RIPENSANDO MARX AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
di Paolo Ciofi
“(..) Carlo Marx, critico insuperato del capitale, che ha messo a nudo la natura più profonda della formazione economico-sociale denominata capitalismo. «Il capitale – ci dice il Moro di Treviri disvelando il feticismo delle merci – non è una cosa, ma un rapporto sociale mediato da cose», ossia da una immane raccolta di merci. Un rapporto tra esseri umani, socialmente e storicamente determinato, nel quale una parte monopolizza gli strumenti della produzione, della comunicazione e della finanza.(..)
Osserva Marx che «quando l’intero processo di produzione (…) si presenta come applicazione tecnologica della scienza» il lavoro non scompare ma assume un livello superiore di conoscenze. Fino a formare l’intelligenza generale dell’intera comunità, il «cervello sociale» che inventa le macchine, le usa e le controlla.“
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