Subaltern studies Italia

L’analisi e la classe - a cura di Ferdinando Dubla

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venerdì 6 gennaio 2023

L’”UOMO COLLETTIVO” di GRAMSCI

 

Come si raccorda in Gramsci il ‘moderno principe’ come intellettuale collettivo e l’intellettuale come ‘organico’ non a una linea politica o a un determinato partito, ma alla classe? Inoltre, se il ‘general intellect’ di Marx, pur riguardando nei ‘Grundrisse’ i modi della produzione in relazione alle conoscenze, può essere accostato all’”uomo collettivo” dei Quaderni gramsciani; sono temi di interesse politico-sociale, oltre che teorico, degli studi subalterni in Italia.

Bisogna partire dalla seguente filologia del Quaderno 11:

 

Con l’estendersi dei partiti di massa e il loro aderire organicamente alla vita piú intima (economico-produttiva) della massa stessa, il processo di standardizzazione dei sentimenti popolari da meccanico e casuale (cioè prodotto dall’esistenza ambiente di condizioni e di pressioni simili) diventa consapevole e critico. La conoscenza e il giudizio di importanza di tali sentimenti non avviene piú da parte dei capi per intuizione sorretta dalla identificazione di leggi statistiche, cioè per via razionale e intellettuale, troppo spesso fallace, – che il capo traduce in idee-forza, in parole-forza – ma avviene da parte dell’organismo collettivo per «compartecipazione attiva e consapevole», per «con-passionalità», per esperienza dei particolari immediati, per un sistema che si potrebbe dire di «filologia vivente». Cosí si forma un legame stretto tra grande massa, partito, gruppo dirigente e tutto il complesso, bene articolato, si può muovere come un «uomo-collettivo».

 

Antonio Gramsci, Q.11, §25

La cit. è tratta dall' ed.Einaudi dei Quaderni dal carcere di Gramsci a cura di Valentino Gerratana, vol.II, pag.1434.


AUTOFORMAZIONE e COLLETTIVO di RICERCA
- La pratica dell’autoformazione affronta il problema delle forme di trasmissione del sapere e sperimenta nuovi modi laboratoriali e seminariali che mettano il più possibile a valore la cooperazione. (..) Superare le forme classiche di trasmissione del sapere significa liberare la potenza della sperimentazione e dell’incontro, credere nella vitalità dei nostri studi e non relegarli alla sterile ripetizione. Significa anche poter decidere cosa studiare, aprire le bibliografie e i tempi di studio. (..) il nostro sapere (..) uno strumento d’intervento collettivo nel mondo materiale.

Martina Martignoni e Simone Addessi (Collettivo Bartleby)

sta in Introduzione a Saperi in polvere - Una introduzione agli studi culturali e postcoloniali, Ombre corte, 2012, pag.9 e pag.11




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