Come si
raccorda in Gramsci il ‘moderno principe’ come intellettuale collettivo e
l’intellettuale come ‘organico’ non a una linea politica o a un determinato
partito, ma alla classe? Inoltre, se il ‘general intellect’ di Marx, pur
riguardando nei ‘Grundrisse’ i modi della produzione in relazione alle
conoscenze, può essere accostato all’”uomo collettivo” dei Quaderni gramsciani;
sono temi di interesse politico-sociale, oltre che teorico, degli studi
subalterni in Italia.
Bisogna
partire dalla seguente filologia del Quaderno 11:
Con l’estendersi dei partiti di
massa e il loro aderire organicamente alla vita piú intima
(economico-produttiva) della massa stessa, il processo di standardizzazione dei
sentimenti popolari da meccanico e casuale (cioè prodotto dall’esistenza
ambiente di condizioni e di pressioni simili) diventa consapevole e critico. La
conoscenza e il giudizio di importanza di tali sentimenti non avviene piú da
parte dei capi per intuizione sorretta dalla identificazione di leggi
statistiche, cioè per via razionale e intellettuale, troppo spesso fallace, –
che il capo traduce in idee-forza, in parole-forza – ma avviene da parte
dell’organismo collettivo per «compartecipazione attiva e consapevole», per
«con-passionalità», per esperienza dei particolari immediati, per un sistema
che si potrebbe dire di «filologia vivente». Cosí si forma un legame stretto
tra grande massa, partito, gruppo dirigente e tutto il complesso, bene
articolato, si può muovere come un «uomo-collettivo».
Antonio
Gramsci, Q.11, §25
La cit. è tratta dall' ed.Einaudi dei Quaderni dal carcere di Gramsci a cura di Valentino Gerratana, vol.II, pag.1434.
sta in Introduzione a Saperi in polvere - Una introduzione agli studi culturali e postcoloniali, Ombre corte, 2012, pag.9 e pag.11
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