Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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domenica 9 luglio 2023

ANALFABETISMO FUNZIONALE E SENSO COMUNE DETERIORE

 

La moderna ‘rivoluzione passiva’ del ‘senso comune’

 

Gli esclusi non sono astrazioni etniche o geografiche: formano la parte prevalente dell’umanità con le sue culture, letterature, religioni, filosofie e così via. Il filosofo (*) osserva sistematicamente la moltitudine per scovarli uno a uno e depositarli nella terra desolata della preistoria. -

 

(*) qui Guha intende Hegel e, per estensione, il pensiero del dominio coloniale

Ranajit Guha - La storia ai limiti della storia del mondo - con un testo di Rabindranath Tagore e Introduzione di Massimiliano Guareschi, Sansoni, 2003, pag.49.

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I più, le moltitudini direbbe qualcuno, nei paesi occidentali, ma in particolare in Italia, a causa della disinformatja strutturale che la “libera informazione” asservita al regime o al sistema politico se preferite, impone alla formazione del senso comune di massa, sono affetti da analfabetismo funzionale *, perchè credono di delegare l’accrescimento e dunque lo sforzo di conoscenza ai mezzi di comunicazione. Si crea così un cortocircuito che permette al cialtronismo politico e al parassitismo economico finanziario un’egemonia di “consenso passivo”.

* L'UNESCO definisce dal 1984 l'analfabetismo funzionale come «la condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità» / OECD Statistics Directorate, OECD Glossary of Statistical Terms - Functionally illiterate Definition.

 

- La ricerca del consenso da parte delle classi dominanti passa dall’analfabetismo funzionale, che permette agevolmente, attraverso la monopolizzazione degli strumenti di comunicazione di massa, l’alimentazione e la riproduzione di quello che Gramsci definì “senso comune deteriore”. È una delle forme, sovrastrutturali ma decisive, della rivoluzione passiva, costituita da passivo consenso, con cui le classi dominanti e dirigenti plasmano il loro effettivo dominio sulle classi subalterne. Da queste raccolgono il folclore cosiddetto, non la sua espressione avanzata di espressione della caratterizzazione popolare, ma la ‘filosofia dei semplici’ infarcita di luoghi comuni e standardizzazioni generalizzatrici che la cultura d’élite riesce a indirizzare verso la subalternità permanente. Ogni traccia di iniziativa autonoma di classe, infatti, viene soffocata sia materialmente come repressione [ma così si avrebbe solo ‘dominio senza egemonia’ (Guha)] sia attraverso il pregiudizio e lo stereotipo moltiplicati proprio da quella ‘plasmazione’ proveniente dal folclore regressivo, per usare espressioni di Ernesto de Martino. Si costruisce egemonia attraverso apparati egemonici e rivoluzione passiva, in termini sovrastrutturali ma incidenti profondamente la struttura, che insieme costituiscono ‘sistema’. Così si legano le riflessioni del Q.25 di Gramsci redatto a Formia nel 1934-35 alle sue precedenti elaborazioni, principalmente nel Q.11 e in altri quaderni stesi a Turi.

Così si legano analfabetismo funzionale e senso comune deteriore oggi.

 

ferdinando.dubla per #SubalternStudiesItalia

 

 

- La formulazione più matura di ciò si trova espressa nel Quaderno 24 (1934): «Ogni strato sociale ha il suo 'senso comune' e il suo 'buon senso', che sono in fondo la concezione della vita e dell'uomo più diffusa. Ogni corrente filosofica lascia una sedimentazione di 'senso comune': è questo il documento della sua effettualità storica. Il senso comune non è qualcosa di irrigidito e di immobile, ma si trasforma continuamente, arricchendosi di nozioni scientifiche e di opinioni filosofiche entrate nel costume. Il 'senso comune' è il folclore della filosofia e sta sempre di mezzo tra il folclore vero e proprio (cioè come è comunemente inteso) e la filosofia, la scienza, l'economia degli scienziati».

 

- In rapporto a ciò è da vedere anche l'ardita problematica svolta da Gramsci intorno alla nozione di «conformismo». «Esistono molti 'conformismi', molte lotte per nuovi conformismi [...]». (Quaderno 15, 1933), nel quadro strategico complesso «del rinnovamento intellettuale e morale» (che non può essere «simultaneo in tutti gli strati sociali»). Tutte questioni da riportarsi ai grandi parametri gramsciani relativi al tema «spontaneità e direzione», all'interno del discorso sulla «egemonia». 

