L’INCHIESTA
SOCIALE DI CLASSE COME METODO DI RICERCA COLLETTIVA
L’inchiesta
sociale è lo strumento di ricerca principe dei collettivi Subaltern Studies, in
quanto metodologicamente capace di comprimere l’interpolazione delle fonti
dirette al solo gruppo di lavoro che ha esplicita la finalità di recidere la
mediazione della cultura dominante. / #SubalternStudiesItalia
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come neomarxismo e marxismo ortodosso non ci piacciono e crediamo in un loro
”superamento” nella visione di un marxismo come ricerca collettiva aperta senza
ulteriori aggettivazioni. Di qui anche l’accostamento tra la riflessione di
Panzieri e l’esortazione maoista all’inchiesta per il ‘diritto di parola’.
Panzieri mutua da Rodolfo Morandi, originale figura di leninista libertario, il
legame tra l’organizzazione e la spontaneità delle forme e dei modi della
classe, tra la strutturazione in partito e la con-formazione della base sociale per la trasformazione
rivoluzionaria.
“Il solido classismo e il ripudio di ogni
politicismo sono quindi elementi della lezione morandiana che Panzieri ha
assorbito nel corso della sua militanza da dirigente socialista e su queste
basi matura un distacco dalla sinistra interna.”, Paolo Ferrero (a cura di) Raniero Panzieri l'iniziatore dell'altra
sinistra - Postfazione di Marco Revelli, ShaKe ed., 2021, e.book pos. 97 di
518
L’origine della
conricerca di Panzieri è meridionalista, in una modalità che era stata
sperimentata dai “Contadini del Sud” di Rocco Scotellaro (opera incompiuta
pubblicata postuma nel 1954). Nel metodo
e nei contenuti, il ricercatore sociale analizza l’oggetto di studio senza
preliminare interpretazione soggettivista ma con una finalità esplicita per
poter dare voce a chi voce non ha con la sua stessa voce. L’oggetto di studio è
la classe operaia e la sua composizione; oltrepassando quello che sarà chiamato
‘operaismo’ (il gruppo di Tronti e di ‘Classe operaia’) in una attualizzazione
estensiva, l'inchiesta riguarda i gruppi subalterni nel quadro strutturale dei
rapporti di produzione come posizione all’interno dei rapporti sociali e il
loro stato nelle relazioni umane. Come posizione conflittuale nella società
capitalista e la sua scaturigine immediata nella coscienza singola, ‘mediata’
nella coscienza critica di massa ed emancipata come coscienza di classe proprio
per il legame che deve crearsi tra organizzazione e classe. /fe.d.
RANIERO
PANZIERI. L’INIZIATORE DELL’ALTRA SINISTRA
di Paolo Ferrero
Cento
anni fa nasceva Raniero Panzieri. In questo libro, venti persone che lo hanno
conosciuto ce lo raccontano con testimonianze e approfondimenti sulla sua
elaborazione. Panzieri merita di essere ricordato per come ha vissuto, per le
scelte che ha fatto e per come le ha fatte. Ci dice Franco Fortini: “Di destini
come quello di un Panzieri – noi abbiamo bisogno. (…) che Panzieri, per noi,
molto più di quello che egli è stato, è quel che non è stato. Egli è stato
innanzitutto diverso dagli altri, il diverso da quelli. Chi cerca le proprie
amicizie tra gli invisibili diviene presto invisibile. Questo ha saputo
Panzieri attuare inflessibilmente.” Panzieri merita di essere scoperto per il
suo contributo teorico e politico. A partire dalla grande svolta del ‘56, negli
anni che precedono il ciclo di lotte del 68-69, elabora un metodo analitico,
una cultura politica e una strategia che attualizza il tema della rivoluzione
in Occidente. Una elaborazione che molto ha da dirci oggi, in un tornante
storico simile a quello scandagliato da Panzieri perché caratterizzato dalla
sconfitta di un ciclo di lotta precedente, dalla modifica complessiva della
composizione di classe e dal salto tecnologico e organizzativo del capitale.
Panzieri è quindi un vero e proprio classico e ci fornisce molti spunti per
andare oltre la situazione in cui siamo impantanati. Infine, questo libro vuol
affrontare un equivoco. Panzieri viene sovente presentato come il padre
dell’operaismo, ma questo non è vero. L’operaismo nasce in reazione agli stessi
problemi da cui muove Panzieri: dalla crisi del movimento comunista in seguito
al disastro dello stalinismo all’inefficacia dell’impostazione togliattiana
nell’affrontare lo sviluppo del neocapitalismo per arrivare alla centralità
politica dello scontro tra capitale e lavoro. Su questa base comune Panzieri e
alcuni di coloro che diventeranno operaisti, danno vita insieme ai Quaderni rossi. Però le strade presto si
divaricheranno. Panzieri ruppe con loro e segnatamente con Tronti – il vero
padre dell’operaismo – appena questi andò precisando la sua teoria e la sua
proposta politica da cui poi nacque la rivista “Classe Operaia”. La grandezza
di Panzieri consiste proprio nel non limitarsi a un rovesciamento della tesi
che contesta ma di aprire una strada nuova, superando in avanti il fallimento
dello stalinismo e la crisi del togliattismo senza cadere nella metafisica
operaista. Una strada che ha avuto alcuni elementi di concretizzazione nelle
lotte a cavallo degli anni Settanta, ma che è in larghissima parte da
sviluppare. Nelle pagine che seguono potrete leggere una stringatissima
biografia di Panzieri e la presentazione di alcuni nodi del suo pensiero. Buona
lettura e un’ultima sottolineatura: la spaccatura della redazione di “Quaderni
rossi” avvenne senza che i principali esponenti della stessa perdessero mai la
stima reciproca. Mi pare una lezione di stile attualissima e lo spirito
partigiano di questo libro vorrebbe collocarsi in quel solco.
da
Paolo Ferrero (a cura di) Raniero
Panzieri l'iniziatore dell'altra sinistra - Postfazione di Marco Revelli,
ShaKe ed., 2021
a
cura di Subaltern studies Italia
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