Maddalena La Rocca,
"la fattucchiera" di Colobraro,
foto Franco Pinna, 1952
Le fotografie di Franco
Pinna fanno da commento visivo agli scritti dell’antropologo e filosofo Ernesto
de Martino durante le spedizioni in Lucania dal 1952 al 1956 e nel Salento del
1959, poi confluite nelle opere “Morte e pianto rituale nel mondo antico”, “Sud
e magia”, “La terra del rimorso”, detta anche ‘trilogia meridionalista’ e
considerate classiche del pensiero meridiano su scala internazionale. Per
rendere centrale lo sguardo etnologico, il fotografo deve compenetrarsi nelle
categorie concettuali introdotte dal ricercatore partenopeo già dallo scritto
“Il mondo magico” del 1948, in particolare la ‘crisi della presenza’ e la
‘destorificazione del negativo’ che Pinna deve trasformare da astratte a
concrete, fermando il tempo storico con la macchina fotografica Leica e “senza
corredi sofisticati”, come scriverà
Diego Carpitella. Con Franco Pinna nacque la fotografia etnologica in
Italia, con Franco Pinna la fotografia entrò sia nel movimento culturale
neorealista sia nelle visioni oniriche di Federico Fellini. / fe.d.
Cosa
fu, infatti, la documentazione sociale-visiva (e sonora, aggiungerei) americana
degli anni della crisi e del conseguente progetto roosveltiano? Partiva dal
presupposto quacchero e moralistico, che
bisognasse documentare la realtà per denunciarla e quindi trasformarla.
Che
questi presupposti di missione sociale, e politica, fossero anche nelle
spedizioni di de Martino, negli Anni '50, non vi è alcun dubbio: dietro non ci
sarà stato il moralismo protestante di un paese spiccatamente industriale, ma
c'era invece tutto il tormento della questione meridionale, che, attraverso
solo pochi attendibili scrittori o le notarili inchieste, da quelle
napoleoniche a quelle postunitarie, volevano documentare una realtà: i poveri,
i contadini poveri, il latifondo, la fatica, la povertà, materiale e
psicologica, l'ingiustizia sociale, la mediazione del potere attraverso il clero,
anch'esso sovente povero. Questo intendimento vi era dietro la facciata,
apparentemente più intellettuale ed erudita, dei viaggi etnografici in Lucania,
Calabria e Puglia degli anni ‘50, ai quali Pinna partecipò costantemente.
Diego Carpitella, Franco Pinna e la fotografia etnografica,
in "La Ricerca Folklorica" (https://www.jstor.org/journal/ricefolk) No.
2, Antropologia visiva. La fotografia
(Oct., 1980), pp. 69-74
Franco Pinna
(1925-1978), collaborò tra il 1952 e il 1959 con Ernesto de Martino che,
proprio in quegli anni, stava realizzando uno studio multidisciplinare in
Lucania-Basilicata.
Lucania*-Basilicata.
*[riconducibile alla
radice protoindoeuropea *leuk-. Una leggenda vuole che il nome fosse dato da un
popolo diretto verso Sud (probabilmente genti centro-italiche di lingua ‘osca’)
una volta giunto in una terra dalla quale si vedeva sorgere il sole, e che il
nome Lucania indicasse quindi "terra della luce"].
La straordinaria
Lucania nelle foto di Franco Pinna
Pinna è stato un
fotogiornalista tanto atipico quanto riconoscibile nell’Italia del secondo
Novecento. Fotorepoter, certo, ma anche direttore della fotografia, militante
del partito comunista, nonché fondatore di una sorta di “Magnum"
all'italiana, la cooperativa Fotografi Associati e, prima della sua precoce
scomparsa nel ’78, uno dei fotografi di scena prediletti dal maestro Federico
Fellini.
L’occasione la offre il
nostro Archivio, che tra i suoi tesori conserva fotografie di Pinna scattate in
Basilicata durante gli anni di collaborazione con l’etnologo Ernesto de
Martino. (..)