Cesare Luporini, filosofo (1909-1993) da Gramsci le sue idee nel nostro tempo.                        

Editrice l'Unità, Roma 1987 leggi in Senso comune e consenso - http://ferdinandodubla.blogspot.com/2017/05/senso-comune-e-consenso.html

- Nella polemica sviluppata nel Q.8 verso il Saggio Popolare di Bucharin, Gramsci riafferma la definizione (già presente nel Q.1), di senso comune deteriore: “Un lavoro come il Saggio popolare, destinato a una comunità di lettori che non sono intellettuali di professione, dovrebbe partire dalla analisi e dalla critica della filosofia del senso comune, che è la «filosofia dei non filosofi», cioè la concezione del mondo assorbita acriticamente dai vari ambienti sociali in cui si sviluppa l’individualità morale dell’uomo medio. Il senso comune non è una concezione unica, identica nel tempo e nello spazio: esso è il «folclore» della filosofia, e come il folclore si presenta in forme innumerevoli: il suo carattere fondamentale è di essere una concezione del mondo disgregata, incoerente, inconseguente, conforme al carattere delle moltitudini di cui esso è la filosofia (Q 8, 173, 1045).

Non è presente qui la valenza ricostruttiva del senso comune da parte di una filosofia-scienza quale il marxismo (la ‘filosofia della praxis’, il materialismo storico) e di quelle forze (principalmente il partito comunista) che devono costruire una nuova ‘egemonia’ (elaborazioni invece presenti nel Q.11), ma si stabilisce un legame importante: quello tra senso comune e folclore. E’ questo passaggio che rende implicito il problema (o la ‘quistione’) del consenso. Schematicamente: il senso comune è il prodotto delle idee dominanti delle classi dominanti, e non è invariante, ma si trasforma con le mutazioni morfologiche delle formazioni economico-sociali; il folclore è la visione del mondo delle classi subalterne e si presenta nelle forme disgregate e incoerenti proprie delle classi di cui è espressione. Senso comune e folclore non si identificano, ma l’uno attinge dall’altro per la conservazione e l’alimentazione del dominio sui subalterni, e siccome l’egemonia non è solo forza e coercizione, è demandato proprio al senso comune il compito della ricerca del consenso, per il tramite delle visioni “inconseguenti” del folclore. Un nuovo senso comune per una nuova società. L’amnesia storica rimuove la critica serrata che Gramsci, compulsando in carcere testi e riviste di critica sociale che la censura permetteva, conduceva contro le sociologie di Robert Michels e Gaetano Mosca, le teorie delle elités e della ‘legge ferrea dell’oligarchia’, dei ‘capi carismatici’, cioè la teoria della casta e dell’antipolitica, giudicata "molto superficiale e sommaria, per caratteri esterni e generici" (Q.2).

Il ciclo populista genera un politico sempre più fragile e aleatorio, in cui il carisma di carta pesta inventato dai media si mescola con la degenerazione trasformista e con un discorso pubblico sempre più svuotato di ogni contenuto reale. (Paggi, 2016)

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Il creativo marxismo di Gramsci permette invece, ancora oggi, di svelare l’arcano delle dinamiche politico-sociali moderne delle società capitaliste.

+ Le citazioni dai Quaderni sono tratte da Antonio Gramsci, Quaderni del carcere, Edizione critica dell’Istituto Gramsci. A cura di Valentino Gerratana, Torino, Einaudi, 1977 (2ed.)

+ Leonardo Paggi, recensisce su Il Manifesto il lavoro di Michele Prospero La scienza politica di Gramsci, Bordeaux ed., 9/07/2016, puoi leggerlo qui - http://ferdinandodubla.blogspot.com/2016/07/studi-gramsciani.html

 

 

a cura di #SubalternStudiesItalia 



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cfr. anche Ferdinando Dubla, "Antipolitica" e senso comune, in questo blog http://ferdinandodubla.blogspot.com/2017/05/antipolitica-e-senso-comune.html





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