bombe a banche e
treni, con collusione degli stessi apparati dei servizi segreti, come nei disegni
di Gladio e della P2.
La MAPPA RITROVATA
Progetto memoria: La mappa perduta, a cura di Maria Rita Prette, Sensibili alle foglie, 3ed.
2013
/scheda/ Sono
qui presentati i risultati di una ricerca sul fenomeno armato di sinistra che ha
attraversato l'Italia tra il 1969 e il 1989. Rispetto alla prima pubblicazione
del 1994, questa edizione propone i frutti di una ricerca concernente le
formazioni che tra il 1990 e il 2019 sono state ricondotte nel solco delle
esperienze precedenti. Il testo si articola in sei sezioni. La prima espone la
storia essenziale di 47 organizzazioni e la loro bibliografia. Per 24 di esse
viene fornita una descrizione socio-statistica considerando età, livello degli
studi, attività lavorativa e regione di provenienza degli inquisiti. La seconda
si compone di capitoli nominali relativi all'evento in cui hanno incontrato la
morte 71 militanti delle organizzazioni armate. La terza sezione presenta dati
e riferimenti bibliografici sugli eventi in cui sono morte le 128 persone
colpite dalle formazioni considerate. Una quarta parte è dedicata alla
descrizione socio-statistica dell'esperienza armata nel suo complesso. La
quinta sezione descrive il periodo 1990-2019. Infine, alcune correlazioni fra
dati presentano uno sguardo sintetico sulla situazione attuale di 27
prigionieri politici.
- -
Occorreva
capire e cercare di far capire, ad esempio, che chi riduce la realtà
umana alla sola dimensione della prassi empirica, e
ne ignora la profondità metafisica, compie un’astrazione mentale
che ricalca e fa apparire necessaria la corrispondente astrazione reale
quotidianamente operata dal modo di produzione capitalistico: è il
funzionamento di tale modo di produzione, infatti, che nel sussumere l’uomo
in se stesso, nel suo ciclo di produzione e di consumo, lo fa essere sola prassi
empirica, e lo rende cieco ad ogni altro lato ontologico. (..)
L’anticapitalismo vero (e non basta l’anti, progettualmente occorre l’andare
oltre il capitalismo) non può esistere se non sulla base di un modo di
essere personale capace di resistere ( e la resistenza è solo
se è progetto) in qualche sia pur limitata forma alla logica di
contrapposizione commisurante che traduce in termini di motivazioni individuali
l’impersonale dinamica sistemica dell’ accumulazione senza fine di
plusvalore. (..) affermazione della libera individualità sociale quale
espressione consapevole di un nuovo e maturo agire
comunitario (..) la comunità realizzata in
autentica pienezza di significato con la convergenza interiore delle libere
individualità (cui faceva riferimento Marx) è davvero il superamento
dell’alienazione determinata dalla cogenza della valorizzazione del
capitale.
dall’intervista
a Carmine Fiorillo a introduzione dell’edizione 2013 de “L’ape e il comunista”,
a cura del gruppo di studio Resistenze Metropolitane per PGreco ed.
Carmine
Fiorillo, direttore della rivista Corrispondenza Internazionale dal
1975 al 1985, anno della sua chiusura. Autore di
Il necessario fondamento umanistico del «comunismo» scritto insieme a Luca Grecchi per le edizioni Petite
Plaisance, 2013.
/scheda/
Questo libro cerca di mostrare che una buona progettualità teorica del
comunismo è necessaria, data la grave condizione di sofferenza materiale e
spirituale prodotta dal modo di produzione capitalistico. Tale progettualità,
per essere buona, necessita però di un fondamento filosofico, ossia di una
buona conoscenza della natura umana. In assenza di questo fondamento, il
"comunismo" si trasforma in mera istanza oppositiva, smarrendo le
proprie profonde radici culturali (orientali, greche, cristiane, medievali: non
solo moderne). Solo invece recuperando una solida fondazione filosofica, nonché
la consapevolezza della propria costante presenza nella storia umana, il
"comunismo" potrà tornare ad essere pensato nella maniera corretta,
ovvero come un modo di produzione sociale ideale in cui vivere, in quanto
conforme alla natura comunitaria dell'uomo.
A cura di #SubalternStudiesItalia
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