I ritratti ambientati
di Pinna fanno da commento visivo agli scritti di De Martino e soprattutto
contribuiscono a diffondere, per la prima volta, un'immagine diversa e meno
stereotipata del Sud Italia. Ad affascinare Pinna è in particolare il mondo
della campagna, ritenuto quasi arcaico. Le scene sono ritratte con un'impronta
neorealista.
cfr. LA STRAORDINARIA
LUCANIA DI FRANCO PINNA NELLE FOTO DEL NOSTRO ARCHIVIO, di Fabrizio Milanesi,
Touring Club Italiano, febbraio 2020, https://www.touringclub.it/notizie/archivi-touring/la-straordinaria-lucania-di-franco-pinna-nelle-foto-del-nostro-archivio
Il rapporto con de Martino fu conflittuale * ma
portò alla maturazione del linguaggio stilistico di Franco Pinna, dal
foto-testo al fotodocumentario tipico di “Cinema Nuovo”, rivista
cinematografica italiana fondata da Guido Aristarco nel 1952 e principale
strumento critico culturale del neorealismo.
* cfr. in questo blog
LE
TERRE del SILENZIO nella fotografia etnografica di FRANCO PINNA
Leica,
la macchina fotografica di Franco Pinna per le spedizioni con Ernesto de
Martino, nelle tipologie 1950 (sopra) e 1956
LA
SCOPERTA FOTOGRAFICA DEL SUD ITALIA
Dalla collaborazione
fra Franco Pinna e de Martino nasceranno alcuni volumi come "Sud e
Magia", del 1959, e "la Terra del Rimorso" del 1961. I ritratti
ambientati di Pinna fanno da commento visivo agli scritti di de Martino e
soprattutto contribuiscono a diffondere, per la prima volta, un'immagine
diversa e meno stereotipata del Sud Italia. Ad affascinare Pinna è in
particolare il mondo della campagna, ritenuto quasi arcaico.(..)
”La fattucchiera di
Colobraro”, foto scattata nell’ottobre 1952 è una delle piu’ celebri foto di Pinna,
diventata poi rappresentativa dell’intero movimento neorealista italiano. La
sua somiglianza alla ”vecchia dormiente” presente nel logo dei Subaltern studies
internazionali, è davvero significativa.
(foto in fondo alla pagina)
Foto e riti del mondo
antico: Pinna, de Martino e la fattucchiera
Nel 1952 Franco Pinna,
collaborando alle indagini condotte da Ernesto de Martino nell’entroterra della
Lucania, realizzò una serie di fotogrammi nei quali ritrasse Maddalena La
Rocca, fattucchiera del piccolo centro isolato di Colobraro, a pochi chilometri
da Matera: il ritratto, potente e nero, di un’anziana vedova vestita a lutto, i
cui giovani figli e il marito le erano stati strappati dall’ultimo conflitto
mondiale. La fotografia in questione fu pubblicata in: Ernesto de Martino, “Sud
e magia”, Milano,1959.
Una madre culla il
figlio nella "naca", la caratteristica culla di Albano di Lucania
(1952) / foto Franco Pinna
Ernesto de Martino
sale verso Albano di Lucania in groppa ad un mulo guidato da un contadino del
posto. È l’11 agosto 1956. Della
spedizione fa parte anche Franco Pinna, giovane fotografo trentenne, che
seguiva l’antropologo partenopeo dal 1952. Sardo d’origine, romano d’adozione,
Pinna inaugurò la fotografia etnologica in Italia., ma non solo. Oltre che con
de Martino, con cui i rapporti si deteriorarono dopo la pubblicazione de “La
terra del rimorso” nel 1961, in cui non vennero citati i suoi crediti (lo stesso
de Martino aveva fatto con Scotellaro dieci anni prima), collaborò con il
regista Federico Fellini. Realizzerà infatti le foto di scena del capolavoro
felliniano “Giulietta degli spiriti” nel 1965.
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