Ferdinando
Dubla
La
Commune e il confederalismo democratico
La
relazione tra la Commune de Paris (1871), protosperimentazione di democrazia
comunista libertaria repressa nel sangue dalla borghesia e la Resistenza
antifascista italiana è una nuova idea di democrazia sociale dal basso nelle
forme della democrazia politica. La Commune cioè rappresenta l’ascendenza
vitale delle idealità socialiste, ma anche di quelle anarchiche di un’utopia
concreta.
L’ASCENDENZA
TEORETICA DELLA DEMOCRAZIA COMUNISTA
Una forma superiore di
organizzazione sociale dell’autodeterminazione popolare, sta sia in Marx che in
Gramsci. Addirittura, questa forma “superiore”, chiamata ‘società
(auto)regolata, tende alla ricomposizione, tramite i princìpi primi, delle
tradizioni anarchiche libertarie non individualiste con il marxismo del
superamento ‘scientifico’ dell’utopia, quel ‘superamento’ (non nel senso
storicistico idealistico) che la rende ‘concreta’ prassi storica, con un
‘processo rivoluzionario di lunga durata’
[[una teorizzazione sul campo di Mao nel movimento contro l’imperialismo
e i nazionalisti del [Kuomintang (KMT)] e la ‘guerra di posizione’ in occidente
di Gramsci]], capace di interpretare e guidare attraverso la competizione
egemonica le insurrezioni spontanee delle classi subalterne contro le materiali
condizioni di vita imposte dall’imperialismo capitalista (sia politico, sia
economico, sia culturale) e tendere a inserire così ogni inevitabile insorgenza
in questo processo.
I
QUADERNI DAL CARCERE di APO
L’ultimo contributo di Abdullah Öcalan
è il terzo volume del Manifesto della
civiltà democratica titolato “Sociologia della libertà”, ed. Punto Rosso -
2023 ; gli altri due, “Civiltà e verità. L'era degli dei mascherati e dei re
travestiti”, il primo Manifesto, è
stato pubblicato nel 2019; il secondo volume del Manifesto, “La civiltà capitalista. L'era degli Dèi senza maschera
e dei Re nudi“, è stato pubblicato nel 2021, tutti da Punto Rosso. E tutti
scritti nel terribile carcere di massima sicurezza ad İmralı, un'isola del Mar
di Marmara, sotterrato all’ergastolo come prigioniero politico alfiere
dell’indipendenza e autodeterminazione del popolo curdo, tra i popoli, come
quello palestinese, dannato della terra.
- In questi ultimi
Quaderni dal carcere A.Ö. sviluppa teoretica, teoria e prassi del
confederalismo democratico, una piattaforma politico-sociale per il Partito dei
Lavoratori del Kurdistan, sulle basi del municipalismo libertario e
dell'ecologia sociale precedentemente teorizzate dal filosofo socialista
libertario statunitense Murray Bookchin e che “APO” descrive come "una
amministrazione politica non statale o una democrazia senza stato".
- Il Confederalismo
democratico è il modello di organizzazione del Rojava, regione autonoma de facto nel nord e nord-est della
Siria.
È una sperimentazione
che può sintetizzare nella pratica e in un‘unità sincretica teoretica,
l’apporto libertario con l’apporto comunista della storia del movimento operaio
socialista e dei subalterni. Assi portanti del contributo di A.Ö sono la parità
assoluta di genere (riveniente da un’analisi critica storico-antropologica
sulle società “organiche” dominate dal patriarcato), le assemblee popolari e il
comunalismo ecologico per un nuovo ‘paradigma di civiltà’ e per il superamento
del capitalismo industrialista e il suo portato di imperialismo e di
colonialismo, concezioni mutuate dalle opere di Bookchin, scomparso nel 2006. I
motivi per cui si vorrebbe seppellire per sempre “APO” e le sue idee sono tutti
politici ed ideologici, in questo molto simile alla parabola esistenziale di
Antonio Gramsci sotto il fascismo in Italia, con cui ha in comune la concezione
di un comunismo come società aperta dell’autoregolazione democratica comunista.
- 153 anni dalla Comune
di Parigi. Perchè per i comunisti e il movimento rivoluzionario è importante
ricordarlo sempre? La Commune, come spiegò Karl Marx ne “La guerra civile in
Francia“ pubblicato a Londra nel 1871 (tre discorsi tenuti al Consiglio
generale dell’Internazionale), sebbene la direzione politica non fosse dei
comunisti ma marcatamente blanquista e proudhoniana, dimostrò che era possibile
espropriare gli espropriatori e oggi ci dice che la prossima rivoluzione (‘next
Revolution’) sarà la capacità di organizzazione dell’autodeterminazione
popolare nelle forme e sostanza della democrazia comunista, espropriando alla
borghesia proprio la ‘falsa coscienza’ di una democrazia deprivata dei suoi
princìpi primi e incompatibile con l’imperialismo, il capitalismo e la
sovrapposizione ideologica nazionalista all’appartenenza culturale.
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