La ragione
del titolo: il 31 dicembre 1962 Mao scrisse per i compagni italiani nell’ambito
internazionale, “Le divergenze tra il compagno Togliatti e noi” articolo
comparso sul “Quotidiano del popolo”. Un successivo scritto, del febbraio 1963,
ebbe per titolo “Ancora sulle divergenze tra il compagno Togliatti e noi” e
comparve su “Bandiera rossa”. Il X Congresso del PCI nel dicembre 1962 aveva
criticato la presa di distanza (che era geostrategica trasformatasi in
teorico-politica) della Cina nei confronti dell’URSS della ‘destalinizzazione’
kruscioviana, che stava rivelandosi mera propaganda ad uso interno. (cfr. Mao
Tse-Tung, Sull'esperienza storica del
socialismo - Scritti 1956 - introduzione e cura di Ferdinando Dubla, NEO,
2002)
Per il superamento degli -ismi in ambito marxista, tra storicizzazione, storie e miti, alcune pagine di esegesi maoista, che rimarcano le differenze con la categoria affermatasi come ’stalinismo’, del compianto Roberto Sassi, scomparso il 15 luglio u.s. (fe.d.)
Per
il superamento degli -ismi, tra storicizzazione, storie e miti
Ma ‘maoismo’ e
‘stalinismo’ sono due categorie identiche? Oppure l’esperienza storico-politica
di Mao e delle organizzazioni comuniste che si ispirarono e si ispirano alla
sua figura (tema delicato quest’ultimo, in quanto non basta ‘rifarsi a’ ma
‘dimostrare che’, con alcune caricature liturgiche che fanno parte più di fedi
e riti religiosi che della storia del movimento operaio o appropriazioni
indebite) non separano nettamente le due categorie? La riflessione di Mao può
abbracciare le correnti libertarie della ‘tradizione’ marxista e leninista, al
netto della storicizzazione, delle storie, dei miti (come negli studi del
compianto Roberto Sassi)?
Alcuni testi
preliminari per la documentazione
- Mao Tse Tung, Ribellarsi è giusto - a cura di Roberto Sassi, NdA Press, 2021
[cit. da formato digitale]
- Mao Tse Tung, Su Stalin e sull'URSS, Einaudi, 1975
- Mao Tse Tung, Note su Stalin e il socialismo sovietico - prefazione di Aldo
Natoli, Laterza, 1975
- Mao Tse Tung, Sull'esperienza storica del socialismo. Scritti 1956 - a cura di
Ferdinando Dubla, Nuova editrice Oriente, 2002 - formato digitale in
https://www.academia.edu/49588363/Mao_Tse_Tung_Sullesperienza_storica_del_socialismo_Scritti_1956_introduzione_e_cura_di_Ferdinando_Dubla
- Mao Tse Tung, Sui dieci grandi rapporti, discorso del 25
aprile 1956, in Biblioteca Multimediale Marxista, on line su
http://www.bibliotecamarxista.org/Mao/libro_13/sui_10_grand_rapp.pdf
a cura di Ferdinando Dubla
- Il marxismo
costituisce la guida all’azione pratica, una guida che non può bastare a se stessa:
non si tratta di interpretare il mondo, si tratta di trasformarlo. Lo studio e
la discussione hanno senso solo se sorgono e si riferiscono alla trasformazione
concreta della realtà concreta. Da qui l’importanza del metodo dell’inchiesta
nel marxismo. Marx stesso coglie l’importanza della critica dell’economia
politica dall’inchiesta di Engels sulla condizione della classe operaia in
Inghilterra. Così, una delle più avanzate esperienze teorico-pratiche
antagoniste del ciclo di lotte degli anni 1960-’70, i “Quaderni rossi” di
Raniero Panzieri, fanno del metodo dell’inchiesta il cardine per un superamento
della fase di stagnazione in cui versava la lotta di classe nell’Occidente
industrializzato. Il metodo dell’inchiesta, la critica al “culto del libro”, aprono
la strada ad una riflessione filosofica sul materialismo dialettico come teoria
fondata sulla prassi, che riesce a cogliere nel principio di contraddizione
l’essenza della dialettica. Come è stato sottolineato da Marx, Engels e poi da
Lenin e da Mao, il principio fondamentale del materialismo dialettico è il
principio di contraddizione (unità degli opposti), che è inerente alle cose e
che è esprimibile appunto con l’espressione “l’uno si divide in due”. Da questa
concezione deriva che i due poli della contraddizione si condizionano
reciprocamente e attraverso la lotta l’aspetto più forte si trasforma da
dominato a dominante. Il legame tra i poli è transitorio e instabile, mentre la
tendenza alla lotta e alla divisione è la incondizionata e assoluta legge del
divenire. Dal punto di vista pratico-politico, questa concezione generale
implica la centralità della lotta di classe nella società.
Roberto Sassi da - Mao Tse Tung, Ribellarsi è giusto - a cura di Roberto Sassi, NdA Press, 2021
[cit. da formato digitale § corrispondenti]
Distruzione
e costruzione
L’approccio dialettico
al problema della guerra, come espressione sanguinaria della politica
imperialista e come momento catartico-rivoluzionario, apre – con la resistenza
popolare – la prospettiva di un mondo nuovo, di una nuova democrazia, diretta e
di massa. La costruzione di un paese enorme (enormemente popolato e affamato,
enormemente arretrato dal punto di vista tecno-industriale, ma altrettanto
ricco di risorse naturali, di energie umane, di conoscenze teorico-pratiche
sedimentate da una cultura millenaria) attraverso una enorme mobilitazione di
massa su due parole d’ordine fondamentali: “servire il popolo” e “contare sulle
proprie forze”, questa in estrema sintesi è la linea maoista dopo la proclamazione
della Repubblica Popolare Cinese. In Cina il potere popolare incontra
costantemente una serie di ostacoli di varia natura, come abbiamo visto prima,
che impongono un vero e proprio salto di qualità nella pratica
dell’edificazione del socialismo in Cina così come nei rapporti fra i paesi
socialisti, fra i partiti comunisti e nella teoria rivoluzionaria. La linea di
Mao dà battaglia, in Cina come in tutto il mondo, per uno sviluppo del
movimento comunista e del marxismo come suo fondamento teorico. “Servire il
popolo”, significa che i comunisti non sono una setta di illuminati
intellettuali separati dalle masse, i comunisti non sono neanche dei burocrati
privilegiati sempre più separati dalle masse. I comunisti sono “come semi che
germogliano fra le masse”, mettono radici e danno frutti. I comunisti risolvono
le contraddizioni in seno al popolo con la discussione, non con i carri armati.
I comunisti hanno la tenacia di Yu Kung: “niente è difficile al mondo / se si è
decisi a scalare la vetta”. “Contare sulle proprie forze”, significa che non
bisogna confidare su nessuna provvidenza, su nessun Dio e su nessuno
“Stato-guida”: la rivoluzione non si importa e non si esporta. La tragedia
degli “aiuti fraterni” dell’URSS ai paesi satelliti è fin troppo nota, la Cina
maoista si sottrae all’egemonia sovietica fin dal sorgere della lotta di
resistenza nelle campagne. (..) I comunisti debbono impegnarsi in un grande
sforzo creativo, perché il marxismo non può che essere una teoria
“costituente”, un pensiero-movimento che si arricchisce continuamente con
l’incremento delle esperienze di lotta e con l’approfondimento dell’analisi
concreta della situazione concreta. Roberto Sassi, cit. da - Mao Tse Tung, Ribellarsi è giusto - a cura di Roberto Sassi, NdA Press, 2021
[prefazione § da formato digitale].
+15
luglio 2023 - Roberto
Sassi, lo studioso maoista italiano marxista creativo e libertario. Nato a
Bologna nel 1960, è stato militante del movimento del ‘77 e poi del
sindacalismo di base, studioso di filosofia marxista, collaboratore di varie
riviste e radio libere. Per Gwynplaine ha curato l’antologia di scritti di
Lenin “L’arte dell’insurrezione” (2010) e di quelli di Mao “Ribellarsi è
giusto!” (2013). Con Luciano Vasapollo, compagno fraterno, condivideva
l’esperienza della Rete dei Comunisti.
L’ABBRACCIO
DI VASAPOLLO
“Roberto – ci ha detto
Vasapollo – è stato l’amico e il compagno di tutta una vita, con il quale
abbiamo condiviso anche l’esperienza dura della reclusione e poi l’impegno
politico nella Rete dei Comunisti, uniti da una visione comune del progetto di
una futura società più giusta. Il suo impegno è stato sempre generoso e di
qualità, sotto il profilo umano, certamente, ma anche per l’aspetto
intellettuale, come testimoniano i suoi volumi che ci spingono ad accostarlo ad
un altro grande amico e intellettuale militante, Valerio Evangelisti. Come
scrive oggi Contropiano, di cui è stato uno degli iniziatori, Roberto Sassi ha
contribuito in modo determinante a individuare e spiegare, contro la rimozione
seguita alla fine dell’URSS, “Le ragioni dei comunisti oggi. Tra passato e
futuro”. Una visione non rinunciataria ma aperta al futuro che ha rappresentato
la base per l’avvio di questa nuova presenza, minoritaria ma aperta, capace di
una ridefinizione teorica da cui si è fatto nascere, insieme, una
riorganizzazione pratica”. Luciano Vasapollo, 17 luglio 2023
Addio a Roberto Sassi, il compagno
appassionato studioso di Mao, la terra ti sia lieve
- Una montagna di menzogne ci opprime, una
filosofia dell’irreversibile e dell’ineluttabile vuole imporci l’accettazione
incondizionata dello stato di cose presente. La Storia ci chiude la bocca,
curva le nostre spalle. E son sempre di più quelli che, stanchi di cercare
l’ago nel pagliaio, cominciano a pensare che la paglia non è poi tanto male…
Tempi bui, davvero tempi bui: tempi di disastri e stragi, tempi di tirannia. Il
Nuovo Ordine Mondiale Imperialista, dopo aver celebrato i suoi fasti, è
precipitato in una crisi di sistema senza precedenti. Il mercato ha regolato
tutti i conti, a modo suo, ma i conti non tornano. È tempo di incominciare la
Rivoluzione.
Roberto
Sassi
Il ricordo
dei compagni di Contropiano - Rete dei Comunisti a cui si associa #SubalternStudiesItalia #RobertoSassi
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